Prologo

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L'aria cupa e pesante che avvolgeva la villa si era dissolta da tempo, abbastanza da far riassaporare di nuovo il calore dei delicati raggi solari che battono sulle tante vetrate, il rumore dei maestosi pavoni bianchi che zampettano nel giardino, l'acqua della fontana sul retro che scorre insieme all'odore dei narcisi appena fioriti. Però ancora grava nella memoria il ricordo tragico di ciò che era successo negli ultimi anni, riaffiorando quasi quotidianamente come un'ombra che riesce a varcare l'alto cancello in ferro nonostante venga costantemente repressa da chi non riesce più a sopportarla; l'Ombra attraversa il lungo viale restringendosi tra le alti siepi che corrono lungo i lati e si ferma ad osservare l'imponente facciata, come se avesse un tentennamento, un dubbio, ma poi supera il portico sorretto da candide colonne ed entra dal lucido portone a due battenti. All'inizio vede del buio, subito dopo scorge una luce che proviene da un enorme salotto e decide di entrare per tormentarmi ancora: questa volta non glielo lascio fare, non posso, non devo e così cerco di scacciare queste tetre immagini del mio passato osservando la meravigliosa stanza in cui mi trovo. Il soffitto alto non rende l'ambiente freddo ed è piacevole da ammirare, infatti molte volte mi fermo ad osservare le scanalature, i ghirigori e le mille goccioline di cristallo del lampadario nel centro. Le robuste colonne ed il pavimento scuro insieme ai mobili di ebano conferiscono quell'eleganza mista alla serietà; le grandi finestre permettono alla luce di entrare abbondante e di illuminare i diversi quadri appesi alle pareti. Intanto, seduta sulla poltrona in pelle nera all'angolo del caminetto in marmo scolpito, godo del tepore del fuoco che crepita, mentre sotto le dita sento la delicatezza delle cuciture di alta fattura sui braccioli rifiniti a mano. Si vede che la Grande Sala è arredata con gusto, perché non è né troppo spoglia né troppo vistosa e questo vale per l'intera casa, ma c'era da aspettarselo dato che mi trovo a Villa Malfoy. 

Chi sono io? Almeno un migliaio di volte mi sono sentita chiedere questo dalle persone, ma molte volte di più mi sono posta questa domanda da sola. Ora posso rispondere con certezza: io sono Katie Lily Potter...e questa è la mia storia. 

Guardo il fuoco e rivedo passarmi davanti un ricordo, un po' sfocato certo, ma intenso. Draco stava trascorrendo la maggior parte dell'estate nel salottino privato di camera sua, rifiutando pressoché quasi tutte le visite tranne le mie; una mattina bussai delicatamente alla sua lucida porta scura. Lasciato un piccolo spiraglio per vedere chi fosse dall'altra parte di quella che per lui era come una barriera, aprì subito e poi fece un giro di chiave nella serratura; i comodi divani chiari sistemati sotto un soffitto decorato a foglie e spirali dorate erano il luogo dove più spesso in quei mesi ci incontravamo, discutendo di questioni che si facevano sempre più serie. Eravamo cresciuti o meglio eravamo stati costretti a crescere. Quel giorno avevo i capelli lasciati morbidi sulle spalle e me lo fece notare, così io gli risposi che avevo voglia di cambiare, perché avevo preso una decisione importante. Gli feci leggere una lettera di Harry, ma in questo momento mi sfugge il preciso contenuto; importante però è il nostro dialogo che non scorderò mai. Lo guardai negli occhi dicendogli:

"Ho scelto, ho scelto di non lasciarti solo" 

"Io sono obbligato tu non devi..." provò a farmi cambiare idea, ma io ero irremovibile: 

"Se devi farlo, allora lo faremo insieme, uno affianco all'altro" 

"Non volevo tutto questo. Volevo la tranquillità ed invece le responsabilità degli altri ricadono su di me" Mi confessò questo con molta tristezza. 

"Stai parlando con una che si trova nella tua stessa identica situazione...le responsabilità poi ricadono su di noi, non solo su di te: ricordati che da oggi dividiamo tutto, gioie e dolori, Draco" specificai. 

"Questa cosa che devo, anzi, che dobbiamo fare...non ha alcun senso" disse lui che proprio non riusciva a comprendere. 

"Probabilmente per noi un senso non ce l'ha davvero, ma per qualcun altro sì" A distanza di un periodo abbastanza considerevole di tempo posso confermare che davvero quella scelta per lui non ha trovato né senso né scopo, mentre per me è stata di vitale importanza.

"Credi che peserà questa cosa? Cosa vorranno farci fare?" Chiese Draco cercando di trovare risposte alle sue domande. 

"Non so che compito ci affideranno, ma il peso grava meno se portato in due" Gli sorrisi, semplicemente. Lui allora alzò lo sguardo posando delicatamente gli occhi su di me, con un'aria di chi si sente davvero confortato; si prese un attimo per riflettere e, rivolgendosi a me:
"Tu non puoi farlo Katie. Se tu lo farai, allora tuo fratello..."

"Per una volta voglio decidere io chi essere. Con Harry le cose andranno a posto..." Stavo forse per la prima volta realmente decidendo della mia vita e dal quel giorno non ho mai messo di desiderare di essere me stessa. 

Desidero essere me stessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora