19.

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*Rebeka's pov*

Una volta ritornati al nostro edificio affiancai Ashley. Non sembrava stare bene per niente, era bianca e sudava freddo, ma era bravissima a nasconderlo.
"Ash, dimmi la verità, stai bene?" la chiesi una volta che mi cui avvicinata abbastanza per farmi sentire solo da lei. Mi guardò come per decidere se fidarsi o no.
"No, non sto bene" rispose abbassando la testa "Ho male ovunque e mi gira la testa"
La aiutai a sedersi su una sedia presente nella stanza mentre gli altri iniziavano a parlare con Teresa.
"Cosa ti ha fatto Janson?" le chiesi ancora. Non c'era altra spiegazione se non che lui le avesse dato qualcosa.
"Mi ha iniettato qualcosa, con una siringa, era giallognolo credo" rispose lei poco convinta. Non erano dati sufficienti per intuire che tipo di sostanza fosse. Sospirai frustrata e la guardai portarsi una mano alla tempia.
"Non dirlo a Thomas e agli altri, non hanno bisogno di qualcos'altro di cui preoccuparsi" mi ordinò lei, così io annuii e spostai lo sguardo verso mia sorella. Dopo poco Gally ci guardò sconcertato e ci fece cenno di raggiungerlo. Aiutai la mia amica ad alzarsi e ci avviammo verso il resto del gruppo. Teresa guardava gli altri terrorizzata, quasi come fossimo stati noi a farle del male.
"Dice che ci sono dei chip di localizzazione dentro di noi" disse Gally
"Nel vostro collo" precisò Teresa, per poi essere fulminata dal biondino.
"E perché ce lo avresti detto?" chiesi io alzando un sopracciglio.
"Perché potrebbero credere che io sia venuta qui di mia spontanea volontà, quindi non possono sapere dove siamo" rispose lei neutra. Mi faceva male vederla cosi, indifferente nei confronti di quello che ci aveva fatto. Il suo tradimento mi aveva ferita sin da subito, ma ora era come se me lo avessero spiattellato in faccia. Newt mi guardò come per chiedere il permesso, così quando io annuii si rilassò leggermente. Le sue occhiaie iniziavano a vedersi un po' troppo, così come la pelle leggermente screpolata o macchiata delle mani. O i tremolii che aveva ogni tanto, così come i tic. Stava peggiorando a vista d'occhio. Dovevamo muoverci.
"Vado per prima" mi offrii io facendo un passo avanti. Teresa posò lo sguardò su di me per la prima volta e io mi sentii sprofondare. Le feci cenno di seguirmi, così ci avviammo in silenzio verso un'angolo della stanza. Ashley bloccò Teresa con il braccio e la guardò dritto negli occhi.
"Bellezza" esordì in tono amaro "Ti conviene che questa faccenda dei chip sia vera, oppure giuro che sarà l'ultima stronzata che avrai occasione di dire"
Vidi Teresa rabbrividire dopo quella frase e abbassare lo sguardo, prima che la mia amica la lasciasse andare e proseguissimo per la nostra strada.

Dieci minuti dopo ero seduta su una sedia malmessa, con Teresa che armeggiava con un coltello "sterilizzato" e delle pinzette dietro di me.
"Perché?" chiesi d'un tratto. Dovevo farle questa domanda, per forza. "Perché l'hai fatto?"
Lei sospirò pesantemente e fece un taglio netto nel mio collo.
"È quello che avremmo dovuto fare tutti" rispose lei "Non avreste dovuto lottare, è per il bene comune"
"E che mi dici del nostro bene?" ribattei io a denti stretti "Tutti in ragazzi sottoposti per anni agli esperimenti, le cavie. In tutto sono decine e centinaia di ragazzi morti o che soffrono per tutta la loro vita. Non dirmi che questo ti va bene"
Sospirò di nuovo ed estrasse quello che credo fosse il chip, per poi tamponare con un pezzo di stoffa. Mi alzai in piedi e la guardai dritto negli occhi.
"Dimmi che per tutto questo tempo non hai pensato nemmeno una volta di aver sbagliato, che non hai mai avuto nemmeno un rimpianto"
"Certo che l'ho fatto!" esclamò lei alzando la voce "Ogni giorno mi chiedo se ho fatto la scelta giusta, se ho solo peggiorato le cose o se prima o poi le cose andranno meglio grazie alla mia decisione e voi tutti capirete, e spero mi perdonerete"
"Ti do un ultimatum: la tua decisione ha già uccido centinaia di persone e ne ucciderà ancora, perché quando e se troverete la cura, credi davvero che ce ne sarà abbastanza per tutti? Che i poveri potranno permettersela? Io credo di no, perciò anche trovare la cura non risolverà niente" ribattei io. "E non potremo mai, mai perdonarti per quello che hai fatto."
Ora avevamo entrambe le lacrime agli occhi.
"Eri parte della famiglia, ora ritieniti fortunata di stare ancora respirando" conclusi per poi voltarmi ed andarmene.

Maze Runner || IS THIS THE END?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora