5. The truth

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Ed è strano come ogni essere vivente sulla terra abbia almeno una piccola quantità di malizia e crudeltà nel corpo, ma no, se questa società era perfetta, beh che dire, io ero l'eccezione.
Avevo troppo di tutto, ero riuscita a tradire persino la mia migliore amica, mentre lei per me avrebbe fatto di tutto.

Ormai erano passate tre settimane piene da quella sera e io non mi sono fatta più sentire. Cassie mi chiamava e non rispondevo, quando la vedevo a scuola cambiavo strada, facevo di tutto pur di evitarla. Mi sentivo malissimo, le altre ragazze mi chiedevano continuamente di uscire, ma io stavo troppo male con la mia coscienza per poter uscire. Mi sentivo, non lo so, SPORCA.

La suoneria del mio cellulare interruppe i miei pensieri, fissai il nome, Cassie. Aveva la nostra foto come immagine del profilo. Come avevo potuto?
'Emme sono tre settimane che non ti fai viva, per favore rispondi. Non so cosa io ti abbia fatto, ma scusa per tutto. Parliamone, sul serio mi manchi troppo, ti prego di richiamarmi. Ciao Meg, ti voglio bene.'
Mi mancava tanto anche lei, ma non avrei saputo guardarla negli occhi senza scoppiare a piangere. Meg, quel soprannome me lo aveva dato lei.
'Emme mi sono stancata, ho aspettato troppo tempo. Va bene, dieci minuti non equivalgono ad un'eternità, però mi manchi troppo, perciò eccomi qua. Ah dimenticavo, sono davanti la porta di casa tua. Vieni ad aprimi stordita, ho portato quei fantastici croissant del Colazione da Tiffany, e si, ho preso quello al cioccolato per te, apri!'
Oh mamma, come facevo? Qualche secondo dopo mia madre entrò con un sorriso che partiva da un orecchio e finiva all'altro.
«Amore mio, c'è Cassandra che ti aspetta di sotto, presto metti la vestaglia!» squittì.
Saltai dallo spavento. «No mamma, scordatelo! Dille che non ci sono, ti prego.»
«Ma perchè le dovrei dire che non ci sei? Ormai le ho detto che eri qui su!» s'irritò.
«No mamma, ti prego! Le ho fatto qualcosa di troppo grave.» confessai.
«Cos'è che mi avresti fatto di troppo grave?» chiese Cassie, entrando in camera mia.
Spalancai la bocca e abbassai lo sguardo. Lei si avvicinò a me.
«Allora io vi lascio sole eh» disse mia madre prima di chiudere la porta dietro di sè.
«Allora?» sbottò
«Ti prego non odiarmi..» dissi
«Non potrei mai.»
«Sì, dopo questa credo che non mi parlerai proprio più.» affermai.
«Vuoi parlare?» chiese, si stava irritando.
«E' una cosa grandissima, ma ci provo.» risposi «Sai che io ti voglio troppo bene, perciò..»
«Parla porca puttana! PARLA!» urlò
«Quella sera che mi hai presentato il tuo ragazzo, Harry, io dopo sono andata in bagno, ricordi?»
Lei annuì. «Sì, dopo ti ho rivisto, e sei tornata in bagno se non sbaglio.»
«Ecco, noi..»
«Cosa? Noi cosa? NOI COSA?» chiese con le lacrime agli occhi.
«Ti prego, non dirmi che, no sul serio non, dimmi che non è vero..» disse, piangendo.
«Ti prego dimmi che mi sto sbagliando, ti prego..»
Corsi ad abbracciarla.
«Non volevo.» dissi
«Non volevi? NON VOLEVI? Sei solo una sgualdrina, e io ti distruggerò, ricordatelo.» disse «Ricordati che da adesso è guerra pura! Stai allerta!»
E dopo se ne andò sbattendo la porta. Caddi a terra con la schiena contro il letto e piansi. Mia madre entrò e mi venne abbracciare, avevo un nodo in gola che neanche un marina sapeva sciogliere. Mi tenne stretta al petto mentre io continuai a piangere, singhiozzando.
Quel pomeriggio stesso scrissi a lui.
'Hey Harry, sono Melissa, troviamoci al Confusion bar tra un quarto d'ora, è urgente.'
'Ai suoi ordini regina! Anche se qualche bacio potresti scriverlo. Hxx'
'Non rompere e vieni! Melissa.'
Okay, indossai qualcosa di carino, sciolsi la coda, un filo di mascara e uscii di casa.

«Desidera qualcosa signorina?» chiese un ragazzo sulla ventina.
«Una cioccolata calda con doppia panna, grazie.» risposi con un lieve sorriso.
«A me un caffè macchiato.» disse una voce familiare.
Harry. Si sedette nel divanetto di fronte al mio e mi sorrise.
Come poteva essere felice dopo quello che avevamo fatto a Cassie?
«Perchè mi hai chiamato?» chiese
Mi passai una mano fra i capelli. «Per quello che è successo alla festa di Courtney.»
«Ah, vuoi il bis?» rise.
«Ma smettila!» lo aggredii «L'ho detto a Cassie.»
«E lei?»
«Mi odia, mi ha detto che sono una sgualdrina e che mi distruggerà presto.»
«Dai è stato un semplice scherzetto, non se la dovrebbe prendere così.» rise.
«Ma non ti fai schifo?» chiesi.
«No, anzi mi sento bene.» rise nuovamente.
«Ma vaffanculo!» sbottai «Fai schifo! Ecco come mai sei solo. Nessuno ti vuole perchè fai schifo. Neanche tua madre ti vuole, perchè fai solo schifo.»
«Senti se non sai niente, fatti i cazzi tuoi okay?» cominciò ad urlare alzandosi in piedi. «Sei solo una mocciosa che non ha mai fatto niente della sua vita e mai niente ne farà.»
Mi guardai intorno, tutti ci stavano fissando, che vergogna.
«Harry per favore, siediti.» lo supplicai.
Si sedette. «Fai schifo, sai perchè la tua migliore amica non ti vuole più? Quella è stata una scusa per lasciarti sola, io so il vero motivo.»
«Qual è?» chiesi.
«Ti ha lasciata sola perchè sei un disastro, una stupida, sei lo scarto di un aborto, sei lo schifo in persona.»
«Harry ti prego!» lo supplicai con le lacrime agli occhi.
«No, Harry ti prego un cazzo! Fai schifo! Sei una merda, tu sapevi che lei ci teneva a me e hai lasciato che accadesse tutto, anche io c'ero dentro, ma almeno io lo ammetto di non essere buono, tu invece no! Tu fai la santarellina, verginella del cazzo quando invece fai schifo, sei un disastro, Melissa Rose tu sei un disastro.»
A quel punto mi alzai, presi la giacca e la borsa e scappai.
Mi misi a correre senza neanche vedere dove andassi, vedevo tutto sfocato.
I suoni del clacson, che mi bucavano quasi i timpani, mi rendevano disorientata.

Arrivai in un parco, oramai si era fatto buio e, pur avendo paura del buio, mi sedetti nella panchina fradicia.
Dopo pochi minuti una mano mi toccò i capelli e un respiro caldo si posò sul mio collo dove, in seguito, delle labbra piene lasciarono degli umidi baci sulla pelle delicata.
Mi girai trovandomi faccia a faccia con lui e, ancora una volta, gli permisi di prendersi gioco di me.
Poggiò le sue labbra morbide sulle mie e mi alzai in piedi.
«Mi fai schifo, lasciami stare!» esclamai.
«Scusami.» disse
«Vedi cosa c'è? Che per te tutto è dovuto, ma no Harry, non siamo in uno di quei film americani dove il ragazzo più bello ha tutte ai suoi piedi.» dissi.
«Perchè dici ste cose se non sai niente? Perchè non ti lasci andare?»
«Perchè non voglio essere una delle tante.» dissi prima di andare via.
Ma una mano mi cinse il braccio e con forza mi spinse contro un albero.
«Ti prego, resta. Scusami» mi stava pregando?
Le stesse labbra morbide di prima si poggiarono nuovamente sulle mie.
Presi il suo viso tra le mani mentre continuavo a baciarlo.
Quel bacio fu più dolce degli altri.

A/S
Ciao topiiine.
Scusate se non l'ho postato prima, sul serio, scusatemi.
Avrete notato che ho cambiato il nome della ragazza, l'ho fatto perchè ogni volta che volevo scrivere Emily scrivevo Melissa, magari perchè è il mio nome, ma boh. Lo preferisco ahah.
Ora come sono andate le feste? Le mie più o meno, dopo tre lunghi mesi che andavo dietro ad un ragazzo più grande di me di tre anni, avevo deciso di scrivergli alla vigilia e lui l'ha visualizzato ma non ha neanche risposto. Ho pianto tutta la notte e anche i due giorni seguenti, ma bene o male ora mi sono ripresa e infatti a capodanno non ci ho pensato tanto :)
Un bacio!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 10, 2016 ⏰

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