Piccola nota prima di iniziare la storia: prima di tutto volevo ringraziare Camilla per aver ruolato la base di questa ff con me, anche se poi l'ho scritta da sola e ci ho apportato delle modifiche. Dopodiché ci tenevo ad informarvi che il carattere dei personaggi potrebbe essere un po' differente rispetto a quello che hanno nell'anime, questo perché ovviamente il carattere si adatterà all'andamento della storia anche se ho cercato di cambiarli il meno possibile. Come seconda cosa volevo dire che lo smut sarà presente anche se solo in piccole parti (non sarà la tematica principale di questa ff) e tutta la storia si manterrà comunque molto fluff. Detto ciò spero che vi piaccia e vi auguro buona lettura.
Eren's Pov
È un venerdì sera di fine aprile e sto tornando a casa da un'uscita con Armin e Mikasa, i miei migliori amici.
Finita la scuola ci siamo visti in centro per poi andare a pranzare insieme con una pizza e fare un giro.
Siamo tutti e tre di prima superiore ma essendo di scuole diverse non abbiamo molto tempo per vederci se non appunto organizzando delle uscite come questa nei pochi giorni in cui nessuno di noi ha degli impegni.
Giro in una via poco conosciuta, quasi per niente illuminata e abbastanza malfamata ma che è una scorciatoia per arrivare a casa ed è pure piuttosto tranquilla, non ci passa molta gente.
Sì, non mi piace stare nei posti affollati, alla fine ogni tanto, troppo spesso per i miei gusti, mi capita di venire riconosciuto o di essere osservato, infondo sono il figlio di una delle coppie più conosciute del paese. Sono Eren, Eren Jaeger, figlio del dottor Jaeger, uno dei chirurghi più rinomati al mondo.
Anche mia madre è piuttosto conosciuta, lavora con papà e fa l'infermiera e in giro si dice che loro due messi insieme siano una coppia formidabile.
Di conseguenza arrivo da una famiglia benestante, i miei genitori lavorano molto ottenendo risultati positivi e questo mi porta ad essere indicato e porta le ragazze a provarci con me; inoltre il mio aspetto fisico non aiuta a levarmele di torno, anzi. Sono il classico ragazzo dal fisico slanciato, abbastanza magro ma non troppo, con un accenno di muscoli, due grandi occhi verdi e capelli castani e pare che alle ragazze tutto ciò faccia impazzire.
Il flusso dei miei pensieri viene bloccato appena illumino per sbaglio col flash quella che sembra una bambina.
Mi osserva qualche istante spaventata, pare stia mangiando del pane che però lascia per coprirsi il volto con le braccia mentre inizia a tremare e si appiattisce contro al muro come se sperasse di potersi nascondere al suo interno.
Abbasso il flash facendo in modo che comunque la luce la illumini e intanto mi tolgo le cuffiette riponendole nella mia tasca.
Mi avvicino lentamente e più la osservo più mi rendo conto che si tratta di un bambino.
Ha i capelli lunghi, neri e sporchi, gli occhi sono di un colore che non riesco bene a definire, con questa luce sembrano quasi neri ma allo stesso tempo mi sembrano essere più chiari.
È molto magro, con alcuni tagli e lividi sparsi per il corpo, indossa una maglia stracciata che è di almeno 4 o 5 taglie più grandi di lui e un paio di calze che sicuramente ha trovato da qualche parte e che prima erano di qualche adulto.
Mi avvicino lentamente per poi accucciarmi davanti a lui, ancora ad alcuni passi di distanza per non spaventarlo ulteriormente.
"Ehi...Sei da solo..?" gli domando cercando di usare il tono più calmo e rassicurante che mi esce, non voglio rischiare di farlo scappare.
Lui non mi risponde e mi guarda un po' spaventato porgendomi il pane.
Lo guardo un pochino confuso per qualche istante per poi fargli cenno di no.
"Quello è tuo, mangialo tranquillo...Non te lo voglio togliere"
Annuisce e la mangia velocemente, chissà da quanto non mangiava, sembra davvero affamato.
Quando finisce mi guarda, si legge dal suo sguardo che ha paura che io gli faccia qualcosa.
Mi siedo incrociando le gambe e gli sorrido dolcemente.
"Non ho intenzione di farti del male"
Rimaniamo in silenzio per un po', uno che aspetta una mossa dell'altro ma nessuno che ha il coraggio di fare o dire qualcosa.
Dopo alcuni minuti passati così decido di interrompere il silenzio.
"Stai aspettando la tua mamma o il tuo papà?"
Intanto che aspetto una sua risposta mi guardo in giro per vedere se arriva qualcuno ma niente, in questa via sembriamo esserci soltanto io e lui.
Eppure...un bambino così piccolo non può essere stato abbandonato, sarebbe terribile oltre che illegale.
"No..." mi risponde piano lui.
Passiamo altri istanti in silenzio poi lo interrompo di nuovo.
"Sai il numero di telefono di uno dei due? Così possiamo chiamarli."
Abbassa lo sguardo e scuote la testa facendomi cenno che non lo sa.
Cala di nuovo il silenzio, non so molto bene cosa fare o dire in questa situazione.
Vedo che inizia a tremare di più, probabilmente ha freddo anche se siamo in primavera inoltrata.
Mi tolgo la felpa porgendogliela.
"Mettiti questa"
"Perché..?" mi domanda guardandomi confuso come se avessi appena fatto la cosa più strana del mondo.
"Hai freddo no? Io anche senza di quella sto bene"
Annuisce e prende la felpa mettendosela e rannicchiandosi al suo interno; fortunatamente è abbastanza piccolo e la felpa riesce a coprirlo quasi del tutto.
"Bravo" dico sorridendogli "Posso chiamare la polizia o qualcuno che può aiutarti o occuparsi di te?"
"No!" mi risponde con un tono spaventato e alzandosi di scatto mentre mi guarda con occhi pieni di terrore.
"Ma non puoi vivere qua così..."
"Non voglio..." sussurra piano.
Passiamo altri minuti in silenzio, sto cercando delle soluzioni ma non me ne vengono in mente se non una, ma è assurda e non penso funzionerebbe.
"Senti...non so se ti piacerebbe o se accetteresti ma...vorresti venire con me?"
"N-no..."
Ecco appunto, sapevo che non avrebbe voluto, infondo quale essere umano vorrebbe andare a vivere con uno sconosciuto?
Però è l'unica soluzione che ho per provare a salvarlo, non mi arrenderò così facilmente.
"Perché no..?"
"Mi farai qualcosa..." mi risponde continuando a guardarmi spaventato.
"Qualcosa dici..?" faccio finta di pensarci su per poi dire con un tono invogliante e rassicurante "sì, qualcosa te lo farò. Un bel bagno caldo per farti bello profumato, poi ti farò mangiare tanto e dormire in un bel letto caldo e comodo e domani dopo la nanna potremmo giocare insieme... sai alla fine non sono molto più vecchio di te"
Ho cercato di puntare sulle cose che potrebbero farlo cedere, se non lo convinco così non avrò altre possibilità.
"E se mi stai dicendo una bugia..?"
"Se fosse una bugia...mi faccio picchiare da te?"
Lo vedo tentato, ci riflette un po' su poi mi guarda annuendo piano.
Mi giro di spalle rispetto a lui rimanendo comunque accucciato.
"Vuoi salire?"
Lo prenderei direttamente in braccio ma probabilmente non gli piacerebbe e poi mettendosi sulle mie spalle probabilmente si sentirebbe più tranquillo.
"Non posso camminare..?"
"Se sali andiamo un pochino più veloci e poi la gente non ti guarderà troppo" non penso gli piaccia molto essere fissato dalle persone.
"Va bene" mi risponde salendo titubante sulla mia schiena e reggendosi con le sue braccine magre al mio collo.
Solo ora mi rendo conto del cattivo odore che emana, sicuramente la mamma non sarà contenta di ritrovarselo in casa ma per una volta non mi interessa, voglio aiutarlo, non posso fare finta di non averlo visto soprattutto considerando che non sopravviverebbe di sicuro.
Mi alzo senza fare movimenti bruschi per non farlo spaventare, poi riprendo a camminare per la via, man mano che arriviamo verso la fine diventa sempre più illuminata.
"Sai a casa ci sono anche la mia mamma, il mio papà e Naomi, la domestica che ci aiuta e che per me è un po' come una nonna...Ma non devi avere paura di loro, sono tutti delle brave persone"
"Cos'è una domestica..?"
"è una persona che come lavoro aiuta altre persone a pulire e sistemare la casa"
"Mh..." è l'unica risposta che ottengo.
Lo guardo con la coda dell'occhio e noto che è attento ad osservare dove stiamo andando, probabilmente sta cercando di capire se è una zona che conosce o meno.
I minuti seguenti stiamo in silenzio, cammino velocemente per avere addosso meno sguardi possibili, passiamo per delle vie abbastanza frequentate, piene di locali, poi arriviamo in una zona meno affollata e mi fermo davanti al cancello di casa.
Abitiamo in una grande villa a due piani, con un giardino molto grande.
"La mia casa è questa qua"
Mi giro leggermente verso di lui per vedere che osserva tutto, si vede che è sia stanco che spaventato, infondo non sa cosa gli potrebbe succedere.
"Che dici, entriamo?" gli chiedo dopo alcuni istanti cercando di usare un tono gentile.
"Sì..." mi risponde in modo molto insicuro.
"Vedrai che andrà tutto bene" sempre se mamma non uccide entrambi, ma questo preferisco tenermelo per me.
Dalla tasca dei pantaloni tiro fuori le chiavi e apro il cancello, poi entro e lo richiudo.
Percorro il vialetto che dal cancello porta a casa ed entro togliendomi le scarpe.
"Sono tornato" dico a voce abbastanza alta per avvisare i miei.
Inizio a cercare la mamma per dirle di Levi e con la coda dell'occhio lo vedo che osserva in giro curioso ma allo stesso tempo spaventato.
"Tranquillo, ora andiamo un attimo dalla mamma e poi andiamo a lavarti ok?"
Lui annuisce piano mentre io finalmente trovo la mamma.
"Ciao mamma"
"Ehi" mi risponde continuando a cucinare per poi notare solo in un secondo momento il bambino dietro di me.
"E quel bambino da dove arriva?" mi domanda con un tono poco piacevole.
"L'ho trovato per strada...Era solo e non ha nemmeno i genitori..." abbasso lo sguardo sapendo già come andrà a finire, non lo vorrà, ci scommetto.
"E quindi tu hai deciso di portarlo qua"
"Mamma ti prego fammelo tenere! Me ne prenderò cura io e per l'ora di cena lo renderò profumato e pulito...Giuro che non causerà problemi né a te né a papà"
La guardo con gli occhioni supplichevoli cercando di farla cedere.
"Non se ne parla, deve andare in un orfanotrofio"
"Nemmeno se me ne occupo per bene? Giuro che non combinerà pasticci e farò tutto quello che volete..!"
"Fa quello che vuoi ma sappi che non puoi trattarlo come se fosse un cane o il tuo giocattolino. E in cambio dovrai accettare una serie di cose, inoltre se a papà non sta bene lo riporti fuori di qua. Ora vai a lavarlo"
"Sì... Grazie, lo tratterò come se fosse il mio fratellino"
Tiro un piccolo sospiro di sollievo sorridendo e mi volto uscendo dalla stanza, la verità è che forse lo voglio tenere con me per avere un po' più di compagnia, coi miei genitori non c'è proprio un bel rapporto.
Intanto andiamo al piano superiore dove ci sono tre porte, una a sinistra col bagno e due a destra, una è la mia stanza mentre l'altra è una camera per gli ospiti.
"Orfanotrofio..?"
"Non è nulla, non pensarci, non permetterò che ti portino lì" gli rispondo con il tono più convincente che riesco a fare mentre andiamo in bagno.
Il bagno è piuttosto spazioso, c'è una vasca bella grande, il water con accanto il bidet e un po' più spostato il lavandino, sopra al lavandino un grande specchio e accanto al lavandino uno scaffale con sotto degli armadietti. Appesi vicino alla vasca ci sono degli asciugamani e nell'angolo c'è la lavatrice.
Mi accuccio per farlo scendere e una volta sceso apro l'acqua mettendoci dentro del bagnoschiuma profumato assieme ad alcuni giochini di gomma che usavo da piccolo.
Mi giro verso di lui e lo vedo seduto a terra che cerca di togliersi uno dei calzini tirandolo dalla punta.
"Ti aiuto?"
Annuisce in risposta così mi avvicino e gli tolgo i calzini per poi metterli in un angolo, gli tolgo anche la mia felpa e appoggio pure quella.
"Era la mamma..?"
"Sì... Non è una cattiva persona anche se è un po' distaccata...Vedrai che non ti farà del male" gli sorrido leggermente mentre gli tolgo anche la maglia appoggiandola assieme alle altre cose.
Mi giro verso la vasca e sento con una mano la temperatura dell'acqua, vorrei evitarlo di ustionarlo o di congelarlo.
"Non farà nulla..?"
"La mamma? No, ti terrò qua con me, va bene?"
"Va bene..."
Gli faccio una carezza sulla testa, non mi importa di quanto possa essere sporco, lo sporco si lava via mentre lui ha bisogno soltanto di un po' di affetto e di qualcuno che gli voglia bene e di cui potersi fidare.
"Ci penserò io, te lo prometto"
Al contrario di quello che mi aspettavo la mia carezza lo fa tranquillizzare un pochino anche se si vede che rimane comunque diffidente.
Gli sorrido per poi chiudere l'acqua della vasca essendo che si è riempita.
"Sei pronto?"
Lui annuisce e io lo prendo in braccio per poi farlo entrare piano nella vasca.
Guarda la schiuma un po' curioso per poi toccarla con una mano.
"Si scioglie subito ma è bella da vedere, vero?"
"è strana..."
"Ma ti piace o preferisci che la tolgo..?"
"No... va bene così..."
"Ok allora...Vuoi giocare un pochino?" gli domando passandogli uno dei giochini.
"Come si fa..?"
"Così guarda"
Prendo altri giochini facendogli vedere come giocare, ogni tanto faccio prendere vita ad alcuni di essi facendo delle vocine anche un po' stupide.
Lo vedo interessato e dopo qualche minuto ne prende uno pure lui.
Porto uno di quelli che ho in mano più vicino a lui, in modo che lo guardi e lo faccio parlare con lui.
Gioca pure lui assieme a me ma senza dire una parola, però è già un piccolo inizio.
Dopo diversi minuti appoggio i giochini nell'acqua.
"Che ne dici se inizio a lavarti?"
"Sì... va bene" mi risponde appoggiando il pupazzetto pure lui.
Prendo lo shampoo che uso di solito, è uno di quelli delicati e super profumati.
"Chiudi gli occhi per favore"
Fa come gli dico e gli inizio ad insaponare i capelli in modo delicato ma allo stesso tempo strofinando bene per togliere lo sporco.
"Cos'è..?"
"Shampoo, serve per pulire e profumare i capelli"
"E funziona..?"
"Sì, dopo vedrai anche tu... anche se penso che dovrò usarlo di nuovo" gli rispondo iniziando a risciacquargli i capelli.
In alcuni punti ci sono dei nodi, cerco di districarli piano con le mani ma non riuscendoci per il momento lascio perdere, ci penserò dopo.
Quando finisco di sciacquarlo metto altro shampoo sulla mano per poi insaponargli di nuovo i capelli e, appena finisco, lo risciacquo di nuovo.
Una volta che ho fatto prendo il balsamo e glielo metto, forse potrebbe aiutarmi coi nodi.
"Si può mangiare?" mi domanda indicando della schiuma che aveva precedentemente preso in mano.
"No, ma appena finiamo qua ti porto a cenare, ok?" gli domando mentre prendo il docciaschiuma e lo insapono.
"Cosa posso mangiare?"
Inizio a sciacquarlo mentre gli rispondo "Non so cosa ha cucinato la mamma però quello che mangiamo noi, sono sicuro che ti piacerà, la mamma è brava a cucinare"
"Va bene..."
Sento la sua pancia brontolare, sicuramente è affamato, chissà da quanti giorni non mangiava.
Cerco di sciacquarlo il più velocemente possibile per poi farlo uscire dalla vasca e avvolgerlo dentro un asciugamano per non fargli prendere freddo.
"Torno subito, vado a cercare dei vestiti che ti vadano"
Esco dal bagno e vado in camera mia, per fortuna la mamma ha tenuto alcuni vestiti di quando ero piccolo.
Apro l'armadio e tiro fuori uno scatolone per poi aprirlo e trovarci diversi vestiti di quando avevo più o meno l'età del corvino.
Prendo un paio di pantaloni della tuta e una felpina, così starà caldo e dovrebbe essere anche comodo per la notte.
Torno in bagno e lo asciugo per poi mettergli i vestiti, gli vanno un pochino larghi ma nemmeno troppo.
"E questi..?"
"Erano miei, di quando avevo la tua età"
"Non posso pagarli..."
Gli accarezzo piano i capelli e faccio un piccolo sorriso.
"Non serve, non voglio soldi in cambio"
Prendo dall'armadietto un pettine per poi sedermi a terra ed iniziare a pettinargli i capelli cercando di districargli i nodi, mi sa che ci metteremo un bel pò.
"Va bene..." mi risponde.
Da alcune espressioni che fa noto che gli faccio un pochino male così cerco di fare ancora più piano anche se sono davvero molto ingarbugliati.
"T-Tiri..." mi dice piano.
"Scusami, sto già cercando di fare il più delicatamente possibile ma se non vogliamo tagliarli questo è l'unico modo..."
"Tagliarli?" mi guarda un pochino spaventato.
"Tranquillo non ho intenzione di farlo se non vuoi... E comunque non fa male farlo, anche i miei a volte li taglio"
"Falli così..." mi dice anche se noto che non è totalmente convinto e ha paura.
"Sicuro..? Altrimenti continuo come adesso, non è un problema"
Non voglio obbligarlo a fare una cosa che non vuole, anche se ha i capelli che gli arrivano poco oltre le spalle non voglio essere io ad obbligarlo a tagliarli.
Ci sono già tante cose di cui ha paura e non si fida e io non voglio essere una di quelle.
Mi guarda per poi dirmi abbassando la testa "fai come adesso...L'altro fa paura..."
"Va bene, tranquillo" gli sorrido dolcemente per poi continuare a pettinarlo il più delicatamente possibile.
"è noioso...?"
"Un pochino... Ma se non voglio farti male e se vogliamo tenerli così questo è l'unico modo e ci serve tanta pazienza."
"Sì..."
Dopo quella che mi sembra un'eternità finalmente finisco di districare tutti i nodi.
"Ecco fatto, ora te li posso asciugare"
Dallo stesso armadietto prendo il phon attaccandolo poi alla corrente e accendendolo puntandoglielo sui capelli.
"è caldo..!" dice sorpreso chiudendo gli occhi.
"Sì, non ci metteremo molto"
Gli muovo i capelli con la mano libera per asciugarglieli più velocemente.
"cos'è quello..?"
Gli spiego come si chiama e a cosa serve mentre finisco di asciugarli per poi pettinarlo di nuovo per togliere gli ultimi nodi che si sono formati.
"Ecco fatto"
Lo prendo in braccio per farlo guardare allo specchio mentre si tocca i capelli.
"Sono morbidi..."
"Già, ne è valsa la pena aspettare eh?"
"Si..."
Intanto lo metto di nuovo a terra e faccio svuotare la vasca dall'acqua.
"Dai, andiamo a mangiare" gli dico porgendogli la mano.
Guarda la mia mano alcuni istanti poi me la prende un po' titubante; la stringo leggermente e usciamo dal bagno per poi scendere al piano di sotto ed andare in cucina.
Lui si guarda attorno un po' curioso.
Quando arriviamo in cucina ci sono sia mamma che papà, sicuramente hanno parlato fra di loro del piccolo.
Il bimbo vedo che li guarda entrambi diffidente mentre mio papà lo guarda studiandolo.
"Ciao" lo saluta freddamente.
Lo vedo guardare papà un po' esitante per poi mormorare un "Ciao"
"Finalmente siete arrivati, sedetevi che qua è pronto" dice mamma mettendo a tavola i piatti.
"Sì, grazie. Scusate se ci abbiamo messo un po'"
Metto il piccolo seduto sulla sedia mentre io mi metto accanto a lui in modo da portelo imboccare.
Diciamo un "buon appetito" per poi iniziare a mangiare.
Prendo una forchettata non troppo grossa di cibo.
"Apri la bocca" gli dico immaginando che non sappia mangiare da solo.
Fa come gli dico e lo imbocco, mentre lui mastica mangio un boccone anche io.
Vedo che cerca di fare il più velocemente possibile per poi aprire di nuovo la bocca.
Lo imbocco di nuovo per poi dirgli "Mangia con calma, nessuno ti toglierà il cibo"
"Nessuno..?"
"Nessuno" gli confermo sorridendogli.
Lui annuisce e mangia un po' più lentamente, intanto io alterno dando un boccone a lui e mangiandone uno io.
"Se dopo hai ancora fame ce n'è ancora"
Fa un cenno con la testa continuando a masticare.
Gli faccio mangiare tutto mentre osservo quanto sia tenero e carino, sicuramente per lui dev'essere bellissimo poter finalmente fare un pasto decente.
Quando finisce il piatto mi indica l'acqua così lo aiuto a bere.
"Ne vuoi ancora?"
"Sì..." dice a bassa voce.
"Di acqua, di cibo o entrambi?"
"Acqua"
"Va bene"
Riempio nuovamente il bicchiere aiutandolo di nuovo e lui la finisce nuovamente tutta.
"Ancora?"
"No...Tu non mangi..?"
"Ora finisco"
E faccio come ho detto, finendo poco dopo.
"Grazie, era buonissimo" dico sorridendo alla mamma per poi alzarmi e porgere la mano al piccolo.
Prende la mia mano e lo aiuto a scendere.
"Sei stanco o abbiamo tempo per una cosuccia?"
"Che cosa..?"
"Una cosa bella, ne hai voglia?"
"Va bene..."
"Vedrai che ti piacerà" gli sorrido per poi aprire una delle porte del piano terra.
Entriamo e richiudo la porta alle nostre spalle per poi accendere la luce.
Aspettiamo alcuni istanti poi viene verso di noi il mio coniglio bianco, è puffoso e piuttosto grande.
Ci osserva con quei suoi occhioni neri mentre vedo il piccolo osservarlo sorpreso a sua volta per poi cercare di avvicinarsi a lui.
Mi avvicino al mobile dove teniamo le sue cose e prendo un pochino del mangime del coniglietto.
"Vieni, dagli questo"
Gli appoggio il mangime nella mano e gli faccio vedere come mettersi, dopo pochi istanti il coniglietto si avvicina a lui per poi annusarlo e mangiare il cibo.
Il piccolo accarezza la testolina dell'animaletto.
"Se vuoi puoi prenderlo in braccio"
Lui annuisce e fa come dico.
"è morbido"
"Sì, ti piace?"
Annuisce di nuovo e lo guarda accarezzandolo.
Rimaniamo alcuni minuti qui, poi gli preparo la ciotola col cibo mettendolo a terra.
"Andiamo?"
"Sì" dice appoggiano il coniglio a terra.
Lo prendo di nuovo per mano ed usciamo dalla stanza spegnendo la luce e richiudendo la porta.
"Era bello..." mi dice sbadigliando.
"Domani ci torniamo di nuovo, ora andiamo a fare la nanna"
Saliamo di nuovo al piano di sopra mentre sento che mi stringe leggermente la mano.
"Vuoi dormire da solo o con me?"
"Mi farai qualcosa..?"
"Solo le coccole se le vorrai"
"Va bene...Allora con te..."
Andiamo in camera mia e lo metto sul letto, per fortuna è un letto matrimoniale.
"è grande la tua camera..."
"Già..."
Lo faccio mettere sdraiato per poi rimboccargli le coperte.
"Grazie..."
"Figurati piccolo. Io ti raggiungo fra un po', vado a sistemare il bagno e a farmi una doccia, va bene?"
"Sì... Ciao"
"Buonanotte piccolo" dico per poi dargli un leggero bacio sulla fronte.
Mi allontano e prendo un pupazzo per poi metterglielo vicino.
"Se vuoi abbraccia questo, ti terrà compagnia al mio posto"
"Sì..." risponde abbracciandolo.
"Lascio la porta aperta quindi se hai bisogno chiamami pure"
Prendo il mio pigiama e vado in bagno.
Mi faccio una doccia veloce e sistemo esattamente come avevo detto, poi torno in camera.
Socchiudo la porta e mi sdraio accanto al piccolo che sta già dormendo.
Lo guardo e non sembra fare un bel sogno, sta tremando un po'.
Lo accarezzo piano sussurrandogli "ehi... va tutto bene piccolo"
Lui in risposta abbraccia di più il peluche mentre io continuo a coccolarlo e a sussurrargli "Nessuno ti farà più del male, te lo prometto piccolo"
Dopo poco si sveglia spaventato guardandosi attorno.
"Ehi.. va tutto bene"
Ha il respiro un po' affannato, mi guarda alcuni istanti poi si accoccola contro di me mentre inizio a coccolarlo di nuovo.
"Nessuno ti farà più niente..."
"S-sì..."
Chiude di nuovo gli occhi mentre io continuo a coccolarlo.
Dopo diverso tempo vedo che si è addormentato e mi concedo di addormentarmi pure io tenendolo sempre abbracciato.
*angolino dell'autrice: come vi è sembrato questo primo capitolo? Mi dispiace molto di essere stata inattiva per tutto questo tempo però posso assicurarvi che la pubblicazione di questa ff avverrà senza interruzioni visto che ho già scritto tutti i capitoli. Se avete qualche consiglio da darmi lasciateli pure nei commenti, li leggo sempre molto volentieri!
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Tu che mi hai salvato (Ereri)
FanfictionIn una normale giornata di fine primavera Eren, un giovane ragazzo di una famiglia benestante, trova e prende con sé Levi, un ragazzino che vive per strada.