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11 Febbraio 2019

Sono dieci minuti che fisso la facciata dell'hotel dove si trova Elijah, lo stesso di sempre.

Ieri sera dopo il meraviglioso bacio, io ed Axel ce ne siamo andati congelati dalla testa ai piedi, lui ha provato ad insistere più volte per rimanere a dormire da me, ma non mi sentivo in vena, sopratutto dopo i messaggi che quel demente mi ha mandato ieri.
Non appena sono arrivata a casa ho controllato il contratto ed ha effettivamente ragione, da quando ci siamo conosciuti mi mancavano altri cinque mesi di lavoro, dei quali mi ero completamente dimenticata, io avevo solo calcolato i tre che rimanevano a mia madre di mia vita. Anche se poi alla fine non è  andata a finire così.

Comunque io non ho mai firmato nessuna dimissione perciò, in teoria, lavoro ancora da lui, anche se in pratica non è così. E nemmeno tornerò a farlo per i tre mesi che mi rimangono. Ho chiuso con quel mondo, per sempre.
Controllo il messaggio che Axel mi ha appena mandato chiedendomi se ci fossero problemi siccome sono le otto e mezza ed ancora non mi sono presentata in ufficio.
Rispondo che è tutto in regola e che c'è stato un problema con la metro.

Alla fine salgo e tengo la testa china passando accanto alle diverse persone che incontro, non conosco nessuno ma non voglio comunque incontrare i loro sguardi.
Non appena arrivo alla porta della suite i palmi delle mani iniziano a sudarmi e sento l'agitazione salirmi. Busso prima che possa pentirmi di essere venuta.
Busso un'altra volta non ricevendo nessuna risposta e dopo aver aspettato un altro minuto mi ritengo di aver già fatto troppo e mi giro pronta ad andarmene, quando la porta si apre.

Non appena lo vedo, nella sua quasi nudità con indosso solo un paio di boxer, il mio cuore perde un battito. Per quanto non lo sopporti più non posso negare che continua a farmi un certo effetto.

"Buongiorno, sapevo non saresti riuscita a resistere alle mie tentazioni"

"Che vuoi Elijah? Perché mi hai chiamato? Non avevi altra scusa migliore del contratto?"

"Fai più domande di prima" si sposta facendomi segno di entrare e lo seguo mantenendo le mani nelle tasche del giubbotto.

La stanza è uguale all'altra volta, forse solo un po' più incasinata e mi rubo un po' di tempo per ammirare la bellissima vista che mi ha ipnotizzato fin dalla prima volta che sono venuta qui.

"Possiamo fare in fretta? Devo andare a lavoro"

"Il tuo fidanzato non sa che sei qui?" scuoto la testa esasperata e rimango di spalle continuando a fissare fuori dalla finestra.

"Puoi semplicemente dirmi cosa vuoi?"

"Che fai sesso con me" mi giro di scatto verso di lui accennando una risata ironica ed incredula.

"Cosa?" rido più rumorosamente portandomi la mano alla bocca e noto che la sua espressione non cambia, rimane seria come prima "aspetta, tu sei serio adesso?"

"Hai tre possibilità. O torni a lavorare da me fin quando non ti scade il contratto. O paghi la causale di duecentomila dollari. Oppure, quella più intrigante e che non rifiuterei, vieni a letto con me un'ultima volta"

Faccio un passo indietro incredula delle sue parole, non posso crede sia arrivato a tanto, ad obbligarmi a fare sesso con lui.

"Chi diavolo sei tu? Sei quasi peggio di Joshua!" urlo non appena alcune lacrime iniziano a scendermi non appena realizzo realmente tutto quello che sta chiedendo.

The red rose ¥ sequel The red holeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora