Katie era stremata dopo quella mattinata e per questo decise che aveva bisogno di distrarsi, magari chiacchierando un po' con una delle sue più care amiche con cui aveva legato il giorno in cui andò a conoscere Harry alla Tana. Ginny era stata la prima dei Weasley a rivolgerle la parola: adorava Katie perché sapeva della sua bravura a quidditch e così la invitò a giocare a gobbiglie, il punto di partenza per un legame molto solido, infatti a loro non importava quante volte l'anno si vedessero per stare insieme, ma il poter contare ciecamente l'una sull'altra. Sia Katie sia Harry avevano questo rapporto speciale con i Weasley, che in fondo erano sempre stati per tutti e due come una seconda famiglia e trascorrevano molto tempo insieme a loro; si sono sempre trovati bene, perché come non si possono adorare la premura di Molly, la semplicità di Arthur, il senso dell'umorismo di Fred e George, la serenità di Ginny e il carattere unico di Ron?
La stagione calda era iniziata e gli studenti di Durmstrang cominciavano a soffrire barricati nelle loro pesanti divise, mentre le allieve di Beauxbatons avevano smesso di sentire freddo nei loro leggeri completini in seta. Katie era seduta sola sotto l'ombra di una grande quercia nel giardino della scuola, intenta a leggere un libro, quando vide in lontananza avvicinarsi qualcuno.
"Chi è che deve disturbare la mia quiete proprio oggi?!" esclamò lei molto infastidita.
"Katie, sono io...qualcosa non va?" chiese Harry accostandosi a lei e mettendole una mano sulla spalla, ma lei, ancora più irritata, la spostò velocemente. Il ragazzo, che non capiva, riprese a parlare:
"Se vuoi che me ne vada basta che tu lo dica...io però non ti ho fatto nulla questa volta. Katie, ma mi stai ascoltando?".
Sembrava che la ragazza non lo sentisse: guardava un punto fisso, immobile, quando improvvisamente iniziò come a respirare a fatica, per poi infine fare un respiro profondo come se avesse terminato un periodo di apnea.
"Katie, devo portarti in infermeria" affermò lui convinto, mentre prendeva sua sorella per una mano.
"Fermo Harry. Io sto bene, o meglio, la mia salute è a posto. Credo però che sia arrivato il momento di dirtelo."
"Dirmi cosa? Ti vedo affannare in questa maniera e non vuoi che ti porti da Madama Pomfrey...sono parecchio confuso" disse lui che non capiva nulla di quello che era accaduto.
Katie lo invitò a sedersi accanto a lei, posò il suo libro ed iniziò quello che si presentava come un lungo racconto:
"Harry, tanti anni fa ho scoperto di avere un dono. All'inizio ero molto felice ed orgogliosa, mi divertivo ad usarlo e far vedere a tutti cosa potevo fare, ma...."
"Ma? Cos'è questo 'dono'? Katie non mi fare preoccupare ancora di più di quello che sono adesso..." chiese lui che non perdeva una parola di questo discorso.
Lei continuò come se non avesse neanche lontanamente ascoltato suo fratello:
"...ma poi è arrivato quel maledetto giorno in cui avrei voluto che quella 'cosa' non mi fosse mai appartenuta, perché mi aveva tolto quello che di più prezioso avevo: una vera amica, l'unica di quel periodo". Katie era diventata cupa, molto cupa.
"Katie voglio aiutarti, ma se non mi dici tutto io non potrò mai farlo..." Harry aveva deciso di apparire meno spaventato e diventare più dolce, così cercò di avvicinarsi ancora di più a sua sorella, la cinse con un braccio e lei appoggiò la testa sulla sua spalla.
"Mi devi giurare che non farai mai parola con nessuno di quello che ti sto raccontando, neanche con Ron ed Hermione. Solo con Cedric, che già sa tutto..." sussurrò solennemente lei.
"Perché lui lo sa ed io no? Non ti fidi?"
"Perché lui c'era, Harry e non volevo dare ad altre persone questa preoccupazione"
STAI LEGGENDO
Desidero essere me stessa
Fanfiction⚡️Fan di Harry Potter, questa storia fa per voi⚡️ [Dalla storia...] "Tu non puoi far...