dieci

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Occhi Verdi mi raccontava sempre tutto, ormai ero a conoscenza della maggior parte delle cose che lo riguardavano.
Essendo empatico e bravo ad ascoltare, era facile aprirmi con lui, sapevo di potergli raccontare qualsiasi cosa, senza sentirmi minimamente giudicata; e lui faceva lo stesso.
Da quando lo conoscevo ero sempre rimasta stupita dalla quantità di discorsi che facevamo. Anche nelle situazioni meno opportune, riuscivamo a tirare fuori tantissimo argomenti di cui discutere e parlare, per ore.
Infatti, parlando di tantissime cose, avevamo capito che l'argomento 'famiglia' era molto delicato per entrambi.

Per questo rimasi piacevolmente sorpresa quando iniziò a parlare.
Eravamo nel suo terrazzino a fumare una sigaretta, parlando del più e del meno.
L'aria fredda di fine febbraio si faceva sentire, facendomi rabbrividire sotto il felpone che mi aveva prestato per la notte.
Il moro mi stava stringendo a se, passando una mano sulle mie cosce, appoggiate sulle sue.
"Ti va di venire a mangiare da mia nonna oggi?"alzai immediatamente la testa per guardarlo in faccia.
Sapevo che c'era questa nonna da cui andava spessissimo, per aiutarla a pulire la casa e fare le cose più pesanti.
"Si, certo che mi va"accennai un sorriso mentre il suo volto teso si rilassava.
"Davvero?"la voce quasi gli mancava.
"Perché non dovrebbe?"appoggiai una mano sulla sua guancia, facendo in modo che mi guardasse dritto negli occhi.
"Non lo so, magari non ne avevi voglia"abbassò lo sguardo, puntandolo su degli oggetti che stavano alle mie spalle.
"Ci vengo veramente volentieri a mangiare da tua nonna"sussurrai iniziando a stampare una scia di baci dallo zigomo alle labbra.
Chiuse gli occhi, continuando a passare le mani sulle mie gambe.
"Sai, lei è il mio punto di riferimento da quando sono piccolissimo. È lei ad avermi cresciuto, da bambino se non stavo in zona ero a casa sua. È la persona più importante della mia vita e ci tengo a fartela conoscere"guardava un punto indefinito dell'orizzonte mentre parlava.
L'amore che esprimeva anche solo nel parlare di lei , mi scaldava il cuore.
Gli brillavano gli occhi, la voce si affievoliva e il suo tono era quasi commosso.
"Grazie mille"sussurrai incastrando la testa nell'incavo del suo collo.
"Per cosa?"
"Per la fiducia che riponi in me e per l'opportunità che mi dai di conoscere una persona così importante per te. Per me conta molto" mi prese una mano tra le sue, stringendola con forza.
"Sei la figura più importante nella mia vita in questo momento e ci tengo a coinvolgerti nelle cose che mi riguardano, soprattutto quelle più belle" posò le labbra sulla mia tempia.
Il mio cuore batteva all'impazzata.

La nonna abitava in un condominio che si trovava dall'altra parte della piazza.
Passandoci, avevamo incontrato tutti i nostri amici che, sapendo dove stavamo andando, mi avevano fatto l'in bocca al lupo.
Inizialmente mi ero un po' agitata, ma successivamente mi tranquillizzarono dicendo che era la donna più dolce del mondo.
Vincè, uno dei ragazzi che avevo conosciuto da poco, mi spiegò che la nonna di Andrea era come una seconda mamma per tutta la famiglia Glory.
Quando erano piccoli, preparava il pranzo per tutti loro, che passavano da lei dopo scuola.
Sentire queste parole mi scaldò il cuore, questa donna era fenomenale.
Si vedeva che le volevano tutti un bene difficile da spiegare ed era commuovente vedere quanto fossero tutti così legati tra di loro, grandi e piccoli.

Con la copia di chiavi entrammo in casa, mentre Andre mi stringeva la mano.
Da un corridoio vidi spuntare la piccola figura di una donna.
Appena vide l'alto nipote entrare, i suoi occhi si illuminarono, facendo schiudere le labbra in un enorme sorriso.
"Ciao nonna"mi lasciò la mano, andando verso di lei e chinandosi per stringerla in un abbraccio.
"Ciao caro, come stai?"era incredibilmente bello vedere come il moro la sovrastasse, grazie alla sua altezza.
"Sto bene, sto bene. Tu stai bene?"sciolse l'abbraccio e le posò le mani sulle spalle.
"Si io sto bene"sorrise, posando poi lo sguardo su di me.
"Tu devi essere Giulia"iniziò a camminare nella mi direzione, allargando le braccia.
"Piacere signora"le strinsi la mano, ma lei mi attirò in un abbraccio, che mi ritrovai costretta a ricambiare.
Profumava di vaniglia e aveva una stretta forte,nonostante il suo essere piccolina.
"Chiamami pure nonna e dammi del tu, così mi sento meno vecchia"mi fece l'occhiolino, per poi spostare lo sguardo sul nipote, che sorrideva.
"Te la sei scelta proprio bella  eh"la donna gli tirò una leggera gomitata, facendolo scoppiare a ridere.
"Il buon gusto è di famiglia"disse lui ammiccando, facendomi arrossire.

Mentre il moro era al supermercato a comprare gli ingredienti mancanti, aiutavo la nonna nel preparare il pranzo.
"Sai, Andrea mi ha parlato molto di te. Sono mesi che non parla d'altro"mi fermai a guardarla.
"Non lo vedevo così da tantissimo tempo. Qualche mese fa ho iniziato a vederlo più acceso e spavaldo, com'era una volta. Avevo intuito che ci fosse una ragazza di mezzo, ma non pensavo riuscissi a farlo tornare quello di prima.
È un ragazzo molto forte, cerca di non darlo mai a vedere quando soffre, ma sai com'è, io lo conosco come le mie tasche e so bene quando mente.
Negli ultimi mesi non sembrava più lo stesso, quindi ti devo veramente ringraziare. Non ero più abituata a vederlo di buon umore, ma da quella sera è cambiato. Tu l'hai cambiato"gli occhi le diventarono lucidi mentre parlava del nipote.
Incapace di parlare, mi resi conto di essere in lacrime.
Le parole della nonna mi avevano colpito nel profondo, provocando strane sensazioni in me.
Avevo portato in Andrea la stessa luce che lui aveva portato in me.
"Devo ringraziare lui. Prima di Andrea sono stata due anni in una relazione tossica che mi ha fatto cambiare totalmente. È grazie a lui se adesso ho ripreso in mano la mia vita. È la luce che mi ha permesso di tornare a brillare di nuovo"mentre parlavo mi asciugai le lacrime con un fazzoletto.
Non avevo mai detto queste cose ad alta voce, solitamente i pensieri me li tenevo per me.
"Sei una ragazza speciale"mi prese la mano, posandoci un bacio sopra.
"E poi sei veramente bella, quel pirla di mio nipote non pensava neanche di riuscire a conquistarti"mi tirò una leggera gomitata sul fianco, facendomi scoppiare a ridere.

Mentre la nonna finiva di cucinare, io e Andrea eravamo in balcone a fumare.
In silenzio, la osservava con attenzione.
L'ammirazione con cui guardava la donna che l'aveva cresciuto mi commuoveva.
Non c'era niente di più interessante, dello stare a guardarlo.
Andrea era bello, da morire.
Avrei passato ore a guardarlo, imparando a memoria i suoi particolari e le piccole cose che lo caratterizzavano.
Nella sua semplicità, era bello da togliere il fiato.
Dietro quello sguardo da duro si nascondeva una persona sensibile e molto emotiva, ma ciò non toglieva nulla al suo essere forte, anche nelle situazioni peggiori.
Era una persona che andava esplorata a fondo, anche se, con il tempo, avevo appreso che non smettevo mai di conoscerlo meglio.
Il suo carattere non smetteva mai di stupirmi, visto che giorno per giorno imparavo nuove cose di lui che me lo facevano piacere sempre di più.
E stavo lentamente iniziando a capire che per me Occhi Verdi non era solo una cotta, c'era molto altro.
Io ero innamorata di lui.
Era strano per me parlare di amore, soprattutto dopo tutto il mio passato, che mi aveva fatto scordare completamente il vero senso della parola.
Ma adesso per me, questo termine, così grande e allo stesso tempo semplice, aveva un nuovo significato: Andrea.

SantanaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora