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28 Gennaio 2019

I raggi del sole che mi irradiano il volto, costringendomi a svegliarmi, sono molto più angelici della sveglia che mi tartassa le tempie. Oggi c'è il convegno o incontro, non ho capito bene, al quale Axel mi ha gentilmente più volte chiesto di accompagnarlo. Onestamente inizialmente non ero sicura, non che adesso lo sia del tutto, ma svagarmi un po' magari non è poi così male come alternativa, piuttosto che lavorare in ufficio. Non che mi pesi il lavoro in ufficio, ma può essere noioso a volte.
È un modo differente di iniziare la settimana.

Sto facendo colazione quando il campanello dell'appartamento mi fa saltare sul posto. Chi potrà mai essere alle 9 del mattino? Axel non dovrebbe essere qui prima delle dieci e mezza.
Mi pulisco le mani sull'asciugamano, cercando di masticare e mandare giù il prima possibile il pezzo di toast.
Guardando nel visore rimango sorpresa nel ritrovarmi un Axel già elegante al punto giusto con in braccio una scatola.

"Che ci fai qui a quest'ora? Non avevi detto alle dieci e mezza?" lo prendo subito in posizione di attacco non appena apro la porta ed incrocio le braccia al petto fingendomi infastidita.

"Si, giusto. Mi dispiace disturbarti dal tuo breakfast time, ma sono venuto in buona fede, con un regalo" muove la scatola di fronte a me cercando di comprarmi una risata, ed alla fine ci riesce.
Gli faccio segno di entrare dentro.

"Come fai a sapere che stavo facendo colazione?"

"Perché hai il pigiama pieno di briciole" abbasso lo sguardo sul mio pesante pigiama invernale e mi scrollo subito le molliche non essendomene nemmeno resa conto di averle.

"Vuoi unirti?" gli indicò il tavolo e non se lo fa ripetere due volte fiondandosi subito sul cibo lasciando la scatola sulla parte libera del tavolo "che c'è nella scatola?"

"Qualcosa che spero ti renda più positiva su questa giornata. So che non volevi venirci, che non ti piacciono certi incontri d'affari"

Finisce il mio toast prima ancora che io abbia fatto in tempo ad aprire la scatola, ma non appena lo faccio, mi porto la mano alla bocca completamente presa alla sprovvista.
Alzo delicatamente, come se potessi stropicciarlo, il vestito che più ho desiderato nella mia vita, quello rosso della Versace che gli ho mostrato sabato sul cellulare. Non posso credere che l'ha veramente comprato, che me lo sta regalando.
No, è troppo. Costa troppo, non posso accettarlo. Avrei anche paura ad indossarlo sapendo quanti soldi ci ha speso.

"No.. no..per quanto io ami questo vestito, non posso accettarlo. È troppo" rimetto subito il vestito nella scatola impaurita che possa in qualche modo strapparsi, ma la mano di Axel mi bloccano prima ancora che possa mettere il coperchio.

"Ti prego D, per una volta non rendere le cose complicate. E poi devi ancora finire di prepararti, non hai tempo per discutere su cose le quali non c'è niente da discutere"

"Axel, tu non capisci. Io ho paura ad indossarlo, e se poi si rompe? O lo macchio?"

"È solo un vestito D, si può sempre lavare o sistemare o ricomprare" accenna una risata prendendomi delicatamente il volto tra le mani obbligandomi ad incatenarmi ai suoi bellissimi occhi verdi.

"Possibile che tu sia così insensibile davanti a tutti i soldi che spendi? Per me poi" mi indico non volendo nemmeno pensare a quanti zeri sono partiti da quella carta di credito.

"Se ti consola, il mio completo è costato di più"

"Okay, va bene. Ma se succede qualcosa, anche solo una piccola macchia, non te la prendere con me"

"Promesso" lancio le braccia in aria esasperata e mi lascio uscire una risata non appena mi allunga il mignolo. Quando eravamo piccoli non era promessa senza mignolino. O mignolino, o non vale, questa era la regola.

The red rose ¥ sequel The red holeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora