Capitolo 12: Il segreto svelato

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In paese vedevano sempre più spesso Bilbo e Blodyn, tanto spesso e in sintonia che alcuni credettero che fosse finalmente rinsavito e che pensasse di metter su famiglia con la graziosa figlia del dottore.

Molti ne furono contenti perché lo vedevano cambiato in meglio: pacifico e sorridente accanto a Blodyn, erano convinti che la normalità fosse tornata ad Hobbiville dopo tante stramberie.

Ma non tutti erano felici di quell'idillio, specie perché non erano all'oscuro di alcune informazioni come gli altri.

Otto Sackville-Baggins, corpulento e tignoso cugino di Bilbo, aveva scoperto da Grumo, una sera che l'aveva invitato a casa sua a bere, la vera identità della ragazza e dei suoi segreti scopi terapeutici. Attratto dalla buona birra e dall'ospitalità, Grumo si recava dai cugini di Baggins per aggiornarli sulle eventuali novità. Questo piano in realtà era stato architettato dalla mente subdola di Lobelia Serracinta, la sua paffuta e arcigna moglie. Ella infatti mirava a tenere sotto controllo il proprietario di Bag End, seppur da lontano, poiché s'era fitta in capo di entrare in possesso dei suoi averi, preziosi ( ed era sicura di quel che credeva ) e splendenti come stelle. La sua avidità era già stata pienamente dimostrata e molte volte Bilbo l'aveva paragonata a Smaug, e non solo per la passione per l'oro. Lobelia era molto preoccupata che il ricco parente s'innamorasse dell'ospite, si sposasse e da lei avesse prole, privandola in quella maniera delle sue speranze di ereditare.

Era passato tempo sufficiente e il dottore ancora non se n'era andato, per cui lei doveva incentivare gli eventi onde prevenire l'arrivo della notizia per lei fatale.

Per cui una mattina di inizio luglio si recò al mercato di Hobbiville fingendosi di passaggio, con indosso un vistoso abito giallo a trine blu, un cappello dalla forma simile a una ciambella gigante appena sfornata posta sopra l'ammasso di riccioli bruni. In mano, per fare la sua comparsa senza destare sospetti, un cestino di vimini. Girava con lo sguardo acuto da volpe in caccia della preda, dando occhiate superficiali e rapide alle bancarelle profumate di disparati aromi: erbe officinali, pelle conciata, verdura appena colta, pesce rubato alle acque del lago e lucente per le scaglie vitree. Tra la folla chiassosa di commercianti, acquirenti, bambini gioiosi e anziani che borbottavano tra loro sonoramente, individuò Bilbo chiacchierare fitto con Blodyn. Se erano assieme non poteva avvicinarlo!

Notò che Bilbo teneva a braccetto la giovane e ciò la fece montare in furia, tanto che avrebbe voluto friggere il cappello-ciambella che portava. Quei sorrisi teneri, quelle moine scherzose la facevano ingelosire: cosa aveva quell'Hobbit paffutella da attirarlo così tanto? Ma presto le cose sarebbero cambiate.

D'improvviso lei si sciolse, gli sfiorò una spalla e con un'espressione radiosa fece atto di salutarlo, allontanandosi da sola probabilmente alla ricerca di una particolare bancarella mentre lui si indirizzava verso il ponte che permetteva di ritornare in direzione della Collina. Lobelia vide in ciò il momento propizio e, scavalcando un barile e scostando alcuni piccoli Hobbit, si diresse quasi correndo verso il cugino per stanarlo. Mentre egli era a metà del ponticello, svagato, si sentì afferrare e credette fosse Blodyn, salvo poi voltarsi ed accorgersi con orrore che si trattava del detestato muso di Lobelia. Cercò di liberarsi dalla sua presa e di scacciarla: " Cosa vuoi da me? Lasciami! "

: " Ascolta Bilbo, devo parlarti."

: " E io no. Devo tornare a casa, e tu... tu torna alla tua tana!"

: " Un pessimo trattamento riservi alla cuginetta che viene a darti un bel servizio." L'intonazione della sua voce leggermente stridula tentò di emulare un'ironia dolcezza quasi viscida. 

: " Ma quale servizio! Se ti riferisci a quello di posate d'argento te lo puoi scordare! Anzi, devi ancora ridarmi dei cucchiai..."

: " Cosa dici, che c'entra? Ho delle informazioni che tu non sai e della cui conoscenza mi sarai molto grato. È una cosa seria. Andiamo a casa tua: discorreremo meglio." Tentò di afferrarlo sottobraccio ma Bilbo, con un gesto eloquente, glielo impedì.  Era ancora riluttante e non dava credito ad una sola parola. Sperò che, dandole retta per qualche tempo, avrebbe potuto liberarsene.

Lo Hobbit - Una magia inaspettataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora