Essendo presenti anche la stampa ed alcuni fotografi a quel pranzo, sul web uscirono parecchie foto di me ed Andrea.
Le fan page iniziarono a sbizzarrirsi sotto i suoi post, e anche le pagine di notizie sembravano essere esaltate da questo nuovo "scoop".
Le foto erano uscite anche su alcuni quotidiani, come se la notizia non si fosse già sparsa abbastanza.
Fortunatamente non avevo un account Instagram, e mi ringraziai mentalmente per essere stata così intelligente da non crearne uno.Ero a casa, intenta a studiare.
Fortunatamente entro una settimana avrei avuto l'ultimo esame del trimestre, così mi sarei potuta dedicare un po' più a me stessa.
Ero stesa sul letto, mentre Occhi Verdi dormiva , con la testa sulla mia pancia.
Senza volerlo, riusciva a distrarmi anche mentre non faceva nulla.
Era talmente bello che ogni due minuti posavo i miei occhi sul suo viso, distogliendo l'attenzione dal libro.Mi suonò il cellulare, risvegliandomi dal mio stato di trance.
Rimasi notevolmente stupita vedendo che il numero di mio padre apparve sullo schermo.
Non mi chiamava ne scriveva da un anno ormai, perciò questa sua telefonata improvvisa mi fece pensare che fosse qualcosa di importante.
Trascinai il dito sullo schermo, avvicinando poi il telefono all'orecchio.
"Pronto?"abbassai lo sguardo sul moro, che aveva aperto gli occhi e mi guardava curioso.
"Ciao Giulia"sentire il vocione profondo di mio padre mi fece provare un senso di magone inaspettato.
"Ciao, va tutto bene?"mi sentivo un po' agitata, non sapevo come comportarmi e mi accorsi di essere veramente impacciata.
"Si, penso tu possa dire lo stesso" il suo tono derisorio mi creò un senso di vuoto nello stomaco.
Usava sempre quel tono quando ero piccola, mentre si prendeva gioco di me e mi demoliva l'auto stima per delle stronzate.
"Cioè?"la frase mi uscì con un sospiro e solo in quell'istante mi accorsi di star trattenendo il fiato.
"Da quando sei la puttanella di un rapper?"rideva.
Rideva lo stronzo.
Volevo rispondere a tono, ma la voce mi moriva in gola.
"Ti ho fatto una domanda"il suo tono si fece più duro.
"Non penso siano affari tuoi"mormorai con il cuore in gola.
"Beh vedo che sei uscita dalla depressione in fretta"la sua risata mi rimbombava nella testa, come fosse un eco.
La rabbia prese posto alla delusione, facendomi avvertire una sorta di scarica elettrica lungo tutto il corpo.
"Non ti degni di cercarmi per un anno e poi te ne esci con questo? Con che coraggio ti fai sentire e con quale leggerezza spari certe cazzate?" solo in quel momento Andrea si mise a sedere, prendendomi la mano.
"Di stare a sentire mia figlia che fa finta di stare male per cercare attenzioni non ne avevo tanta voglia, sai com'è, ho avuto di meglio a cui pensare. E ripeto, mi sembra che tu ti sia ripresa abbastanza in fretta" parola dopo parola avvertivo il mio cuore perdere dei battiti, finché non arrivai all'esasperazione.
Chiusi la telefonata, lanciando poi il telefono in un punto indefinito della stanza.
"Ma chi cazzo era?"Occhi Verdi parlò, facendomi capire che era da un po' che aspettava di farlo.
"Mio padre"sussurrai, sentendo i miei occhi pizzicare.
La leggerezza con cui aveva descritto il periodo più brutto della mia vita mi faceva male al cuore.
Lui non c'era quando avevo bisogno di aiuto.
Io pensavo che non sarei riuscita ad andare avanti, ma lui aveva di meglio da fare, che stare ad ascoltare sua figlia.
Sua figlia, si fa per dire.
Le sue cazzo di parole si ripetevano nella mia testa, facendomi avvertire uno strano senso di mancamento.
Mi sentii strattonare il braccio e solo allora mi accorsi che Andrea mi stava parlando, forse anche da un po'.
"Piccola ascoltami, non so cosa ti abbia detto e se non vuoi parlarne lo rispetto. Ma non ascoltarlo. Lascialo stare, non dare peso a ciò che ti ha detto, qualsiasi cosa essa sia" sentivo che il suo sguardo cercava il mio, ma non riuscivo a ricambiarlo.
"Si"sussurrai.
"Posso fare qualcosa per te?"mi alzò la testa con un dito, costringendomi a guardarlo.
"Avrei bisogno di stare un po' da sola"mi aspettavo una reazione contraria, invece annuii.
Si infilò le scarpe, mi prese il viso tra le mani e mi stampò un bacio sulle labbra, soffermandosici per qualche secondo.
Avvolsi le braccia attorno al suo busto, posando la testa sul suo petto.
Mi lasciò un paio di baci tra i capelli, accarezzandoli.
Mi staccai e lo guardai riconoscente.
"Ti amo"sussurrò dandomi un altro bacio, per poi lasciarmi da sola insieme ai miei pensieri.Quella sera non uscì, attirando a me tutta l'attenzione della compagnia, cosa che volevo evitare.
Mi arrivarono decine di telefonate da ognuno dei ragazzi, ai quali spiegai che non mi sentivo bene, inventando poi la scusa che l'indomani mi sarei dovuta svegliare presto.
Marco e Vincenzo erano rimasti piuttosto dubbiosi, tempestandomi di domande e insistendo per venire a trovarmi e passare del tempo insieme.
Ero riuscita a bloccarli, grazie all'aiuto di Occhi Verdi, che gli aveva confermato la mia versione.
Amavo il fatto che stesse rispettando i miei spazi, senza impormi la sua presenza.
Contava più di quanto potesse pensare per me.Mavi decise di rimanere a casa con me, così dopo tanto tempo, dedicammo finalmente un po di tempo a noi due.
Da quando avevamo iniziato ad uscire con i ragazzi, passavamo pochissimo tempo solo io e lei, e dovetti ammettere che mi mancavano le nostre serate.
Dopo essermi sfogata con lei, la bionda fece lo stesso.
Ultimamente, essendo entrambi molto impegnati, con Matteo le cose non andavano molto bene, perché si vedevano davvero poco.
Mavi era tanto buona quanto, in certe occasioni, poco paziente, e il biondo era una testa calda, così spesso finivano per litigare per delle cazzate.
Si riappacificavano dopo poco, ma mi disse che la situazione iniziava a stancarla.
Le consigliai di affrontare l'argomento e cercare con lui una soluzione, dato che non era soliti a farlo, spesso lasciavano correre.Fu così che dopo confessioni e pianti, decidemmo di ritornare ai vecchi tempi.
Ci dividemmo i compiti: io ordinai il Mc Donald e apparecchiai, mentre lei uscì a comprare gelato e birra.
Ci ritrovammo a piangere, guardando un film strappalacrime, davanti alle quarte birre della serata.
Mavi aveva il potere di tirarmi su di morale con davvero poco.
Avevo un padre che non potevo definire come tale e una madre poco presente, ma la bionda costituiva il mio concetto di famiglia.
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Santana
FanfictionDopo la sua ultima relazione, La solare e allegra Giulia è diventata una ragazza spenta e triste. Ma quando incontra Lui, la sua vita cambia radicalmente.