6 CAPITOLO - Let it snow - (revisionato)

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DRACO
<<Rimani qui.>> Dissi dividendomi con difficoltà dal moro. Non volevo andarmene e lasciarlo lì da solo, ma se non avessi fatto qualcosa, lui sarebbe stato in pericolo, ed io non potevo permetterlo. Harry mi guardò con gli occhi sgranati, afferrandomi per la manica della felpa.
<<Perché, tu dove stai andando?>> Chiese, spaventato. Gli accarezzai il viso, cercando di rassicurarlo, anche se probabilmente ero il primo ad avere paura. 
<<Ad affrontare il mio Signore.>> Dissi in tono leggermente ironico, abbozzando un sorriso. <<Draco, no. Non ci pensare nemmeno. Esistono delle barriere che proteggono questa scuola e poi ci sono anche gli insegnanti.>> Scosse la testa, stringendo più forte la presa sulla mia felpa.  <<Harry. Voldemort ottiene sempre ciò che vuole...e non si farà certo fermare da un muro invisibile.>> Sospirai. Gli occhi verdi del ragazzo si fecero dubbiosi.
<<Sono venuti per me. E' per colpa mia.>> Gli spiegai. Lui scosse nuovamente la testa. 
<<Avrei dovuto prendere il marchio, ma non sono più tornato a casa...>> Continuai, allora,  lasciando la frase a metà. Non volevo dirgli che mi ero rifiutato e opposto, pregando i miei genitori di farmi concludere la scuola prima di quel passo. Non volevo dirgli che avevo provato in tutti i modi a convincere il Signore Oscuro che sarei stato più utile ad Hogwarts, piuttosto che al di fuori di essa. Non volevo dirgli che mi ero messo in ginocchio, fino a quando non mi era stato concesso ulteriore tempo. Non volevo che lo venisse a sapere, perché ero sicuro che si sarebbe sentito in colpa, probabilmente avrebbe pensato che fosse in parte colpa sua, ed era l'ultima cosa che volevo.
Avevo fatto tutto ciò, perché Hogwarts era la mia casa, lì c'erano i miei amici, la mia vita, e ovviamente Harry. Mi ero illuso che rimanendo lì, avrei potuto stare con quel moro da strapazzo,  vederlo e contemplarlo da lontano come avevo sempre fatto. Non mi aspettavo che le cose tra noi avrebbero mai preso una piega del genere, e adesso, quello che rischiavo, era persino maggiore. Sospirai, abbracciandolo.
<<Puoi tornare nel mio dormitorio, se vuoi. La parola d'ordine è Lupus vorabat.>> Dissi in tono più freddo possibile, allontanandomi con la testa china, incapace di guardarlo. Harry mi afferrò il polso, costringendomi a guardarlo. Aveva gli occhi lucidi e alcune lacrime gli solcavano il viso.
Quante volte dovevo ancora vederlo piangere per colpa mia?
<<Dopo quasi sette anni riesco ad averti, e lui ti prende come ha preso tutti quelli che ho amato.>> Disse con voce ferma anche se le lacrime continuavano a scendere risolute. Evitai di fare battutine sulla sua rivelazione, ma non potei fare a meno di sorridere. Mi avvicinai a lui e con la mano gli asciugai le guance bagnate, come ormai mi capitava spesso negli ultimi tempi. <<Harry, non ti preoccupare. Tornerò.>> Sussurrai, appoggiando dolcemente la mia bocca sulla sua. <<Presto.>> Conclusi e lo baciai ancora, suggellando la mia promessa.
<<Spero per te Malfoy che questa sia la verità, o ti ucciderò con le mie stesse mani.>> Mi minacciò, Harry, con la fronte sulla mia. Annuii, poi senza voltarmi attraversai l'uscita e lo lasciai solo.

***

HERMIONE
Caro Draco,
anche se mi sembra molto avventato scrivere questa lettera, io la voglio scrivere ugualmente. La scriverò anche se tu non saprai mai che io lo abbia fatto e non la riceverai mai. Non mi importa. Ho bisogno di rivelare questa cosa a qualcuno, e quel qualcuno sei tu. 
Il problema è che io ti amo. Ti amo, ti amo, ti amo.
Certo sono fidanzata con Ron... lui mi piace: è simpatico, altruista, mi supporta in tutto, ma lo voglio bene come se fosse un fratello.
Mi fa male stare con lui, mentendogli ogni giorno su quello che realmente provo. Ma non ce la faccio. E' che quando ti vedo mi sento così confusa. Quando mi guardi anche solo per disprezzarmi, quando mi chiami volutamente ''Mezzosangue'', persino quando ti ho tirato un pugno in faccia... in tutti i momenti non posso fare a meno di amarti. Amare quel tuo sguardo freddo e distaccato, quella mascella sempre contratta. Voglio dire amo tutto di te e la cosa più frustrante e sapere con certezza che tu non potrai mai ricambiare. Sai, a quella festa c'ero anche io... quando ti sei quasi fatto Theodore davanti a tutta la scuola. In quel momento il mio cuore è davvero andato in frantumi, è come se lo avessi sentito spezzarsi tra le mie mani. Sapevo che tu non mi avresti mai amata, ma vederti con lui mi ha letteralmente fatta crollare, essere buttata così in faccia la verità è stato orribile, e non riesco a togliermi quell'immagine dalla testa.

<<Spiegamelo Hermione. Cosa cazzo significa, eh?>> Ron gridava come un pazzo camminando avanti ed indietro per la stanza in preda alla collera. Aveva trovato la lettera che avevo scritto, cercando un libro nella mia valigia e lo aveva letto convinto fosse qualcosa di scuola. Avevo provato a toglierglielo di mano quando mi ero resa conto di cosa fosse realmente, ma ormai era troppo tardi. Così, da vari minuti, mi gridava contro, senza pensare alla madre che sicuramente era accorsa, sentendolo, così come il resto della famiglia, che immaginai ad ascoltare davanti alla porta. Scommettevo che Fred e George se la stessero ridendo, con le loro orecchie oblunghe, sgridati dalla signora Weasley. E chissà che cosa avrebbe pensato di me Ginny... 
Sospirai, non sapendo che cosa dire. Mi sentivo in colpa, Ron non se lo meritava. Avrebbe dovuto venirlo a sapere in un altro modo, e io avrei dovuto essere più cauta e sensibile nei suoi confronti. Lo avevo preso in giro, approfittandomi del suo amore. 
<<Ron calmati. Se non ti fermi un secondo non riesco a parlarti.>> Dissi, finalmente alzandomi, e prendendolo per le spalle, in modo che mi guardasse in faccia. Quel giorno era stato perfetto, ci eravamo divertiti insieme... e io ero riuscita a rovinare tutto.
<<Parlarmi? Vuoi parlarmi? E fino ad ora perché non lo hai fatto? Ti costava tanto dire la verità?>> Ron si scrollò le mie mani dalle spalle, allontanandosi. <<Perché ti sei messa con me, si può sapere? Tanto valeva rifiutarmi la prima volta. No?>> Continuò, alzando la voce. <<Sei proprio come Harry. Sono sette anni che siamo amici e non avete mai avuto il coraggio di dire le cose in faccia. Cos'è ho scritto sulla fronte: traditemi, calpestatemi e sfruttatemi?>> Concluse, sprezzante. Avrei voluto ribattere, dirgli che io non lo avevo sfruttato, che ero stata bene con lui, ma sapevo che sarebbe stato inutile. Aveva ragione lui, ero stata una stupida.
Non aprii bocca, semplicemente mi girai, raccattai la mia poca roba e gli sorrisi.
<<Mi spiace davvero, Ronald.>> Dissi, lasciando la stanza, e chiudendomi la porta alle spalle, lasciandolo spiazzato.
Come avevo creduto, l'intera famiglia Weasley era riunita davanti la porta e adesso mi guardava con occhi sbarrati.
<<Scusate.>> Sospirai sorpassandoli e anche se riuscii a sentire chiaramente Ron che mi chiamava dalla sua stanza, corsi via da quella casa.

***

HARRY
Dopo che Draco fu sparito dalla mia vista,  venni inondato da una successione discontinua di emozioni che non avevo mai provato.
All'inizio mi diedi dello stupido: stupido per essermi innamorato di qualcuno che non potevo possedere. Stupido di aver creduto davvero che quella testa bionda mi amasse, stupido per ogni sbaglio commesso.
Poi mi resi conto di essere soltanto paranoico e dalla commiserazione passai al dolore, quello per non avere Draco con me, per averlo lasciato andare via da solo con Voldemort e per essere rimasto impassibile.
E infine sentii l'amore, quello che provavo nei suoi confronti e che non sarebbe cambiato mai. Quello che avevo inconsapevolmente provato per la prima volta nei suoi confronti sulla torre di astronomia. Quando aveva avuto l'ordine di uccidere Silente sotto il comando del Signore Oscuro, quando aveva ostentato la sicurezza e la freddezza di un killer di professione, ma i suoi occhi avevano tradito ciò che provava realmente: l'orrore per quel gesto, la voglia di non farlo, i sensi di colpa e la paura di essere ucciso a sua volta.
Draco era un bravo ragazzo, lo era sempre stato, e lo sarebbe stato anche in futuro. Era un ragazzo che non aveva avuto scelta, proprio come me. Non importava da che parte stava, io e lui eravamo uguali, e ci appartenevamo. 
Tornai in camera mia, a prendere un cambio di vestiti e un libro per distrarmi. Mi sedetti per qualche minuto sul mio letto, indeciso sul da farsi. 
Fuori dalla finestra, sotto i miei occhi increduli iniziò a nevicare, e anche se da bambino quel fenomeno atmosferico mi aveva sempre reso felicissimo, in quel momento mi sentii vuoto, spento. E persino i fiocchi di neve mi sembrarono così soli, quando dopo essere caduti lentamente al suolo si sciolsero, senza compattarsi, come inorriditi dal legame che li avrebbe potuti unire. Mentre questi ultimi cominciavano a scendere più forti nella tormenta, e l'orizzonte diventò una linea impercettibile, mi resi conto che la sera era già scesa.
Mi mossi verso l'uscita barcollando un po', e percorsi i corridoi a ritroso, andandomi a rifugiare dai Serpeverde. Quasi sperai che Draco sarebbe stato lì, ad aspettarmi sulla poltrona, ma così non fu. Presi un respiro profondo e mi andai a sedere sul divano. Presi la coperta che poco prima il biondo aveva usato come mantello e la misi sulle spalle. Mi acciambellai con il libro tra le braccia, accanto al camino, e rimasi ad aspettare che la promessa del ragazzo venisse mantenuta.

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Ed ecco pubblicato anche il 6 capitolo... non molto avvincente e di lunghezza estremamente corta (parlo sempre del capitolo), ma più o meno importante. Spero vi sia piaciuto e....
Accendete la stellinaa :) :)

Titanium || Drarry (REVISIONATA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora