How To Deal With Pain.

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Era passata una settimana da quando Kara aveva iniziato a portare Laurel al cimitero a fare visita a Marie e non perdevano un giorno.
"Possiamo... Andare ora?"
"Ma certo... Come mai così presto?"
"Sto per entrare nel mio periodo del calore... Alex mi ha dato i sopressori, ma non funzionano mai..."
Kara, che non vedeva più vita negli occhi dell'amica, si limitava a starle accanto e cercare di aiutarla ad affrontare il dolore.
Non ci misero molto ad arrivare a destinazione e, come al solito, Laurel piangeva e Kara stava a distanza, per darle la sua privacy poi, dopo un paio d'ore, tornarono a casa.
"Ecco." Disse la bionda, adagiandola piano a terra, una volta atterrata sul balcone del suo appartamento.
"Ciao." Le salutó Lena, che stava dando il terzo biberon a testa ai due cuccioli "Tutto bene?"
"Si... Tu ed i piccolini?"
"Stiamo benone." Rispose la mora e Laurel li carezzó piano.
Le piaceva stare coi due piccoli e spesso pensava a come sarebbe stato se fosse nato il piccolo o piccola che portava in grembo Marie.
Le sarebbe piaciuto diventare madre.
"Vado a casa... Penso che i sopressori stiano per perdere effetto..."
"Vuoi una pizza?" Chiese Kara "Chiamo e ordino, perché ho un po' di fame, se ti va..."
"No... Vado a casa. Ma grazie."
Kara sorrise e Lena le carezzó le spalle, ricevendo un piccolo sorriso in risposta, quindi Laurel se ne andò al suo appartamento, vicino a quello di Kara e Lena.
La bionda si chiuse in casa ed entrò in bagno, per farsi una doccia veloce e, qualche minuto dopo, uscì, andando in camera a mettere qualcosa addosso, prima che qualcuno suonasse alla porta.
Andò ad aprire e trovó Dinah fuori da essa "Ehi..."
"Non dovresti essere qui..." Disse la bionda, tenendosi la testa.
"Non ti senti bene?"
"No no, solo che... Sono appena entrata nel periodo del calore. E tu sei..." Ringhió, avvicinandosi ed inspirando il profumo della castana, che deglutí e gemette appena, mentre Laurel la faceva entrare e chiuse la porta a chiave.
"N-Non prendo sia una buona idea..."
"Sento che anche tu mi vuoi. I tuoi feromoni chiamano i miei e si attraggono..." Se ne uscì la bionda, prendendola in braccio e andando in camera, ove la stese sul letto.
Dinah si perse negli occhi verdi dell'Alpha, divenuti scuri a causa del calore e si avventarono l'una sulle labbra dell'altra "Laurel... Non è giusto... Noi non..." Tentò, bloccandosi quando vide il fisico tonico e scolpito della bionda.
"Sei rimasta senza parole?"
"Potevo averti quando non avevi ricordi... E ora..."
"Mi hai fatta soffrire, per questo."
"Stai soffrendo ancora..."
"Non smetterò mai, di soffrire." Rispose, prima di fiondarsi sulle labbra della castana, che si concesse alla bionda non appena furono senza veli, coperte dalla luce della luna, che faceva capolino dalla finestra.
"Ti amo tanto, Laurel."
La bionda aveva uno sguardo strano, perso chissà dove, mentre continuava a fare sua l'altra, portandola oltre l'apice del piacere.
Laurel la tenne stretta a sé e le faceva le fusa, carezzando la pelle ambrata come il miele, leccandola e assaggiandola, ma Dinah si scostó poi da lei "Dove vai?" Chiese la bionda, con lo sguardo perso.
"Ho detto di amarti, ma tu non mi hai risposto, nemmeno mi vedi..."
"Sei davanti a me... Ti vedo."
"No... Tu sei qui col corpo, ma con la mente sei altrove, insieme a Marie."
"Marie... Io la amo..."
Dinah, a quelle parole, chinò il capo, nascondendo gli occhi lucidi, scese dal letto e cercò i suoi vestiti "Questo è troppo..."
"Ehi..."
"Lasciami in pace!" Disse, con la voce rotta dalle lacrime e se ne andò, dopo essersi rivestita.
Invece Laurel rimase seduta sul letto, nuda, con le ginocchia raccolte al petto, con gli occhi gonfi di lacrime.

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