La fine. L'inizio.

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Quella mattina mi alzai molto presto, erano le 8 in punto del 29 Agosto 2010 e c'erano già 30 gradi, mi sedetti su un tavolo fuori in un piccolo bistrot vicino al centro ed aspettai, mi tremavano le mani ed ero in ansia, un'ansia che mi stava divorando e che non riuscivo a controllare.

Sorseggiai il mio caffè americano ritrovandomi ad osservare la gente che mi passava davanti, sembrava fossero tutti in vacanza mentre i pochi rimasti, erano per lo più lavoratori che si alzavano tutti i giorni per recarsi al proprio lavoro, assorti nelle loro vite e pensieri quotidiani.

Erano cambiate molte cose dall'anno prima, Facebook aveva incassato milioni e i social avevano iniziato a prendere piede nelle vite di tutti, erano usciti dvd, libri, cd, bambole, ma l'amore per Michael non sembrava essersi affievolito, erano stato creati forum dedicati, anime che si raccontavano e ritrovavano per parlare della loro star appena conosciuta o amata da sempre.

Anime che si sentivano affini nell'amore comune per la propria star, si era parlato di cospirazione, di milioni ereditati, di accuse, di tutto e di più e più si andava avanti e più le notizie uscivano senza che riuscissi a starci dietro e in realtà nemmeno mi interessava.

Ma chi lo amava si era messo l'anima in pace e cercava ogni giorno di celebrarlo come lui avrebbe voluto, attraverso i suoi messaggi di pace e amore ricercando disperatamente la felicità nei piccoli doni quotidiani, cercando di fare il possibile e il proprio meglio per migliorare la vita degli altri e la propria.

Ero cambiata anch'io, avevo continuato a lavorare nel mio negozio, portandolo avanti al meglio, fu un periodo difficile quando i paparazzi scoprirono che avevo lavorato per lui il mese prima della sua morte, mi invitarono nei talk show offrendomi anche cifre da capogiro, alcuni mi inviarono un copione su ciò che avrei dovuto dire nei loro programmi. Ne lessi due dei tanti e ne rimasi disgustata, non risposi alle mail, la cancellai e cambiai numero di telefono e residenza per cercare la quiete che mi era mancata negli ultimi tempi. Avevo saggiato un pizzico di ciò che provò Michael per tutta la sua vita e nel complesso mi devastò a tal punto che iniziai a voler sparire dalla faccia della terra.

Non potevo immaginare cosa avesse provato lui, sin da bambino era stato costretto a vivere con il terrore degli scatti e dei giornalisti che non gli davano pace e capii il motivo per cui voleva nascondere il volto dei suoi figli, per fargli assaporare la parvenza di una vita normale prima che il mondo avesse scoperto chi fossero realmente.

Capii a pieno cosa e chi girasse intorno alla sua carriera, con quali persone subdole aveva avuto a che fare e mi dispiacque, provai un profondo senso di tristezza e rammarico, ma fortunatamente trovarono molte persone che non vedevano l'ora di mostrarsi e parlare di Michael, in qualunque modo, senza remore né vergogna.

Uno dei pochi che ascoltai fu Tom Maserau, il suo avvocato dei tempi delle seconde accuse, le parole con cui lo circondò mi fecero capire quanto il denaro non possa comprare tutto, perché nonostante cercarono di traviare anche lui, in diretta disse esattamente ciò che voleva far sapere dell'artista e amico che aveva sempre difeso a spada tratta fregandosene del copione e dell'imbarazzo del conduttore nell'ascoltare ciò che non avrebbe mai immaginato.

Guardai l'orologio, erano le dieci in punto, John era in ritardo, controllai un'ultima volta dentro la borsetta che ci fosse e mi rassicurai, era importante per me che fosse in quel giorno, per celebrarlo, avevo resistito per lui, per noi, perché non volevo farlo in un giorno qualunque.

Osservai di nuovo l'orologio quando sentii un tocco leggero sulla spalla e quando alzai lo sguardo il viso sornione di John che mi sorrideva mi apparì come una benedizione.

-Scusa il ritardo Katy, ma Katherine mi ha dato alcune raccomandazioni. Sei sicura di volerci andare oggi? Sai che giorno è? Sei consapevole che ci sarà il delirio lì davanti?- mi disse cercando di convincermi che quella data non era la migliore scelta, senza riuscirci.

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