Criminal~Troy Otto

Quattro

Jake pov

Raggiunsi l'infermieria di corsa, sperando con tutto il cuore di trovarci ancora mio fratello.

Ebbi fortuna, perché lo trovai ancora seduto, intento a farsi medicare l'occhio.
-Ehy, Mike-, mormorai al ragazzo che stava applicando una grossa garza medica sulla ferita di Troy.
Entrambi mi guardarono.
-Non è un danno irreparabile. Non credo che perderà la vista, dovrebbe rimettersi col tempo-
Annuii, passandomi una mano sul viso.

-Bene. Ora, vorrei parlare un attimo con mio fratello da solo, se non ti dispiace-
-Andiamo, Jake. Così ferisci i suoi sentimenti-, mi sfotteva Troy con un sorriso strafottente.
Sospirai.
-Va pure, Mike. Grazie per esserti preso cura di lui-

Il soldato mi sorrise in risposta, poi lasciò la stanza in totale silenzio.

-Risparmiami la ramanzina, fratello. Ormai sappiamo entrambi che non la pensiamo allo stesso modo su come funziona il mondo-, affermò Troy alzandosi dal lettino su cui era seduto durante la medicazione.
Lo fulminai con lo sguardo, furioso e ancora allibito.
-Ti rendi conto che ciò che hai fatto giù, al deposito, è disumano? -

Lui mi liquidó alzando gli occhi al cielo.
-Senti, che tu ci creda o no, io ho solo aiutato quelle persone. Sarebbero morte comunque, magari di fame o di sete. Magari per un morso di un morto vivente, che ne so -
A quel punto, lo raggiunsi con due falcate, afferrandolo per il colletto della tenuta militare e sbattendolo al muro con forza.

-Chi cazzo sei tu, per dirlo?-, gridai a soli pochi centimetri dal suo viso.
-Come puoi dire che sarebbero morti? Chi diamine sei tu, per decidere chi ha il diritto di vivere e chi no? -
Lui, improvvisamente, scoppió a ridere.
Lo lasciai andare con un gesto secco, rassegnato.
-Sei una causa persa. Non posso più aiutarti come quando eravamo bambini, Troy-

-Tu, aiutarmi?-, sbuffó.
-Ti ho sempre protetto, e lo sai. Ma non posso, non se fai cose del genere-
Ci fu un istante di silenzio, prima che sul suo volto apparisse l'ennesimo sorriso di scherno.
-Non ti ho mai chiesto aiuto, e mai lo farò. Non c'è più bisogno che tu ti occupi di me, sono un uomo adulto ed ho intenzione di combattere le mie battaglie a modo mio. Forse questo non ti è molto chiaro-, sussurrò quasi con rabbia.

Io scossi la testa, sedendomi sul letto.

-Tu non puoi. Non puoi fare questo, Troy. Lo capisci che è tremendamente sbagliato? -
Lui mi guardò per un momento, poi si voltò, iniziando a camminare verso l'uscita dell'infermeria.
-Dobbiamo andare, Jake. La strada fino al ranch è piuttosto lunga-
-No-, affermai, facendolo bloccare.
-Non meriti di restare al ranch dopo quello che hai fatto. Passerai solo per fare rifornimento, poi te ne andrai per un po'. Non potrà che farti bene stare un po' di tempo da solo-

Un'altra risata da parte sua risuonó nella stanza.
-Non sta a te decidere queste cose, ma a papà. E sono certo che lui mi capirà, come sempre-

Olivia pov

-È tutto così assurdo. Per fortuna che state tutti bene-, mormorò Madison mentre si guardava attorno attentamente.
Nel piazzale in cui ci trovavamo era pieno di soldati in movimento che caricavano beni di ogni genere sui loro mezzi, mentre scherzavano tra loro.
Di tanto in tanto, io ed i Clark ricevevamo occhiate curiose da buona parte di loro, ma non era una cosa poi così rilevante.

-Dovevi cavargli entrambi gli occhi ed ammazzarlo. Lo avrei fatto con le mie stesse mani, se avessi saputo cosa stava facendo in realtà-, Alicia era furiosa, ancora abbracciata a suo fratello.
Scossi la testa.
-Non mi voglio sporcare le mani e scendere al suo livello, e nemmeno tu dovresti. Siamo ancora tutti insieme, alla fine. Ce l'abbiamo fatta-
-Olivia ha ragione, dobbiamo pensare al futuro adesso-, Travis mi strinse la mano in modo rassicurante.
-Torneremo indietro, in Messico-, disse Madison, facendo illuminare Nick.
-Sono stato in un posto per un po', dopo essermi allontanato da voi. Credo che potremmo tentare di stabilirci lì-
-Sempre che ci sia ancora un posto in cui tornare-, mormorai un po' incerta.