Sette

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Quella notte, tornai nel luogo dove mi ero seduta ore prima, sotto quell'albero appena fuori dal cancello.

Non appena lo raggiunsi, mi appoggiai al tronco con le braccia protese, ansimando e guardando a terra.
Un conato di vomito mi assalì, facendomi ripiegare su me stessa e cadere sulle ginocchia, stanca.

Delle lacrime calde mi rigarono il volto, e cominciai a singhiozzare mentre la mia testa vagava ai ricordi di quando, anni prima, la mia famiglia e quella dei Clark erano solite organizzare cene insieme.
Ricordavo il sorriso e le battute pessime di Travis, che in realtà facevano ridere solo lui, ma per non offendere i suoi sentimenti ridevamo tutti come pazzi.

Travis era una bella persona.
Oltre ad essere l'uomo che aveva fatto tornare il sorriso a Madison dopo la morte del suo primo marito, Travis era quel tipo di persona che, pur di rendersi utile, ci avrebbe sempre rimesso personalmente.
Avrebbe dato la sua vita per ciascuno di noi, perché le persone attorno a lui che lo amavano, ricevevano sempre altrettanto amore da parte sua, e anche di più.

Non riuscivo a capacitarmi del fatto che fosse morto per davvero, nemmeno in quel nuovo mondo malato. Non riuscivo ad immaginamelo come uno di loro, come uno zombie dal volto privo d'espressione, ed un bisogno feroce di sangue e carne umana, una fame insaziabile.

Alicia se non altro era ancora viva.
Lo sapevo perché avevo insistito ad assistere personalmente alla sua visita medica, poco prima, e a quanto pare si sarebbe ripresa, il che era l'unico sollievo che in quel momento era stato concesso a me e a i Clark.

-Problemi di insonnia?-, una voce familiare, alle mie spalle, mi fece voltare, ancora seduta a terra immersa in un mare di lacrime salate.
Jake era lì, in piedi di fronte a me, con un sorriso dolce stampato in volto.
-Attento a dove metti i piedi-, borbottai.
-Non mi sento molto bene, ed il mio stomaco ne risente parecchio-

Lui annuì, poi si sedette al mio fianco, cauto.

-L'ho notato, e mi dispiace-
Sorrisi amaramente.
-Certo, dite tutti così, ma nulla di tutto questo sarebbe mai accaduto se non fosse stato per voi-
Mi resi conto tardi di essere stata eccessivamente brusca, perché nel momento in cui posai il mio sguardo su di lui, gli lessi in volto un'espressione ferita.
Mi portai le mani sul viso, prendendo un respiro profondo.
-Cazzo, ti chiedo scusa, Jake. Quando soffro divento una vera stronza-

Il ragazzo scosse la testa, accarezzandomi la schiena affettuosamente.
-Tranquilla, posso capirti. Quando mia madre è morta ero solo un bambino, ma ho sofferto così tanto da sentirmi mancare letteralmente il respiro per giorni e giorni-
Esitai.
-Travis non era mio padre. Era più un amico di famiglia, o meglio, io lo ero-
-Troy mi ha accennato qualcosa, sì. Comunque non fa molta differenza, Olivia. Tenevi a lui ed ora non c'è più , è questo che conta-
Mi bloccai, squadrandolo.

-Cosa ti ha detto Troy di me, scusa? -
Sul volto di Jake si fece spazio un'espressione imbarazzata, come se si fosse appena reso conto di aver usato le parole sbagliate.
-Oh, nulla di che, in realtà. Ha detto solo che il tuo cognome non è Clark, ma Collins, quindi abbiamo facilmente dedotto che.. -
-Non serve che quel pazzo deduca proprio nulla su di me-, sbottai.
-Travis è morto, Alicia viva per miracolo, Nick incazzato e Madison distrutta. Tutto per colpa sua-

Sbuffai, esasperata.
-Sei davvero furiosa con mio fratello, eh? -
-Tutti lo siamo, se permetti-, affermai, allibita, facendolo zittire in un attimo.
In realtà, mi dispiaceva trattare Jake in quel modo, ma era colpa sua e delle sue domande assurde.
Insomma, come poteva anche solo pensare che non detestassi suo fratello dopo tutto ciò che era successo quel giorno?
Dopo che Travis era morto a causa sua, e tutti gli altri della mia famiglia avevano rischiato la vita, me compresa?

Criminal~Troy OttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora