7 CAPITOLO - Atlantis - (revisionato)

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HERMIONE
Anche se sarei potuta tornare facilmente a casa dai miei genitori,materializzandomi nuovamente, in quel momento preferii rimanere a girovagare da sola per le strade gremite di Londra. Essendo nata da genitori babbani ero stata molte volte lì, avevo girato milioni di volte per quelle vie piene di turisti e avevo acquistato mille prodotti in quei negozi di città carichi di cianfrusaglie inutili. Le luci di Natale illuminavano l'atmosfera, rendendola ancor più allegra. Una netta differenza con il mio umore nero... eppure passeggiare in mezzo a quel brio, riusciva a rendere meno malinconica anche me. La neve a Londra non era ancora caduta, ma faceva tanto freddo da farmi desiderare di avere una sciarpa in più intorno al collo. Mi strinsi nelle spalle e mi guardai intorno, alla ricerca di un locale nel quale entrare per passare un po' di tempo.
<<Hermione.>> Un grido alle mie spalle mi fece sobbalzare. Per un solo attimo, mentre mi voltavo in direzione della voce, pensai di vedere Ron che si sbracciava dall'altra parte della calca, ma tutto ciò che realmente
vidi furono volti su volti di cui non riconoscevo l'identità. Scossi la testa e ripresi a camminare lentamente nella mia direzione, convinta di aver immaginato tutto.
Infondo era impossibile che potessi incontrare lì qualcuno che conoscessi. Non riuscii nemmeno a fare due passi, che una mano mi sfiorò la spalla leggermente, un tocco dolce, che però mi allarmò tanto da farmi quasi urlare.
Un ragazzo che constatai fosse poco più grande di me mi guardò, sulla difensiva, attraverso le sue iridi di un grigio ghiaccio. I capelli castani erano nascosti dal cappellino che aveva calato sulla fronte, ma il colore si poteva facilmente indovinare date le sopracciglia dello stesso colore, sollevate per lo stupore.
Il ragazzo sorrise sornione mostrandomi la perfezione del suo sorriso mentre la sua mano,
toltasi dalla mia spalla affondava nella tasca dei jeans.
<<Ci conosciamo?>> Domandai scettina, facendo un passo indietro. Il ragazzo davanti a me sorrise ancor di più facendo spuntare due graziose fossette ai lati della bocca.
<<Hogwarts ti ha dato alla testa Jean?>> Chiese lui, retorico. Poi, senza darmi il tempo di formulare alcun pensiero, prese la mia mano e la strinse nella sua, mentre cominciava a camminare con me al suo fianco. Jean.
Nessuno, oltre alla mia famiglia, conosceva  il mio secondo nome, se non...
<<Kevin.>> Dissi sicura, riuscendo finalmente a realizzare chi avessi di fronte. Spalancai la bocca, sorpresa... era cambiato tanto da non riuscire a riconoscerlo, eppure adesso che lo sapevo, mi sembrava di rivedere lo stesso ragazzino di sempre. Ilcastano si voltò verso di me, facendomi l'occhiolino.
La sua mano nella mia mi donava uno strano e piacevole calore che però mi aiutava a combattere il freddo che provavo.
<<Mi avevi detto che non saresti più tornato.>> Sussurrai in tono accusatorio, continuando a seguirlo, lui sogghignò.
<<Non sono tornato a casa Herm. Io in realtà stavo cercavo te.>> Mi rispose, fissando la strada davanti a sé. Era chiaro che stesse evitando di incontrare il mio sguardo. Era quello che faceva sempre quando sospettava che io potessi non essere d'accordo con lui. <<Perchè mi stavi cercando? Perché adesso? Dopo due anni in cui non ti sei fatto vedere?>> Mi lagnai, non sapendo bene cosa pensare.
<<Jean, non potevo di certo lasciare Durmstrang così di punto in bianco. E poi devi ammettere che sarebbe stato parecchio stupido da parte mia tornare per le vacanze, illudere tutti e poi andare via nuovamente.>> Rispose con tranquillità, anche se la sua presa sulla mia mano si fece un po' più stretta, mettendo a nudo il suo nervosismo.
<<Questo comunque non spiega come tu mi abbia trovata nel bel mezzo di Londra, Kevin.>> Ribattei altezzosa, con la mia solita aria da maestrina, che i miei amici avevano sempre trovato fastidiosa.
<<Ti arrabbi se ti dico che è da un po' che sono sulle tue tracce e aspettavo solo il momento giusto per uscire allo scoperto?>> Sorrise, facendo la sua caratteristica faccia da cucciolo, la stessa che da bambini mi conquistava ogni volta facendomi spesso ritrovare nei guai. Mi fermai di colpo e con la mano libera gli tirai uno schiaffo su una spalla.
<<Come hai potuto Grindelwald da strapazzo?>> Finsi un tono serio, ma vedendo il suo sorriso sbiadirsi, scoppiai in una fragorosa risata.
<<Meglio se troviamo un posto tranquillo, hai molto da raccontarmi.>> Dissi alla fine, facendogli capire che ero pronta ad ascoltarlo. Il suo viso si illuminò nuovamente. Mi era mancato sul serio.

Titanium || Drarry (REVISIONATA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora