Tredici

164 17 6
                                    

Erano divertenti.
Non potevo crederci, ma dopo aver passato una sola mezz'ora in compagnia di Troy ed il suo amico Mike, dovevo ammettere a me stessa che mi stavo trovando davvero bene con loro.

Mi facevano sentire quasi una ragazza normale, anziché una sopravvissuta all'apocalisse, e nulla poteva essere più di mio gradimento in quel momento.
Vedevo la disapprovazione nelle occhiate che i Clark mi lanciavano, ma supposi che se la sarebbero messa via ad un certo punto.

Non avrei più permesso a nessuno di decidere come vivere la mia vita, nemmeno con lo scopo di proteggermi; avrei vissuto il tempo che avevo, a modo mio, al meglio.

-No, davvero, avresti dovuto vedere quanto era magro Troy alla tua età, Olivia-, sorrise Mike, schernendolo.
Corrugai la fronte, consapevole di essere più piccola di loro di almeno quattro anni, forse cinque.
Di certo, non erano più dei diciassettenni.
Ridacchiai, guardando Otto con sguardo assente; sotto la luce del sole, era troppo attraente per non essere notato.

Lui alzó il dito medio all'amico, scuotendo la testa.
-Non ero poi tanto secco, andiamo. E poi, ora sono in forma, è questo che conta-

Puoi dirlo forte.

Tentai di darmi un contegno e smisi di fissarlo come un ebete, rivolgendo di nuovo la mia attenzione a Mike, di fronte a noi.
Lui indicò un punto oltre le mie spalle con un cenno del capo.
-Qualcosa mi dice che il caro vecchio Otto sta per dare uno dei suoi decreti-, affermò in tono sommesso.
Sia io che Troy ci voltammo, notando Jake e Jeremiah parlare animatamente, poco distanti dal nostro tavolo.

Subito dopo, il vecchio congedò il figlio, raggiungendo il centro della mensa e richiamando l'attenzione di tutti.

-Ascoltatemi tutti, per favore. Ho ricevuto un aggiornamento sull'avanposto Alpha-

La squadra di ricerca sul luogo dell'incidente dell'elicottero.

-McCarthy e l'unità sono usciti trentasei ore fa, non abbiamo più avuto notizie; può significare cento cose, di cui novantanove favorevoli-
Lanciai un'occhiata a Troy, ancora seduto al mio fianco, notando quanto non sembrasse turbato nonostante le parole poco rassicuranti del padre.
-Ma dobbiamo sempre essere preparati all'eccezione. Il nostro Troy partirà in ricognizione, ma ci servono altri volontari-

Il ragazzo mi guardò, perplesso, come se si stesse domandando cosa avessi da guardare tanto la sua faccia.
La verità, è che la tranquillità che vi leggevo mi lasciava ancora sconvolta, nonostante fossi ormai a conoscenza delle circostanze.
In quel momento, però, mi balenó in testa un'idea folle, che sapevo ovviamente già mi sarebbe costata cara, se non avessi agito con la massima attenzione.

A quel punto, uno dopo l'altro, ciascun membro della milizia alzò le mani, offrendosi volontario.
-Blake-, chiamó Jeremiah a gran voce.
-Mike-, guardai il ragazzo di fronte a me, che mi sorrise in maniera disinvolta.
-Coop, Jimmy-

Mi voltai di nuovo e fissai Jeremiah, ormai sul punto di terminare l'annuncio, e dopo qualche istante di esitazione alzai la mano con un gesto fulmineo, prima di poter anche solo pensare di tirarmi indietro.
Tutti gli sguardi si puntarono su di me, mezzi sconvolti; diedi un'occhiata tutto attorno a me, aspettandomi di vedere gli sguardi più stralunati provenire dai Clark.

Eppure, lo sguardo perforante che pareva volermi bruciare dall'interno non proveniva dal loro tavolo, ma da Jake.
Era deluso, arrabbiato, ed io mi sentivo già tremendamente in colpa, ancora con la mano a mezz'aria.

Troy, accanto a me, mi diede un pizzicotto appena accennato.
-Puoi abbassare il braccio, principessa. Mio padre ha fatto il tuo nome da un po'-
Sbattei le palpebre per riprendermi dallo stato di trance in cui ero caduta, distogliendo lo sguardo da Jake e portandolo su suo fratello.
Lui abbozzó un sorriso, divertito.
-A quanto pare, domani sarai dei nostri. Chi lo avrebbe mai detto-

Criminal~Troy OttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora