10 CAPITOLO - Daydreams - ( revisionato)

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HARRY
I giorni passarono tanto in fretta da farmi desiderare che il tempo si fermasse, anche solo per un po'. Le vacanze natalizie finirono, così come erano iniziate, e quando le lezioni ripresero, e gli studenti tornarono a riempire i corridoi freddi di Hogwarts, io ancora non ero riuscito a riprendere il pieno controllo della mia vita.
Dopo la visione che avevo avuto in sala grande, infatti, ce ne furono altre. Orribili momenti in cui mi estraniavo per diversi secondi, mentre le immagini che riguardavano il Signore Oscuro, mi affollavano la mente come un loop senza fine.
Per la maggio parte erano omicidi, senza pietà, e che io non potei evitare, ma ci furono anche volte in cui ebbi l'impressione di capire quale fosse il piano di Voldemort.
Ci sarebbe stata una guerra, questo era sicuro, e noi ne saremmo stati tutti coinvolti, in un modo oppure in un altro. Draco non sembrò affatto scosso dalle cose che gli raccontai riguardo quello che vedevo, o forse semplicemente preferì non darlo a vedere, evitando di farmi entrare in panico più di quanto già non fossi. Persino la morte di suo padre non sembrava averlo sorpreso, confessandomi che sospettasse già da tempo che la pazienza del Signore Oscuro si sarebbe esaurita in fretta con lui. Io, dal canto mio, vivevo nella paura perenne. Le immagini delle azioni brutali di Voldemort sembravano stampate a fuoco nella mia mente e risalivano a galla in ogni momento, persino nel più inopportuno, accompagnate dall'ansia e la preoccupazione.
Sospirai, appoggiando la testa sul banco, cercando di far diminuire il dolore. Ero ancora in classe? Quanto tempo era passato da quando la lezione era iniziata? Non lo sapevo, e non mi interessava. Il mio unico pensiero era Draco. Avrei perso quel briciolo di amore che mi ero guadagnato con lui in quella guerra? Cosa sarebbe successo tra noi, quando alla fine, saremmo dovuti scendere a combattere?
<<Signor Potter?>> Una voce si insinuò nei miei pensieri molesti, ma subito altre preoccupazioni la fecero passare in secondo piano.
Avremmo lottato per due diverse fazioni? O avrei potuto contare su Draco? Il freddo del metallo mi premeva sul braccio, facendomi ricordare del braccialetto che il biondo mi aveva regalato per Natale. Sopra c'era incisa la scritta ''Flectere si nequeo superos, Acheronta movebo'' ovvero ''se non posso muovere i celesti, muoverò gli inferi"
L'avevo trovato davvero romantico e allo stesso tempo in stile Malfoy. Scommettevo che il suo significato nascosto fosse che avrebbe fatto qualsiasi cosa per me, pur di starmi accanto, anche se aveva trovato il coraggio di dirmelo a parole.
<<Potter!>> La voce questa volta fu più vicina.
Trasalii, beccandomi una gomitata da parte del mio compagno di banco, che mi fece finalmente svegliare. Alzando lo sguardo però mi resi conto che avrei di gran lunga preferito continuare a riflettere sui miei disturbi mentali. La professoressa McGranitt, infatti, era lì davanti a me, e mi guardava con occhi severi ed indagatori. Ricambiai il suo sguardo, vacuo.
<<Cosa?>> Chiesi, distrattamente. Ci fu qualche risatina in sottofondo.
<<Signor Potter. Le ho chiesto di rispondere alla domanda che ho posto alla classe>> Disse allora lei, risoluta. Scossi la testa, cominciando a giocherellare con il braccialetto che avevo al polso. <<Io...>> Balbettai, non sapendo come replicare. Lei sospirò.
<<Stia attento signor Potter. Una sola ulteriore distrazione e sarò costretta a convocarla in presidenza.>> Il suo sguardo si addolcì e lentamente si allontanò riprendendo la spiegazione. Sospirai di sollievo e senza degnare nemmeno di uno sguardo Ron, al mio fianco, tornai alle mie riflessioni, questa volta attento a non destare sospetti nella professoressa.
<<Harry, sicuro di stare bene?>> Chiese il rosso, ansioso. Annuii, sorridendogli fintamente.
<<Sì, ho solo dormito poco.>>

Al termine dell'ora fui l'ultimo ad uscire dalla classe, e con la testa tra le nuvole camminai lentamente tra i corridoi diretto alla prossima lezione. Pozioni. Sbuffai.
Non ero decisamente dell'umore giusto per affrontare Piton ed i suoi mille modi di mettermi in ridicolo davanti alla sua classe. Forse avrei potuto rifugiarmi in infermeria, con la scusa del mal di testa, o semplicemente sarei potuto tornare in camera, e saltare la lezione.
Stavo quasi per fare marcia indietro e tornarmene nei dormitori, quando una mano mi afferrò per il polso, trascinandomi in una rientranza nel muro, riparata da occhi indiscreti.
<<Cosa cazzo ti prende, Sfregiato!?>> Draco mi sbatté sul muro, sibilando piano. Era arrabbiato, ma dai suoi occhi riuscivo a vedere chiaramente anche la preoccupazione.
Cercai di sorridere, rassicurante.
<<Di cosa parli?>> Chiesi, sereno. Lui per poco non mi diede un pugno in faccia.
<<Questa tua facciata potrà anche attaccare con i tuoi amichetti, Potter, ma non puoi prendere in giro me.>> Sussurrò. Aggrottai le sopracciglia. <<Ti comporti in modo strano, eviti di guardarmi negli occhi, eviti di passare del tempo con me, sembri sempre assente e...>> Cominciò ad elencare sulla punta delle dita. Sospirai.
<<Non succede niente, Draco.>> Dissi poco convinto, quando mi lasciò parlare, usando il suo nome come motivo in più per cedere alle mie parole. Non volevo sembrare quello debole, il ragazzo con i dubbi esistenziali e le insicurezze croniche. Soprattutto non con lui.
<<Smettila di prendermi in giro, Harry.>> La sua voce accarezzò il mio nome con amore e io non potei fare a meno di arrendermi al suo volere.
<<Non hai paura? Di tutto quello che sta succedendo, intendo.>> Mormorai. Ne avevamo già parlato, eppure io non facevo che pensare a come le cose sarebbero potute finire. <<Non ti preoccupa sapere che domani le persone a cui vuoi bene potrebbero morire per combattere al tuo fianco?>> Continuai, stancamente.
<<No, non mi preoccupa. Non se tu rimani insieme a me.>> Disse serio.
Quel ragazzo stava diventando una specie di angelo o cosa?
Possibile che avessimo passato una vita a dirci cose orribili, a detestarci, quando avremmo potuto farci felici già da un pezzo? Gli buttai le braccia al collo, preso da un impeto di affetto.
Appoggiai la guancia sulla sua spalla e mi rilassai contro il suo corpo.
<<Mi sa proprio che ti amo.>> Dissi sicuro, baciandogli il collo e ritornando sulla sua spalla.
<<Sfortunatamente anche io, Sfregiato.>> Rispose freddamente. <<Non so se sia troppo presto per dirlo, o troppo tardi, ma rimarrò con te fino alla fine. Qualsiasi cosa accada.>> Disse, ancora. Mi staccai da lui, passandomi la manica del mantello sugli occhi, per eliminare le lacrime che erano scivolate sulle mie guance.
Poi sorrisi timidamente e mi grattai la nuca in imbarazzo.
<<Cosa c'è, adesso?>> Chiese lui, fintamente scocciato, guardandomi apprensivo. Dondolai sui talloni.
<<Allora noi stiamo... stiamo ins...>> Mi bloccai, perché mi pesava così tanto dire quelle parole? Davvero temevo in un rifiuto, dopo tutto quello che ci eravamo detti?
Provai di nuovo ad articolare la domanda, ma quando non riuscii, mi limitai a guardarlo negli occhi, perdendomici dentro. Draco sembrò comunque capire quello che volessi dire, e per poco le sue guance non andarono a fuoco.
<<Me lo stai chiedendo sul serio? Ma quanto sei ottuso? Credi che dica ti amo a tutti i ragazzi che mi capitano a tiro?>> Rispose acido. Scoppiai a ridere. Tipico di lui.
<< E non credi che dovremmo dirlo ai nostri amici?>> Chiesi, questa volta senza balbettare come un cretino. Ci avevo pensato, ed ero giunto alla conclusione che rendere tutti partecipi dell'inizio della mia storia con Malfoy, sarebbe stata una tattica migliore, rispetto a quella che lo vedeva colpito in battaglia dai miei amici, che lo consideravano ancora un nemico.
Il biondo ci pensò su qualche istante, guardandomi, come se stesse cercando nel mio volto la risposta. Sbuffò, per poi alzare gli occhi al cielo.
<<Dobbiamo proprio?>> Chiese, annoiato. Gli diedi una spallata.
<<Hai appena detto che rimarrai con me fino alla fine. Non so i tuoi, ma i miei amici fanno parte del pacchetto.>> Lo rimproverai.
<<Questo significa che devo portarmi a letto anche loro?>> Chiese, ironico, fingendosi impietrito al solo pensiero, beccandosi un pugno sul petto.
<<Come sei volgare. Certo che no!>> Quasi urlai.
<<D'accordo, allora credo si possa fare. Anche se preferirei starmene un pomeriggio intero con Gazza, piuttosto che vedere altri Grifondoro.>> Rispose sbottando. Sorrisi.
<<Perché non dovrebbe valere lo stesso per me? I Serpeverde non sono per nulla simpatici.>> Mi lamentai, io, mettendo il broncio.
<<Sono antipatici solo perché sanno che a me sta bene. Vedrai che quando sapranno che io e te siamo amici, si daranno una calmata.>> Mi spiegò.
<<Amici? Quando siamo passati all'essere amici?>> Lo presi in giro.
<<Smettila di prendermi in giro. Sai cosa intendo.>> Affermò, baciandomi a stampo.
<<Ci vediamo dopo cena davanti alla stanza delle necessità. E sappi che esigo un regalo extra, per questo favore che ti sto concedendo.>> Aggiunse, tirandomi fuori dalla conca nella quale ci eravamo rintanati, camminando a passo svelto verso la classe.
<<Hai già avuto il tuo regalo extra, Malfoy.>> Gli ricordai, facendogli la linguaccia.
Un paio di giorni prima che finissero le vacanze, infatti, eravamo sgattaiolati via da Hogwarts, per andare a fare un giro ad Hogsmeade. Avevamo mangiato insieme, e ci eravamo comportati proprio come una vera coppia, scherzando e parlando di quello che più ci piaceva, godendoci l'atmosfera natalizia delle strade semi-vuote del paese. Era stato lì, che, camminando per una strada secondaria, avevamo visto un gattino indifeso. Aveva il pelo grigio, della stessa tonalità degli occhi di Draco, ed era tanto piccolo da starsene raggomitolato in un palmo di mano.
Gli animali erano permessi a scuola, così avevo deciso di adottarlo, ma quando Draco mi aveva fatto capire di tenerci particolarmente, mi ero arreso, e avevo deciso di lasciarlo a lui.
Inutile dire che era stata subito una festa. Il gatto venne portato al caldo nella sala comune dei Serpeverde, e ricevette il nome di Dray Junior "il micio imperiale".
<<Quella palla di pelo sarebbe il mio regalo extra?>> Chiese, facendo il broncio. <<Ti salvi solo perché amo quel gatto.>> Commentò, poi. Sorrisi.

Titanium || Drarry (REVISIONATA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora