Capitolo 4

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... Il corridoio era lungo, interminabile, cupo, ignoto.
Kili correva, correva cercando di raggiungere l'uscita, la fine a ció che era successo il giorno prima, tornare a casa. Alla Montagna. Mancava poco, pochissimo, gli sarebbe bastato allungare la mano e avrebbe toccato la libertà.
Uscì e corse, corse sempre più veloce, attraversó tutti i territori che lo dividevano dalla sua dimora natia ed eccola là, maestosa e imponente dinnanzi a lui. La Montagna.
Spalancó la porta.
Si fermó e il sangue si geló nelle vene.


Fili era lì, davanti a lui, gli occhi vacui e l'espressione disperata di chi cerca di aggrapparsi alla vita con tutte le forze che ha in corpo. La lama di una spada spuntava dallo stomaco, i baffi erano impregnati di rosso.

-Fili!-
Kili cercando di avvicinarsi

-Sono passati 200 anni da quel giorno. E tu ti presenti qui solo ora. Abbiamo fatto di tutto per salvarti ma... ma tu, tu sei un debole Kili, un codardo. Thorin è morto cercando di portarti via da là, perchè tu non... non hai avuto la forza necessaria per fuggire e cercare di tornare. La Montagna è stata conquistata, gli Orchi. Non hai scampo, nemmeno tu, fratello. Abbiamo decimato la nostra famiglia per...-

La porta si spalancò illuminando il corridoio e le celle.
Il sole splendeva pallido nel cielo rosa e azzurro dell'alba.
I corvi di Gundabad, giunti fin lì gracchiavano nel loro volo solitario, un volo portatore di oscurità e dolore, al loro passaggio gli altri uccelli si rintanarono nel proprio nido, timorosi.
Kili si sveglió di soprassalto, madido di sudore.

-L'ultima cella a destra.-
Walter facendo un cenno a un giovane biondo

°°°°°°°

-Dobbiamo liberarlo.-
Dis

-Dove sono le città degli Uomini?-
Fili

-A Est, Ovest e Nord. Una decina in tutto. Ci vorranno giorni.-
Thorin sospirando davanti alla mappa della Terra di Mezzo

-È mio figlio, Thorin. Andrei in capo al mondo per salvarlo.-
Dis battendo la mano sul tavolo

-E lo faremo, sorella mia, ma dobbiamo organizzare un piano d'attacco. Si aspettano il nostro arrivo-
Thorin voltandosi verso la finestra e guardando l'orizzonte tra le rocce e la vegetazione.

°°°°°°°

Il sole gli ferì gli occhi, doveva tenerli socchiusi. Non era più nella cella, ma in un... un'arena?
La sabbia rossiccia gli arrivava alle caviglie, imprigionando gli stivali.

Tutto intorno al perimetro ovale c'era una protezione in legno e metallo, molti uomini erano riuniti lì attorno... per vedere che cosa? Chi?
La risposta gli arrivó alle spalle.
Un ringhio sommesso.


Kili si voltó lentamente, molto lentamente, quello che vide lo paralizzó per qualche secondo: non riusciva a vedere cosa fosse quello strano... animale? che si trovava di fronte a lui. Naso nero, una bocca enorme, esattamente all'altezza del suo viso, affollata da zanne candide come la neve e letali come la morte.
Il ruggito che quella bestia emise bastó a far riavere il nano, l'alito pestilenziale sapeva di cadavere in putrefazione.
Mantenne il sangue freddo come potè e afferró la spada dal terreno sabbioso, indietreggió cercando di non inciampare. Una zampata gli sfioró il viso, Kili la schivó. Ripresosi dallo shock, roteò la spada contro zanne e artigli, abbassandosi per evitare che le zampacce dell'animale gli ridisegnasse il viso.

La folla urlava. La bestia ruggiva. Il combattente indietreggiava menando fendenti alla cieca, la stanchezza si era impossessata di lui, ormai si affidava all'aggressività che gli conferiva l'adrenalina.

Era stremato.

L'animale ne approffittó scaraventandolo a terra con una possente zampata. Ruggì in faccia a Kili inondando il viso e i capelli di bava, le zanne erano vicinissime a lui, il moro alzó la spada con un ultimo sforzo e trafisse il ventre alla bestia.
La folla urlò ancora più forte, se possibile, applaudì esaltata.

Il peso della creatura su di lui gli tolse il fiato e fu tutto nero.

KILI & FILI'S STORY #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora