Labyrinth

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La sera dopo Michael venne nella mia stanza in pigiama, era molto stanco e come sempre non riuscì a dormire, voleva parlare, lo sapevo, quando aveva qualcosa per la testa glielo si leggeva in volto, mi stupì molto il fatto che non andò da Karen ma venne da me.

Si sedette lentamente sulla poltrona davanti al letto, sembrava faticasse a compiere qualsiasi movimento, notai che portava un pigiama troppo pesante per essere quasi fine Giugno qualcosa non andava, mi osservò a lungo finché mi sorrise dolcemente riscaldandomi il cuore, eliminando quei pensieri dalla mia testa.

Quello era il Michael di cui avevo sempre sentito parlare, quello che al primo colloquio mi era sembrato si fosse perso dentro un labirinto oscuro, ora aveva trovato la via d'uscita ed era sereno e felice, nonostante il suo corpo comunicasse altro.

-Ho notato in te uno sguardo strano ieri sera, come dire, diverso- ecco dove voleva arrivare, ecco perché era venuto da me, era curioso o forse aveva colto che in me c'era qualcosa di più profondo di un semplice "sguardo strano".

-Sì- mi ritrovai ad arrossire -sì è vero, ho solamente compreso a pieno che tipo di persona sei- alzò un sopracciglio divertito.

-E che persona sono io?- si morse il labbro inferiore, amavo quando lo faceva e il modo in cui lo faceva, il suo naso si arricciava dolcemente e i suoi occhi si illuminavano all'improvviso, era magia pura.

-Una di quelle persone che entrano nella tua vita e la stravolgono completamente. Come un temporale estivo che rinfresca l'aria, inatteso, incantevole e spaventoso al tempo stesso, ma alla fine di tutto, quando scorgi all'orizzonte un bellissimo e limpidissimo arcobaleno ne rimani affascinata a tal punto che non vorresti fare altro per ore. Sei una di quelle persone che ti fanno sorridere quando le pensi mentre sei assorto...- mi ritrovai ad arrossire e forse stavo esagerando con le parole, ma lo pensavo realmente e anche se mi ero esposta così tanto ero consapevole del fatto che di lì a poco avrei ricominciato a lavorare per me stessa, quindi tanto valeva dire le cose come stavano, era importante per me essere sincera in quel momento per ringraziarlo per tutto ciò che aveva fatto per me, inconsapevolmente -sai, con i miei clienti non ho mai avuto un rapporto che va oltre la professionalità, loro chiedono e io svolgo... Non c'erano grandi discorsi tra una seduta di trucco e l'altra, solitamente li osservavo farsi foto o impegnati in conversazioni, o semplicemente si scaldavano la voce con i vocalizzi e a me è sempre andata bene così anzi... ma con te è stato tutto così spontaneo, così vero, che è stato impossibile sorreggere le barriere che solitamente creo per essere una buona makeup artist- rise di gusto.

-Le barriere sono sempre necessarie?- mi guardò con uno sguardo profondo.

-Sì, per il mio vissuto sì- dissi senza pensare, ed ecco che riuscì nuovamente a entrare dentro al mio cuore, ai miei segreti più oscuri senza che riuscissi a controllare i pensieri, era un altro dei doni che lo caratterizzavano, riusciva a tirar fuori il buio e farlo brillare.

-E che vissuto hai alle spalle Katy? Ho sempre voluto chiedertelo- mi guardò con il suo sguardo profondo che tanto amavo e mi metteva a disagio perché sapeva come infrangere ogni barriera, ogni mia ricerca nel tentativo di mantenere una mente lucida era vana con lui.

-Beh... cioè, penso di soffrire della sindrome dell'abbandono in poche parole- risi di quelle parole, ma lui non lo fece, stava aspettando che continuassi, abbassai lo sguardo e sospirai -ho vissuto in un orfanotrofio per tutta la mia infanzia, i miei genitori sono morti quando ero bambina e mia nonna non mi ha voluta tenere con sè, però veniva a trovarmi spesso e questo è stato bello e importante per la mia crescita. In un qualche modo mi ha fatto comprendere che ci tenesse a me. Il mio primo fidanzato mi ha lasciata tre mesi prima del gran giorno, quando scoprii di aver perso il bambino e da lì non ho più cercato relazioni con alcuna persona. Non duratura almeno, è da quel momento, da quel preciso istante in cui mi sono sentita persa e rifiutata ancora, che ho scoperto di avere dentro di me una forza che mai avrei pensato di possedere. Ho compreso che non dovevo essere convenzionale per essere accettata, non avevo bisogno dell'appoggio degli altri perché ero diversa, e che la cosa migliore che potessi fare era quella di volermi bene io stessa, in primis e di amarmi, avevo bisogno di focalizzarmi su di me e sui miei obbiettivi per star bene. Non so neanche perché te lo sto raccontando...- si avvicinò per stringermi la mano.

-Mi dispiace-

-Oh non preoccuparti, è roba del passato ora sto bene- me n'ero convinta per anni finché ero giunta al punto in cui stavo realmente bene, la mia vita aveva preso una piega che mi piaceva e mi rendeva fiera e soddisfatta del mio operato.

C'era voluto tempo e molto lavoro introspettivo, ma il primo passo per cambiare è mettersi davanti allo specchio e sviscerare ogni avvenimento per metabolizzarlo e accettarlo ed io ci ero riuscita col tempo e con la buona volontà.

-Sei una donna forte e autonoma e questo è molto bello, hai trovato serenità dentro le piccole cose quotidiane ed è importante, è la cosa migliore che un essere umano possa fare, non accontentarsi mai ma ringraziare il cielo per tutto ciò che ci viene dato giornalmente. Attraverso i piccoli gesti, i piccoli doni quotidiani che ci fanno apprezzare a pieno il percorso ed è l'essenza della vita stessa. Sono vivo, le persone accanto a me stanno bene, posso mantenerle- fece una smorfia -e questo è quello che mi permette di vivere una vita in totale serenità- altra smorfia, forse parlava di ciò che avrebbe voluto per il suo futuro, seppi molto più tardi che Michael non stava poi così bene economicamente ma che il tour gli sarebbe servito per estinguere i suoi debiti e dare un futuro ai suoi figli, aveva tanti sogni che voleva ultimare da anni -Sai, ho cercato anch'io di rinchiudermi dentro una fortezza, quando le prime accuse di molestie mi hanno quasi distrutto. Ed è proprio lì che ho pensato, non starò mai più solo con un bambino, ma poi Lisa, il matrimonio, parlammo molto della faccenda e mi fece riscorpire che tipo di uomo sono. Rispecchiava il suo amore e la sua profonda ammirazione su di me in modo da farmi comprendere come lei mi vedeva e quanto l'amore fosse importante. Così decisi che non avevo alcun motivo per non essere me stesso, mi avevano già portato via tanto, la mia infanzia, la mia innocenza, avevo già pagato un prezzo altissimo per la fama e i bambini mi facevano ricordare che tipo di bambino sarei stato, mi alleggerivano le giornate e insieme a loro io non pensavo più alla fama, all'essere Michael Jackson e a tutti gli impegni cui dovevo sottostare, ero semplicemente un'anima che si divertiva con altre anime affini ad essa. Non ho mai fatto del male a un bambino- mi disse distrutto.

-Lo credo- mi guardò sorpreso -mi sono bastati due minuti per capirlo Mike-

-Grazie- mi strinse la mano commosso -ma poi successe di nuovo- sospirò -e tutto è accaduto anche per uno stupido catalogo che comprai anni prima, si sono riuniti per distruggermi, perché ero diventato una potenza impenetrabile- stavo per chiedergli di chi stesse parlando ma mi fece capire che non me lo avrebbe rivelato, anche se non era poi così difficile arrivarci da sola, probabilmente era qualcosa di così grande da non poterlo minimamente immaginare.

Quando ci sono di mezzo i soldi e gli interessi le grandi multinazionali ti vedono come un numero, un piccolo numero correlato ad altri milioni e non importa se sei Michael Jackson, la più grande star di tutti i tempi, ti vedono come una macchina da soldi finché va tutto bene, ma se crei problemi ti annienteranno finché non otterranno ciò che desiderano e lo faranno con ogni mezzo a loro disposizione -volevano riappropriarsene e non sapevano come farlo, ma avevano i mezzi e non si sarebbero fermati davanti a niente e nessuno. Sono convinto che in mezzo a quel tavolo, in cui c'erano pezzi grossi, a qualche idiota venne la brillante idea di accusarmi nuovamente di molestie, era l'unico modo per mettermi in ginocchio, in tutti i sensi, e ce l'hanno fatta. Fu lì, fu proprio quel 13 giugno che decisi di averne piene le palle delle persone e mi rifugiai dentro una fortezza, altrove, lontano da casa per ritrovarmi, per ritrovare la forza e il mio credo verso l'umanità, so che non tutte le persone sono così, mi avevano fatto in mille pezzi capisci?- il suo sguardo tormentato, la sua voce rotta mi spezzò il cuore, come si poteva distruggere a tal punto una persona? Come si può non dare peso alle proprie azioni? A quello che si scrive che si dice quando ne va a discapito di una vita umana? Fino a che punto poteva arrivare l'invidia, l'odio e la smania se le conseguenze erano state proprio queste?  



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