Don't Walk Away

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Mi rifugiai dentro il mio negozio, il tg dava 25 gradi quella calda mattina di fine giugno ma se ne percepivano 40, anche se io sentivo freddo, una sensazione strana mi pervase, avevo un senso di nausea perenne, non ero per niente in forma.

Le ragazze al negozio mi consigliarono di riposare in studio, mi ci fiondai e mi buttai sulla poltrona, fissai per tutta la mattina lo schermo spento del pc, non sentii nemmeno le chiamate al telefono che incessanti echeggiavano nella stanza. Ero profondamente scossa e provata, bevvi un caffè cercando di comprendere da dove provenisse tutto quel senso di malinconia e tristezza, ero un'automa e scoppiai a piangere dal nulla, all'improvviso, senza alcun motivo.

Pensai che la motivazione fosse perché avevo razionalizzato il fatto di aver lasciato andare la persona più bella che avessi mai conosciuto nella mia vita, pensai fosse una conseguenza del fatto che me n'ero finalmente accorta, di quanto fosse bella e rara, un diamante grezzo in mezzo a tante pietre.

Bevvi un sorso di caffè era salato, stavo bevendo anche le mie lacrime e mi ritrovai a sorridere per quanto fossi stupida, quando sentii bussare alla mia porta mi resi conto che forse ciò che stavo provando era molto di più di ciò che pensavo.

-Katy... forse...- disse Lora, una delle mie dipendenti -forse dovresti venire di là a sentire ciò che stanno dicendo al tg- spalancai gli occhi e la guardai attentamente, era pallida in viso e le tremavano le mani, il suo sguardo ricadde sul mio, sulle mie lacrime, vidi la sua mano coprire la bocca, era sconvolta -forse già lo sai- che diavolo stava succedendo?

-C... che cosa?- riuscii a dire ma la voce usciva strozzata, senza tono.

-Oh mio Dio- disse lei coprendosi il viso con le mani -mi dispiace, mi dispiace tanto- mi strinse a sé, il primo gesto di affetto che concessi ad una mia dipendente.

-Oddio. No. Questa sensazione di malessere... il mio pianto isterico, è successo qualcosa a Michael?- mi alzai di scatto liberandomi dall'abbraccio, a volte capita di avere delle sensazioni che ci legano ad anime con cui abbiamo avuto un'affinità particolare, o solamente delle sensazioni affini a persone che abbiamo conosciuto nella nostra vita. Scoprii più avanti che Lisa Marie provò ciò che avevo provato quel giorno, è qualcosa di inspiegabile e a cui molti non credono, ma solo chi ha avuto questa percezione almeno una volta nella propria vita può comprendere di cosa sto parlando.

-D... devi venire di là. Non voglio dirtelo io- mi alzai lentamente, non ne avevo le forze, trascinai i piedi fino al salone e m innervosii nell'osservare le espressioni sconvolte delle mie clienti, delle mie dipendenti, ma forse non erano rivolte a me, era attonite, forse stava accadendo l'immaginabile, mi sedetti davanti alla tv e ascoltai attentamente mentre il cuore stava per scoppiarmi in petto.

-Michael Jackson il re del pop si è spento stamattina alle 14:26 a causa di un arresto cardiaco, con lui c'era il suo medico, il dottor Conrad Murray. Jackson è stato trasportato d'urgenza in ambulanza all'Ucla di Los Angeles, il fratello Jermaine Jackson sta uscendo proprio ora per dare la triste notizia- le lacrime oramai rigavano il mio viso in mondo incessante e un forte dolore al petto mi fece tremare, non ascoltai le parole di Jermain saspevo già tutto ciò che dovevo sapere.

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Avevamo perso una delle anime più belle mai conosciute al mondo e non sto esagerando, come tutti i grandi che avevano fatto la storia, Michael era stato un vero esempio di come sia possibile restare umani durante le avversità, non lasciandosi condizionare da ciò che di brutto può accaderci nella vita. Con spirito positivo e propositivo, ricreando attraverso la sua arte qualcosa che andava al di là dello sconforto che gli avvenimenti che tutti conosciamo hanno portato nella sua vita, trasformando il bicchiere mezzo vuoto in un oceano inesplorato e bellissimo, da analizzare e riscoprire. Se Michael non fosse esistito, non so che lascito musicale avremmo avuto ad oggi, come un Mozart, un Beethoven, un Fred Astaire, o un Louis Amstrong, anche lui aveva dato il suo grande contributo musicale e umanitario.

Il suo scopo in vita era quello di sentirsi amato, qualcosa che non aveva provato durante l'infanzia e che per tutti quegli anni aveva cercato assiduamente attraverso la sua professione, amore che ricambiavano solamente i bambini perché privi di pregiudizi, loro lo osservavano per quello che era.

Mi guardai intorno, ogni muscolo del mio corpo non rispondeva agli imput del mio cervello che gli imponevano di scappare da quella sala, sentivo gli occhi puntati addosso e non lo sopportavo.

Avevo bisogno di stare sola, così mi rinchiusi in studio e piansi tutte le mie lacrime ricordando gli ultimi attimi vissuti insieme, cercando di focalizzare nella mia mente il suo tocco sulla mia pelle senza riuscirci, fu straziante e devastante al tempo stesso, e poi, come in tutte le morti, il senso di colpa di averlo abbandonato quando più aveva bisogno di me mi lacerò l'anima, la nausea si fece sentire più forte e avrei tanto voluto urlare, fare qualcosa per estirpare quel dolore dal mio corpo.

Passai dei giorni in completa solitudine, spensi il telefono e dormii e piansi e dormii ancora, ero distrutta, come poteva un uomo che avevo conosciuto da così poco tempo avermi fatto sprofondare così a fondo? Questa era la chiara dimostrazione che le barriere non servivano a nulla, che alcune scelte sono meno dolorose se prese col cuore e non col cervello, se avessi scelto di stargli vicino magari sarebbe morto comunque ma almeno saremmo stati insieme.

Ma lui non c'era più e questa era l'unica certezza che avevo, sentii fuori dal mio appartamento in centro Los Angeles veglie e gente che piangeva o che urlava il nome di Michael, "ora l'America ti ama" pensai con rabbia, ora che ti ha perso per sempre ti apprezzano, ma non sanno quanto male ti hanno fatto in passato.

C'è davvero bisogno di perdere una persona per comprendere a pieno quanto fosse diversa da come immaginavamo? C'era bisogno di una morte per informarsi su che persona fosse Michael Jackson? Evidentemente sì, e la rabbia si impadronì di me e del mio corpo, ce l'avevo con il mondo, ce l'avevo con tutte le persone che giudicavano senza mai prima informarsi, contro chi giudicava a prescindere, contro chi non l'aveva compreso e lo aveva condannato. C'era stato un dispendio enorme di informazioni, tutti volevano sapere chi fosse Michael Jackson, tutti volevano conoscere come la sua grandezza lo avesse portato tanto in alto, Google subì un blocco a causa della notizia della sua morte. Tanti piansero senza mai averlo conosciuto come artista, fu una disperazione generale incompresa da molti, aveva dato questa parvenza, questo modo alle persone, di sentirsi vicine a lui, anche se non era realmente così, attraverso i suoi messaggi, l'empatia che trasmetteva, ci si sentiva realmente parte del mondo di MJ. Per molti fu uno sprono per avvicinarsi alla musica, alla perfezione dei suoi movimenti, ci fu una scia generale di positività data dalla sue eredità. 

In molti riaffiorarono ricordi inerenti alla propria infanzia semplicemente ascoltando una sola canzone, tutti o quasi, almeno una volta nella vita avevano sentito una sua melodia alla radio, su Mtv, o cantato a scuola We are the world davanti ai propri genitori, tutti sapevano almeno una mossa inerente a Thriller o cosa fosse il Moonwalk.

Fu una delle più grandi perdite a livello artistico e umano di tutti i tempi, per quanto la gente potesse parlare e avere ancora modo di giudicarlo per ciò che è stato detto o scritto, chiunque si fosse informato un minimo e avesse una mente aperta avrebbe capito quanto tutto, TUTTO intorno a MJ fosse incentrato su uno scopo ben preciso, il Dio denaro, che può essere una benedizione per alcuni, ma per lui fu una condanna che lo portò a sprofondare nella solitudine.

E qui la domanda sorge spontanea, ne è valsa la pena?




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