Capitolo 6: Spiragli di ricordi

79 5 0
                                    


Da quella serata in cui Blodyn aveva mostrato un lato così privato della sua vita, Bilbo cominciò a osservare veramente la sua ospite e non a vederla soltanto come una intrusa cacciata lì per gli scopi opportunisti del Sindaco Felix. Quest'ultimo, tra l'altro, non si era fatto vivo. Era questa l'attenzione che poneva alla figlia del famigerato dottor Ebonyth? S'era così premunito di accoglierla e nemmeno una volta era venuto a trovarla... che stranezza. Ecco la falsità che tanto biasimava e che spesso caratterizzava i suoi concittadini.

Nel frattempo la quotidianità proseguiva tranquilla. Baggins si accorse di come Blodyn fosse cauta nello spostare gli oggetti che prendeva in prestito, di come alcune volte proponesse delle migliorie per rendere l'abitazione più funzionale; raccoglieva e collocava dei fiori in diversi punti della casa: violette, bocche di leone, margherite. Sosteneva di voler contribuire al benessere del luogo ponendo anche all'interno delle mura delle piante le quali, con le loro essenze e i loro colori, avrebbero sicuramente donato un profumo benefico. In questo aspetto Bilbo notava che la ragazza era figlia di un medico e che a volte lo assisteva in caso di necessità. Erano conoscenze basilare e rudimentali che perfino lui conosceva, però lei riusciva a impreziosirle di una grazia e un sorriso che rendevano ancor più gradita la proposta. I fiori poi gli piacevano moltissimo. Infatti aveva assunto Hamfast affinché si prendesse cura delle sue piante. Il giardiniere era stato essenziale durante la sua lunga assenza: se non ci fosse stato lui quasi sicuramente sarebbe andato tutto in rovina o sarebbe comunque irrimediabilmente deperito. Non ci aveva riflettuto al tempo in cui partì inaspettatamente, travolto e stordito da quell'avventura che si prospettava spaventosamente esaltante. Per quanto nutrisse questi pensieri, Bilbo si guardò bene dal comunicarli apertamente alla sua ospite. Il massimo che faceva era annuire. Non parlavo molto spesso tra di loro, un po' per la scarsa confidenza che sussisteva, un po' perché si era accorto che quando si chiacchierava con Ebonyth, i discorsi prendevano una piega molto personale e profonda. Troppo profonda. 

Nel corso delle giornate, notò inoltre che comparivano e scomparivano a tratti dei libri dallo scaffale. Al principio gli era parsa un'illusione, un gioco della sua memoria. In breve comprese che era una dinamica sistematica e che Blodyn aveva un'altra passione che condivideva a sua volta: quella della lettura. Ne fu ancor più intimamente contento, stupendosi ancora una volta di come provasse sempre più curiosità verso quella Hobbit apparentemente semplice e spontanea. Una sera si fece coraggio e, vedendola riporre un volume con le sue mani candide nella grande libreria del salotto, decise di voler approfondire quell'aspetto. Sentiva la necessità di verificare se davvero le piaceva leggere o se invece era uno stratagemma per rendersi più gradevole ai suoi occhi, fosse anche per piaggeria. Non ci sarebbe stato nulla di male in verità, poiché lei ringraziava spesso e probabilmente si sentiva in debito con lui per l'ospitalità. Più probabilmente però, era quell'alone di sospetto che ogni tanto lo contraddistingueva, soprattutto dopo essere ritornato ad Hobbiville. 

: " Vi piace leggere?"

Lei sussultò, colta alla sprovvista. Credeva di essere sola e di passare non vista, specialmente perché era concentrata sul comprendere meglio gli interessi del suo paziente e sperava di non attirare troppo la sua attenzione. Trovandoselo davanti, passati quei pochissimi secondi di sorpresa, riprese il controllo per dargli una risposta credibile: " S-sì, signor Bilbo, molto. Le storie d'avventura sono tra le mie preferite." Ed era vero: le piaceva come passatempo... quando riusciva, ovviamente. Negli ultimi anni si era dedicata anima e corpo agli studi su manuali di puro studio, concedendosi pochi svaghi e momenti veramente liberi. 

Baggins abbozzò un sorriso all'angolo della bocca ed emise un suono tra un soffio e una risata smorzata: " Ah, avventure! È sempre bello leggerle... ma viverle e trovarsi faccia a faccia con i pericoli che finora s'eran solo immaginati è ben altra cosa!" Dicendo questo si avvicinò alla sua poltrona verde in tessuto, la sua preferita, e vi si sedette a gambe distese. 

Lo Hobbit - Una magia inaspettataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora