Capitolo 15: La visita del vagabondo

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Trascorsero i giorni più rigidi dell'inverno sulla Collina, e si cercò di resistere meglio che si poteva alla morsa tenace del freddo. Tutto era diventato così depresso e malinconico che ognuno poteva riconoscere nella natura un volto che contemplava la decadenza. Nonostante quell'espressione triste, gli Hobbit della cittadina non perdevano il loro sorriso e creavano nuovi spassi per divertirsi .

Dopo la venuta del dottor Ebonyth nessuno osò più trattare Bilbo come un malato ed erano assai più rispettosi, sebbene la convinzione che Baggins fosse strambo rimaneva incrollabile.

Il proprietario di Bag End infine si accontentò di quella situazione, non mutando ovviamente la sua opinione sui gretti concittadini, sopportando il male minore. Anche la rabbia che provava per Blodyn con il tempo si calmò e si adagiò, diventando il ricordo di un'altra delusione. Avrebbe voluto dimenticarla ma qualcosa di indefinito non glielo permetteva... anzi, ne sentiva la mancanza quando si sedeva a tavola, quando si avvicinava alla libreria o quando andava a letto, rivedendo la sua dolce figura spostarsi e muoversi come un fantasma. Come poteva ancora volerle bene dopo tutte quelle menzogne? In effetti non le aveva dato il tempo di spiegarsi e s'era pentito delle parole che le aveva rivolto pochissimi istanti dopo averle pronunciate, però non voleva sentirsi in colpa. Era stato ingannato da una persona che sembrava essere così rassicurante! Come avrebbe dovuto reagire? Eppure era stato di una veemenza che non gli apparteneva. La ferita era stata davvero profonda, probabilmente perché il suo affetto per la bella Hobbit l'aveva sconvolto e quell'amicizia nata apparentemente per caso forse poteva essere... amore? No, non poteva esserlo... non dopo quello che lei gli aveva fatto! E il fatto che Hamfast cercasse appena poteva di introdurre l'argomento Blodyn per provare a giustificarla gli montava una tale fastidio cocente che gli imponeva un immediato silenzio. Non voleva ammettere nemmeno a se stesso che in realtà avrebbe voluto parlare di lei, ricordarla, sapere cosa l'avesse spinta ad essere una bugiarda... eppure continuava a dirsi che porsi quelle domande era inutile e che non avrebbe portato da nessuna parte. Se n'era andata e probabilmente era meglio così. Lei avrebbe anche potuto scrivergli una lettera se aveva qualcosa da dire a sua discolpa o meglio ancora restare, vederlo in faccia ed affrontare la situazione... invece aveva preferito la fuga. Gli era parso un chiaro segnale che i suoi sospetti erano fondati. Ciò nonostante non riusciva a darsi completamente pace, ad accettare che veramente lei fosse stata così meschina e subdola. Lei gli aveva fatto confidenze che si vedeva esser sincere... Quando brancolava nel buio dei tanti interrogativi preferiva accendere la sua pipa e respirare un po' d'aria sulla sua panca in giardino, ai piedi di Bag End, e confondere con il fumo soffice del buon vecchio Tobia ogni dubbio e preoccupazione. Per quanto momentanea era pur sempre una soluzione che calmava i suoi nervi.

La stessa cosa che fece quella mattina di inizio marzo, quando fu quasi soffocato dall'esigenza di uscire di casa, sedersi sulla sua panca e inalare un po' di quell'aria fresca e frizzante che ancora soffiava, ultimo lascito dell'inverno e preludio della prossima primavera. Dopo essersi passato una mano tra i riccioli, estrasse dalla tasca un sacchettino di stoffa dalla quale estrasse un pugnetto di erba esiccata e, resa polvere tra le dita, la accese con un fiammifero. Date un paio di boccate, si rilassò e socchiuse gli occhi per godere del sole che intiepidiva il suo viso.

D'un tratto avvertì un brivido gelido: il sole doveva essersi oscurato. Probabilmente era passata una nuvola e curioso di vedere se era portatrice di mal tempo riaprì gli occhi e con sua sorpresa vide che non era stato un nembo a metterlo in ombra, bensì la figura di una Persona Alta. Essendo in controluce non riuscì subito a distinguerla per cui domandò cortesemente: " Buongiorno! "

: " Oh, vecchio mio, vuoi davvero che risponda a questa domanda? L'ultima volta ti eri lamentato. "

Quella voce dall'accento saggio era inconfondibile ma non volle credere subito alle proprie orecchie per cui aguzzò lo sguardo fino a delineare la figura ammantata di un grigio logoro, il lungo bastone nodoso, l'ispida e chilometrica barba in tinta con gli abiti e il grande appello appuntito che ricopriva l'antico capo.

Lo Hobbit - Una magia inaspettataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora