❄️Tutto nella norma, insomma...❄️

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—Puoi ripetere, scusa? Non credo di aver capito...—

Si avvicina pericolosamente a me —Senti, non so a che gioco tu stia giocando, ma c'è qualcosa che tu sai e non mi vuoi dire—

Io veramente sto ancora cercando di metabolizzare il fatto che Chrystal abbia... quanto? Circa quattrocento anni.
E soprattutto sto cercando di metabolizzare il fatto che non me l'abbia detto.
Posso capire non dirmi che abitava in zona... ma questo?! Davvero per lei contavo così poco?

Per lei come... come per la donna che mi ha messo al mondo.

Davvero... Così poco...

—È un bene che Chrystal sia sparita— Replica Connie —La sua presenza maledetta portava sventura. Era una figlia del demonio— Le sue parole mi lasciano a bocca aperta.
—Cosa...?—
—Era nata con quei maledetti poteri, evocava fiamme viola dalle dita, era una strega. Avremmo dovuto consegnarla all'inquisizione, ma ci è stato impedito. E mio padre teneva a lei più che a chiunque altro— Sento una punta di gelosia nella sua voce. Ottimo, avrò qualcosa a cui aggrapparmi per farla innervosire. Questa ragazza mi è già insopportabile.

Aspettate m perché sto difendendo Chrystal?! Di lei non mi importa niente!
Peccato, perché letteralmente tre secondi dopo sento la sua voce dietro di me.

—Alex... che ci fai tu qui?— Domanda, sorpresa, e sinceramente mi si blocca il respiro nei polmoni a sentirla.
Ritiro le labbra fino a far formare loro una linea dritta, e giro la faccia, facendo finta di non averla mai vista.

—Tu, piuttosto, mostro, cosa ci fai qui?! Ti ripresenti dopo una settimana come se nulla fosse, come se tutto in questa casa ti fosse dovuto. Tu sei solo... solo... una figlia del demonio! Tu e i tuoi stramaledetti poteri, hai maledetto tutta la famiglia da quando sei nata, sei una disgrazia per questa famiglia!—

Mentre parla, le tira addosso letteralmente di tutto, piatti, bicchieri, posate, e Chrystal non fa nemmeno l'atto di difendersi.

Perciò, istintivamente, lo faccio io. Stendo il braccio, e una lastra di ghiaccio erompe dal pavimento, facendole da scudo.
Sorella pazza mi guarda interdetta per un secondo, poi sento un piatto di legno colpirmi violentemente in testa.

—Anche tu sei un figlio del demonio! Mostro! Mostro! Via da questa casa!— E poi inizia, come un'invasata, a recitare un Ave Maria, in latino, mentre io cerco il più possibile di allontanarmi, uscendo di casa.

❄️❄️❄️

"È per questo che non voleva dirmelo?" Mi chiedo, uscendo al suo fianco fuori dalla casa, mentre lei è cupa e silenziosa.

Come sei perspicace, Alex, e chi è che sarebbe allegro dopo una cosa del genere?
Zitta coscienza, ho altro per la testa!

Forse dovresti scusarti...
Se fossi un'altra persona l'avrei fatto, ma non lo sono.

Sei un cretino, Alex.
Lo sono ancora di più se parlo con la mia testa, e ora sparisci, non voglio sentirti per un po'.

—Ora sai il motivo per cui non volevo dirtelo, Alex— Nella voce di Chrystal c'è una traccia di pianto, o meglio, una profonda malinconia.
—Io sono nata il 27 aprile dell'Anno Domini 1593– Dice, seria. Io sto per farle un applauso sarcastico, visto che sta praticamente ribadendo l'ovvio, ma qualcosa, forse il buonsenso e il vivere civile, mi frenano. Forse è il fatto che, per la prima volta, o forse la seconda, non sta balbettando.
—Mia madre è Ecate, ma allora sembrava una storia che mio padre aveva avuto durante uno dei suoi viaggi. Cioè, la storia c'era stata veramente, ma...— Fa una pausa, prende un respiro e continua.
—Fin da quando ero piccola, fin dalla prima volta che ho manifestato i miei poteri, la mia famiglia, i miei fratelli, mia madre, mi hanno sempre disprezzato. L'unico che mi voleva veramente bene era mio padre, e siccome era la volontà dell'uomo che contava di più, all'epoca, venni tenuta in casa, ma per la maggior parte del tempo ero guardata come una maledizione dal mio stesso sangue.—
—Non parlare così, tesoro, non siamo in un romanzo epico fantasy, questo è solo uno Young Adult.—

M'ignora —E le cose sono peggiorate da quando strane tempeste e carestie si sono abbattute sulla nostra città. Tempeste e carestie di cui davano la colpa a me. Ero io la maledizione, ero io il mostro—
—Dopo la morte di mio padre, l'odio si è intensificato, e mi trattavano sempre peggio, fino a quando non sono fuggita.Ho trovato un uomo gentile, che mi ha accolta. Successivamente, sono finita in una grotta larga e buia, e mi è venuto sonno, davvero tanto sonno. Poi... mi sono svegliata che tutto quanto era cambiato. C'era un satiro, che mi scuoteva, al mio fianco, che mi ha spiegato tutto. Mi ha abituato al mondo moderno e ad usare bene i miei poteri.—
—Tutto molto bello. E perché non me ne hai parlato prima?—

—N-Non sapevo se fidarmi di voi— Ecco che ricomincia a balbettare.
—C-comunque... il succo è che... anche la mia famiglia mi odiava—
—Almeno a te è andata bene. Tuo padre ti amava. Né mio padre né mia madre mi hanno mai amato.—
—S-scusa ma... non era morta tua madre?—
—Magari lo fosse— Okay, so di stare esagerando, ma se lo merita.

—Il bello è che tutto questo me l'ha raccontato Chirone, e non è neanche tutto— Di colpo realizzo che effettivamente nemmeno io avevo raccontato molto sulla mia vita. Avete ragione, mea culpa.
—... Mia madre rimase incinta che aveva quindici anni di un tipo conosciuto ad un concerto, ossia Borea. Quello che so è che agli dei io servivo vivo, quindi mi abbandonò in un orfanotrofio. Lo scorso inverno ho cercato di parlarle. È stata quella volta in cui sono sparito—
—R-ricordo. Sei stato via un giorno intero.—

—Già. Non volevo niente, solo risposte. Cadeva la neve, avevo quel cappotto caldissimo addosso, e non avevo idea di dove andare. La fortuna mi ha aiutato, visto che sono finito in un parco. Dirai tu, che c'è di strano, ma il fatto è che mi si è parata una scena familiare. Una donna con un bambino e due gemelle più piccole, e vicino a loro un biondo palestrato. Il ragazzino aveva al massimo otto, nove anni, e aveva i capelli del mio stesso colore, mentre le piccole erano bionde. Il punto è che, di colpo, la donna si è girata, e ho visto che, oltre ai miei stessi capelli, aveva anche i miei stessi occhi. E non ho avuto più dubbi, e nemmeno lei. Di colpo, come se fosse spaventata, ha chiamato marito e bambini ed è scappata in fretta e furia. In quel momento ho avuto tutte le risposte che cercavo.— Sospiro.
—E ho anche capito che non c'è e non ci sarà mai posto per me tra la gente cosiddetta normale.—

Rivedo davanti agli occhi lo sguardo disgustato, atterrito di quella donna, lo sguardo di quelli dell'istituto, lo sguardo di quelli che mi fissavano per strada.

Con un sorriso triste, aggiungo —Io non avrò mai nessuno da chiamare famiglia—

Angoletto di Elly

Angoletto di Elly

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Fate tanti auguri al nostro Momo che oggi compie la bellezza di 30 anni! Sì, sembra comunque un quindicenne

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Fate tanti auguri al nostro Momo che oggi compie la bellezza di 30 anni! Sì, sembra comunque un quindicenne.
Anyway, scopriamo di più sul passato di Alex, e possiamo ben capire che, con una famiglia come la sua, c'è ben poco da uscire normali.
Comunque, sto finendo l'ultimo capitolo.
Bene, alla prossima🌸
Elly🌸

Storie di semidei ed eroi disagiati: un salto nel passato.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora