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*Rebeka's pov*

Quando arrivammo salutai tutti, tra baci, abbracci e lacrime, ma il mio pensiero fisso era solo e soltanto uno: Newt. Non era lì con noi e non capivo perché. Poi mi dissero che era in infermeria, così mi diressi li quasi correndo, ma mi dissero che era andato a cercarmi nel mio dormitorio. Così girai a vuoto per altro minuti, finché non trovai la struttura che avrebbe dovuto essere il dormitorio. Ricominciai a correre e mi accorsi di stare trattenendo il fiato, come se Newt fosse l'unica cosa che potesse davvero salvarmi in quel momento. Ed era così, sapevo che era così. Era la mia ancora di salvezza, e se non l'avessi trovato entro pochi minuti sarei potuta crollare definitivamente. In poco tempo mi ritrovai davanti alla porta del mio dormitorio e spalancai la porta. Rimasi li, ferma, con i piedi saldi nel terreno che sembravano di piombo. Newt era davanti a me, con gli occhi gonfi, che si agitava nella stanza nervosamente. Quando mi vide si bloccò a sua volta e mi fissò. La sua espressione era indecifrabile. Sentii le gambe molli e l'unica cosa che fui in grado di fare fu fare due passi nella sua direzione. Mi buttai praticamente addosso a lui, che mi sostenne prontamente e mi abbracciò. Mi strinse talmente forte da farmi male, ma non mi importava. Le lacrime iniziarono a scorrere sul viso di entrambi e iniziarono i primi singhiozzi. Gli stavo bagnando la maglietta, ma non mi importava neanche di quello. Mi prese il viso tra le mani staccandosi leggermente e mi sorrise tra le lacrime. Io ricambiai il sorriso senza smettere di singhiozzare.
"Stai bene?!" disse lui tra un singhiozzo e l'altro, a metà tra un'esclamazione e una domanda "Sei a casa adesso"
Annuii leggermente senza smettere di sorridere e lui mi strinse di nuovo a se. Quando mi accarezzo leggermente le braccia un brivido percorse tutta la mia schiena e mi venne la pelle d'oca. Aveva ragione, per la prima volta da quando ero tornata mi sentivo al sicuro. Tra le sue braccia.

Restammo così, abbracciati in mezzo alla stanza mentre Newt mi accarezzava i capelli e io lo rassicuravo dicendogli che stavo bene, nonostante lui continuasse a piangere. Dopo diversi minuti avevamo entrambi smesso di piangere, gli presi il viso tra le mani e lo baciai.
Mi era mancato così tanto. Ogni si gola parte di lui. Il suo profumo, il sapore dei suoi baci, i capelli biondi, le braccia perfette che ancora mi tenevano stretta a se, gli occhi nocciola in cui avrei potuto perdermi per ore. Mi mancava ogni singolo centimetro del suo corpo. Il bacio si fece più appassionato, lasciando che le nostre lingue si scontrassero prima lentamente, poi velocizzando il ritmo, poi di nuovo piano e dolcemente. Sentii le guance avvampare e gli occhi di Newt si fecero sempre più scuri di desiderio. Indietreggiai lentamente verso il letto, tirandogli leggermente le punte dei capelli. Lui fece scendere le mani dal mio viso fino ai miei fianchi, per poi risalire verso il mio seno. Sorrisi sulle sue labbra e lui ricambiò dolcemente. Gli sfilai la maglietta velocemente, per poi buttarmi di nuovo sulle sue labbra morbide. Lui fece lo stesso con me, e in pochi secondi ci ritrovammo entrambi solo in intimo. Ero sdraiata sul letto, mentre lui era sopra di me. Eravamo praticamente al buio, se non per qualche raggio di luce che illuminava la stanza, guizzando tra gli addominali scolpiti del biondo perfetto che stava davanti a me, che mi perdevo a guardare nelle brevi pause in cui lui mi toglieva un'indumento. Si staccò nuovamente dal nostro bacio per scendere sul mio collo, dove lasciò un succhiotto. La mia pelle bruciava a contatto con le sue labbra calde. Scese ancora verso il petto, lasciando baci umidi qua e là. Fece passare le mani dietro la mia schiena e mi slacciò velocemente il reggiseno, per poi far risalire le mani verso il mio petto. Si morse un labbro e con le dita tracciò dei cerchi intorno ai miei capezzoli, facendomi gemere sonoramente. Sorrise e procedette col togliere le mie mutande, scendendo lentamente e tracciando il profilo della mia pancia con le dita. Fu questione di secondi prima che entrasse in me. Mi costrinsi a mettere una mano sulla bocca per evitare di urlare, ma quando Newt iniziò a muoversi lentamente mi lasciai andare. Coordinai i movimenti ai suoi, spostando leggermente il bacino verso l'alto. Quando lui velocizzò il ritmo gemetti nuovamente, insieme a Newt. Mi aggrappai alle sue braccia e lui si abbassò quanto bastò per baciarmi nuovamente, mentre entrambi ansimavamo. Quando sentii che ero al limite tirai leggermente i capelli di Newt mentre con l'altra mano strinsi il cuscino. Venimmo contemporaneamente e uno strano calore mi pervase tutto il corpo. Ci portammo le coperte quasi fin sopra la testa e ci accoccolammo vicini, stretti l'una all'altro. Non avevamo bisogno di parole, ma sentivo di dover dire qualcosa.
"Ti amo più della mia vita" sussurrai io mentre disegnavo dei piccoli cerchi sul suo braccio "Non voglio passare un altro giorno senza di te"
"Ti amo anch'io" rispose Newt "Più di quanto tu possa immaginare"
Dopo diversi minuti sentii le palpebre pesanti.
"Ti prego non mi lasciare mai più" sussurrò lui, prima che io crollassi nel sonno, cullata dalle sue carezze.

Mi svegliai e mi rivestii velocemente, trovando un bigliettino di Newt con scritto "tetto" corsi verso le scale. Arrivai finalmente sul tetto e l'aria fredda mi sferzò in faccia. Era buio e doveva quasi essere notte, dato che non c'era in giro quasi nessuno. Scorsi il mio ragazzo vicino al parapetto, con la schiena appoggiata ad un caminetto. Mi avvicinai lentamente, seppellendo le mani sotto alle maniche della sua maglietta che mi aveva prestato. Adoravo mettere le sue magliette, mi lasciavano sempre il suo profumo addosso, che mi faceva sentire a casa. Appena mi vide sembrò rabbuiarsi, per poi però riprendersi e sorridermi dolcemente. Mi fece cenno di sedersi tra le sue gambe, cosa che io accettai con piacere.
Restammo lì per qualche minuto semplicemente a fissare l'orizzonte, lui che mi stringeva a se cercando di riscaldarmi, lasciandomi qualche bacio veloce sul collo, mentre io gli accarezzavo le mani e le braccia, che erano strette al mio grembo. Mentre passavo i polpastrelli sopra la sua maglietta sentii qualcosa di duro in rilievo. Sussultai leggermente e alzai velocemente la manica, scoprendo la pelle del suo avambraccio. Era ricoperta di vene nere in rilievo. Il mio cuore saltò più di un battito e mi scansai dal suo abbraccio rassicurante. Guardai la sua faccia triste mentre ricopriva la ferita. Sentii gli occhi pizzicare. Mi cadde il mondo addosso. Newt, l'amore della mia vita, la mia unica certezza, la mia casa, la persona per cui ero pronta a morire, mi avrebbe lasciato a breve. Mi portai una mano alla bocca mentre sentivo le lacrime scendere ustionanti sulla mia pelle fredda. Sentii il mio fiato accelerare e pensai che mi stesse per venire un'attacco d'ansia. Lui mi prese la mano.
"Da quanto?" riuscii soltanto a dire con la voce tremante. Tutto quello mi opprimeva. Non potevo farcela senza di lui. Non potevo. Era la mia ancora.
"Qualche mese ormai" rispose lui affranto con gli occhi lucidi "Non volevo dirti per non allarmarti, perché-"
"Ti curerai!" Lo interruppi io disperata, praticamente urlando. L'uragano di emozioni che provavo si era riversato su di me. Rabbia, dolore, rammarico. Sentivo gli occhi scoppiarmi per la quantità di lacrime che stavano versando. "Ti prego dimmi che ti curerai!"
Lui scoppiò a piangere a sua volta e mi abbracciò dolcemente.
"Shh, non fare così ti prego" mormorò sovrastando di poco il rumore de miei singhiozzi. Sapevo che la mia reazione lo aveva fatto stare solo peggio, ma non potevo sopportare quel dolore, quella consapevolezza.
"Ti prego dimmi che ti curerai" ripetei quasi in un sussurro mentre Newt annuiva e sussurrava che mi amava "Non posso vivere senza di te! Non posso!"
Scoppiai nuovamente a piangere, più forte di prima, e Newt aumentò la stretta attorno a me. Per i minuti successivi io piansi e lui cerco di rassicurarmi con frasi dolci e dicendomi che si sarebbe curato dopo aver trovato Minho, ma non mi bastava. Non alleviava il macigno che avevo sul petto. Non potevo perderlo. Senza di lui non ero nessuno, non sarei sopravvissuta.

Maze Runner || IS THIS THE END?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora