Capitolo 5

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Passarono i giorni, le settimane, Kili non riusciva a dormire serenamente, il suo sonno era disturbato da incubi, strane voci che sembravano provenire dall'oltretomba rimbombavano nella sua mente quando era solo, al buio e al freddo.
L'arena dove quasi ogni mattina lo rinchiudevano con una bestia selvaggia e aggressiva, sembrava l'unica salvezza dai pensieri funebri che lo tormentavano.

Sapeva cosa comportava l'indebolimento della sua mente e del suo fisico: le sbarre delle prigioni.
Erano fredde, secche, trasudavano morte e orrore, bastava sfiorarle per cadere in un incubo ad occhi aperti, popolato dalle persone a lui più care in situazioni terribili, che nemmeno negli incubi peggiori aveva mai immaginato; ignorava in quale oscuro modo gli Uomini fossero riusciti a creare quella specie di maleficio.

°°°°°°°

La tempesta infuriava sulle montagne rocciose della Terra di Mezzo, i tuoni rombavano interrompendo il monotono scroscio della pioggia che si abbatteva sui sassi della via tracciata dal cammino di chissà quante (e quali) creature del luogo.

I nani avanzavano più velocemente che potevano verso Est.
Erano quattro: Fili, Thorin, Balin e Dwalin, coperti alla bell'e meglio da mantelli di lana grigi, che si confondevano con il paesaggio circostante. Sulle spalle e dalla cinta pendevano delle spade di forgiatura nanica, alcune di esse avrebbero potuto tagliare la pietra.

La rupe sulla quale stavano avanzando cercando di non scivolare fu percossa da una scossa di terremoto e il terreno si aprì a metà, sotto i piedi del più giovane dei quattro.
Fili cadde per qualche metro senza riuscire a trovare un appiglio. In basso solo il vuoto, talmente fondo che non riusciva a vedere la fine.

-Fili! Dammi la mano!-
Thorin, urlando per farsi sentire nella tempesta

-Non ci riesco!-
Fili qualche metro più giù, appeso ad una sporgenza con una mano, mentre con l'altra cercava di raggiungere quella che il Re dei Nani gli porgeva. Una parte dell'appiglio si sgretoló sotto la sua presa e il biondo fece l'errore di seguire ipnotizzato la caduta dei sassi che si erano staccati: cadevano verso il basso, sempre più in fondo, lontano, come le gocce di pioggia. Stava per lasciare la presa, incantato dall'acqua che affondava in un buco senza fine, quando una corda passó a pochi centimetri dal viso.

-Afferra la corda, ragazzo!-
Balin sbucando dall'alto reggendo la corda con Thorin e Dwalin alle sue spalle

Fili lasció la roccia alla quale si era aggrappato e si arrampicó velocemente fino a ritrovarsi tra le braccia forti dello zio che lo issó sulla strada.
La compagnia riprese il cammino con lo sguardo a terra per evitare di inciampare e cadere di sotto.

°°°°°°°

La notte era giunta di nuovo nella cella dove Kili era prigioniero da ormai un mese, ma quella non sarebbe stata come le altre: tormentata da incubi, morte e guerra... no, sarebbe stata diversa. Molto diversa.

Aveva studiato per giorni la pianta della prigione, quando tornava insanguinato dall'arena gli lasciavano qualche minuto per bere e rinfrescarsi il viso sporco di sabbia e sudore, alla fontana all'ingresso.
Non se ne erano mai accorti, i suoi carcerieri, ma era riuscito a disegnare una pianta del luogo sul pavimento della sua cella, aveva trovato il modo di scardinare l'asse agganciata al muro che reggeva quello che era stato un materasso. Era di metallo resistente e sarebbe bastata per il suo scopo. Sapeva anche dove si trovavano le sue armi.
Conosceva i turni di guardia e chi tra gli Uomini che sorvegliavano le prigioni fosse più o meno dedito al suo compito.

Kili attese pazientemente che il controllo notturno terminasse e che i soldati andassero a ubriacarsi.
Lentamente, cercando di fare il meno rumore possibile incastró sotto la porta l'asse metallica e fece rotolare il secchio, che si trovava nella cella, vicino all'incastro.
Attese ancora qualche secondo per essere certo che nessuno si fosse accorto del rumore e saltó sulla parte sporgente della leva. Come previstoscardinò il cancello.

-Che vuoi fare, giovane Nano? Nessuno è mai fuggito-
Anziano Hobbit con voce assonnata, svegliato dal frastuono

-Non sto fuggendo, mi riapproprio della mia libertà-
Kili avvicinandosi al portone in legno

-Temerario... qual è il tuo nome?-
Hobbit

-Kili. E il vostro?-
Kili

-Bilbo, Bilbo Baggins-
Bilbo sorridendo e arricciando il naso

-Venite con me?-
Kili dopo una breve pausa

-Oh, no. I miei giorni stanno per terminare e io ho visto anni migliori. Ti rallenterei soltanto. Salvati se puoi.-
Bilbo con una risata amara

-Ma...-
Kili interdetto

-Vai! Nessuno ti giudicherà per aver lasciato indietro un vecchio Hobbit di quasi cent'anni...-
Bilbo scuotendo i ricci candidi che gli arrivavano fino alle spalle

-Come farete?-
Kili

-Kili. Sono qui da quando avevo settant'anni, un giorno in più non farà la differenza. Tu sei giovane, hai tutta la vita davanti...-
Bilbo

Kili lo osservó in silenzio senza muoversi.

-Te ne vuoi andare?! Perdinci, non mi sarei dovuto nemmeno impicciare degli affaracci tuoi, voi giovani sempre in cerca di un atto eroico per farvi ricordare. Pensa a salvarti la pelle piuttosto.-
Bilbo irritato

Il Nano annuì quasi impercettibilmente e aprì il portone.
Aveva iniziato a piovere.
Sperando che lo scroscio dell'acqua
avesse coperto il frastuono che era seguito alla caduta della parete della sua cella.
Corse dietro le prigioni, cercando di nascondersi il più possibile ed entró nel capanno.
Eccole lì, lucenti e uniche.
Sette pugnali d'argento con l'impugnatura percorsa da un motivo geometrico, simile a un intreccio, una spada, resistente e maneggevole nonostante le dimensioni e il suo arco. Sistemó le lame al proprio posto e finalmente si sentì vivo, dopo giorni di angoscia; indossó il mantello più piccolo che riuscì a scovare in quella catapecchia cadente, semi allagata dalla pioggia che filtrava dal tetto tarlato.

Uscì e corse, corse a perdi fiato per raggiungere il bosco lì vicino. Una pattuglia che non aveva previsto si stava avvicinando, Kili si buttó dietro ad un cespuglio solitario a metà strada tra la foresta e le prigioni. Ancora una volta la natura lo aveva aiutato, occultandolo agli sguardi nemici.


CONTINUA...

KILI & FILI'S STORY #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora