↻Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 11

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"Mmh... che buona!"
Esclamò Nico, felice, per poi addentare una graffa piena di zucchero. Tiffany, Nick ed Oz sorrisero praticamente allo stesso tempo, osservando il minore. Quella mattina, come del resto la precedente, si erano trattenuti nella sala ristorante dell'hotel in cui investigatori e matricole stranieri stavano alloggiando in modo da far fare una colazione degna al piccolo Nico, che a quanto pareva aveva la tendenza a svegliarsi molto tardi la mattina. Anche lui era stato sistemato nell'hotel e delle cameriere -ogni tanto si era infilato anche Oz- lo controllavano a turni. Quel giorno, però, sarebbe stato molto probabilmente diverso.
"Questo posto mi piace tanto... vorrei non andarmene mai!"
Continuò il bambino, con un sorrisone e subito Oz e Tiffany si scambiarono un'occhiata, mentre Nick guardò altrove.
'Ora chi glielo dice?'
Si chiese, fingendo di trovare la minuscola macchia di cacao sulle tende bianco panna accanto a lui molto interessanti. Per essere più credibile, spostò leggermente la tenda, guardando in strada. Dovevano essere appena le dieci e mezzo del mattino, al massimo le undici e non c'erano troppe persone per le vie di Londra. Il cielo aveva un tono grigiastro ma, almeno al momento, non sembrava minacciare altra pioggia. Il biondo notò dei bambini sui marciapiede opposto a quello dell'hotel: ne erano tre, due bambine ed un bambino, un po' più basso di una delle due che, invece, superava entrambi i probabili coetanei. La più bassa delle bambine aveva i capelli castani, raccolti in due codine, ed indossava dei semplici pantaloni con una giacca a vento, mentre l'altra teneva sciolti i lunghi capelli biondo platino ed indossava un largo vestito bianco, dall'ampia gonna. Il bambino aveva invece i capelli piuttosto corti, indossava una canotta -strana per quel periodo dell'anno!- e dei jeans strappati, mentre, al contrario delle due che non avevano nulla, in mano portava un pallone. Il particolare gruppetto si allontanò, seguito da un quarto bambino, più basso e più magrolino, che evidentemente faceva fatica a seguire gli altri. Nick fece un sorrisino, voltandosi poi verso Nico, che stava giocherellando insieme ad Oz con dei cucchiaini da caffè sotto lo sguardo di Tiffany, che presto s'incrociò con quello del collega. I due si scambiarono un'occhiata triste e la più alta, anche se di soli cinque centimetri, sospirò appena. L'idea di separarsi da quel bambino, nonostante il collegio avesse promesso di permettere visite più frequenti, non le piaceva affatto... ma lei, il detective Lévesque e Nick non potevano di certo fermarsi a fare i babysitter: avevano delle indagini da seguire ed affidare Nico a qualcun'altro era la cosa più giusta da fare. Tenere un bambino con loro, infatti, si sarebbe potuto anche rivelare pericoloso per lui, come aveva osservato prima Valery.
"Già... è davvero un bel posto.."
Aveva detto poi, dopo un lungo silenzio, Nick, guardandosi attorno e lasciando perdere i passanti. Non era mai stato in quell'hotel prima e doveva ammettere che aveva un aspetto davvero elegante... non per niente, l'aveva consigliato la detective Jackson. Una persona come lei, infatti, non avrebbe consigliato un hotel qualsiasi. Pensandoci, Nicholas iniziò a chiedersi quanto il soggiorno per tutti gli investigatori fosse costato all'agenzia... immaginando le possibili cifre sollevò le sopracciglia, lasciandosi scappare anche un leggero fischio: dovevano aver pagato sicuramente un capitale, anche perchè Tucker non aveva di certo badato a spese, come aveva detto 'prima il benessere dei nostri ospiti!'.
Finito di mangiare, Nico si alzò dalla propria sedia e si stiracchiò, osservando poi gli investigatori.
"Adesso che facciamo?"
Domandò con un largo sorriso, inclinando leggermente la testa. Oz si morse leggermente l'interno della guancia, per poi sospirare e ricambiare il sorriso del minore.
"Vuoi venire a vedere un bel posto insieme a noi...?"

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"... detective Seong?"
Amaya si voltò leggermente verso l'uomo che, nonostante la penombra in quel luogo, riusciva a distinguere perfettamente da Valery. Mok, sentendosi chiamare, inclinò la testa ed arricciò il naso, tuttavia si voltò subito. In quei pochi giorni, la ragazza non si era mai rivolta a lui 'inutilmente' ed aveva sempre attirato la sua attenzione per fare un'osservazione intelligente o fargli notare qualcosa su cui lui non aveva ancora posato i propri, attenti occhi. Quindi, anche se con fare svogliato ed uno sbadiglio -era ancora presto poi!-, il coreano si avvicinò alla ragazza, che stava esaminando diversi scatoloni nel bar in cui avevano trovato Nico. Infatti, un'ispezione più approfondita del locale era stata ritenuta necessaria e gli investigatori si erano subito ritrovati di primo mattino sul posto, scovando una stanza nascosta dietro il bancone del bar. Non era troppo grande ed era assolutamente vuota, fatta eccezione per degli scatoloni... o almeno, così credevano.
"... una pistola"
Mormorò Mok, osservando l'oggetto dimenticato per terra. Le orecchie di Valery si rizzarono subito ed il russo, intento a raccogliere dei campioni di un liquido ritrovato per terra -a giudicare dall'odore, doveva essere un semplice alcolico-, si voltò verso i colleghi, avvicinandoglisi subito e non riuscendo a nascondere le sopracciglia corrugate e l'espressione un po' infastidita: lui non aveva fatto altro se non trovare gocce d'acqua o bevande, scatoloni impolverati -tutti assolutamente vuoti- e qualche blatta morta. Ah, ed anche un topo, ma quello l'aveva trovato vivo ed il russo si era anche lasciato scappare diverse imprecazioni nella propria lingua madre mentre l'animaletto era fuggito al piano superiore squittendo. Mok, dopo quell'incidente, aveva iniziato a sentirsi ancora più inquieto di quanto non lo fosse stato prima: quel maledetto 'bar' non gli piaceva affatto, sembrava urlare di essere un covo di malattie ed i guanti che i tre stavano usando rappresentavano l'unica loro protezione. Certo, si era ripetuto più volte il coreano, sarebbe potuta andare peggio: ci sarebbero potuti essere altri topi, ma sembrava che quello trovato da Legasov fosse stato l'unico. O almeno, Mok lo sperava.
"Già.. una pistola..."
Amaya indietreggiò leggermente, storcendo il naso. Le pistole non le erano mai piaciute ed averne trovata una lì non era affatto un buon segno. Seong s'inginocchiò davanti l'arma, studiandola a debita distanza ed inclinando un po' la testa, mentre Legasov incrociò le braccia al petto, osservando a sua volta l'arma. Perchè un oggetto simile si sarebbe dovuto trovare lì? Quel bar sembrava abbandonato ormai da tempo... forse, se si fossero addentrati così a fondo il giorno prima avrebbero potuto trovare altro. Valery sospirò irritato, mentre Mok annuì fra se e se.
"È una semiautomatica... e piuttosto moderna. Questo modello avrà meno di un anno..."
Riflettè ad alta voce, e gli altri due investigatori si scambiarono un'occhiata.
"Allora.. come ci è finita lì? Questo posto sembra abbandonato da molto più tempo"
Osservò subito Amaya, guardando nuovamente l'arma e rabbrividendo. Seong assottigliò gli occhi, facendo poi cenno a Valery di passargli la macchina fotografica che avevano portato con se, nella speranza di trovare qualche indizio interessante. Il russo, però, si affiancò all'altro e si accucciò davanti la pistola, scattando una fotografia. Il minore roteò gli occhi ma lo lasciò fare, alzandosi ed osservando l'albino che, sistemandosi gli occhiali, studiò la pistola. Gli pareva di aver visto qualcosa sulla sua superficie e, controllando l'immagine, ne ebbe la conferma.
"Mh.. 'sniper'..." Lesse ad alta voce, storcendo il naso. Quella era tutto tranne un'arma da cecchino "... ma non ha senso.."
Borbottó fra se e se, mentre i coreani inclinarono la testa.
"Che? Parli ad alta voce"
Fece Mok, secco ed un po' infastidito. Subito, Valery scattò in piedi, gonfiando il petto sotto il suo spesso cappotto e piazzandosi davanti il piu basso.
"Ho detto che lì sopra c'è scritto 'sniper'.." Indicò la pistola, senza rompere il contatto visivo con l'altro "... ed ho parlato ad alta voce"
Concluse, infastidito. Mok sollevò un sopracciglio, per poi sospirare.
"'Cecchino'... strano"
Commentò, osservando la pistola che giaceva per terra, apparentemente nascosta da tre scatoloni, due dei quali toccavano il muro. L'uomo fece qualche passo indietro, sollevando le sopracciglia: pareva quasi che la pistola fosse sistemata e nascosta lì apposta... e più osservava quegli scatoloni, più gli sembrava ovvio. Non spiccicò però parola con gli altri e rimase ad osservare mentre Valery iniziò ad esaminare l'oggetto con uno speciale strumento, nella speranza di trovare delle impronte digitali.
Inutile dire che il suo tentativo fu vano.

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Kate continuava a guardare fuori dal finestrino del taxi con un gran sorriso: i paesaggi di Londra le piacevano tantissimo, e le campagne che si trovavano subito in periferia non facevano eccezione! Le casette a schiera sperdute nel nulla, poi... erano così carine! Si sporse un po' per guardare la strada davanti a se, scorgendo strizzando leggermente gli occhi una piccola macchiolina bianca, che riconobbe subito essere il centro commerciale di cui aveva parlato Nastas'ya, seduta proprio davanti a lei, accanto al tassista. Accanto a Kate c'era, invece, Alessandra e poi Haneul, mentre Seojun e Luka erano nella fila ancora dietro. Quello sì che era un grande taxi! Era subito piaciuto a Kate, sembrava quasi un furgoncini... e le piacevano i furgoncini, soprattutto quelli tondeggianti e che sembravano quasi usciti da un cartone animato. Dopo un po' si voltò leggermente, osservando Haneul. Stava guardando distrattamente la strada, giocherellando con i suoi anelli e non l'aveva degnata di uno sguardo dall'inizio del viaggio... che antipatica! Kate gonfiò le guance, ancora offesa per quella mattina, ed Alessandra la guardò interrogativa, per poi mettere su un sorriso dolce.
"È per Haneul?"
Domandò a voce bassa, e la bionda annuì, incrociando le braccia al petto.
"Non mi da attenzioni! È cattiva..."
Asserì quindi, mettendo su un adorabile broncio che fece unicamente allargare il sorriso della maggiore, mentre Haneul aggrottò le sopracciglia: si era davvero offesa? Non aveva fatto nulla di male lei, e la detective Stalina la trattava anche peggio! Sbuffò, continuando a guardare fuori dal finestrino.
'Sarà solo un capriccio...'
Pensò, guardando di sottecchi l'infantile canadese mentre il tassista iniziò a fare manovra per entrare nel parcheggio del centro. Per fortuna, essendo appena le undici del mattino non c'era troppa folla e l'uomo riuscì a trovare un parcheggio vicino all'entrata.
"Saremo di ritorno"
Disse solamente Nastas'ya all'autista, passandogli dei soldi e scendendo dalla vettura, richiudendo con forza la portiera. Alessandra, osservandola, rabbrividì: quella donna le faceva sempre più paura, aveva perfino superato Jackson. Pensando alla rossa, rabbrividì una seconda volta, ma la sua inquietudine aumentò pensando anche a Valery. Quello lì non sembrava raccontargliela giusta... e nemmeno quel Nazogi! Lio lo dipingeva come un tipo addirittura simpatico, ma a lei metteva assolutamente i brividi. Per fortuna, Luka e Seojun erano decisamente meno spaventosi di tutti gli altri uomini, e l'italiana si era ritenuta davvero fortunata. Però, con lei c'era comunque Nastas'ya -che lei aveva segretamente soprannominato come la 'donna robot' per i suoi atteggiamenti- e tenerla d'occhio mentre avrebbe dovuto tenere d'occhio i possibili sospettati era a dir poco... complesso. Haneul le aveva spesso ripetuto che quella lì era solo una tipa seria e che, probabilmente, non aveva assolutamente nulla di losco... come il resto degli investigatori. Alessandra non ne era ancora tanto sicura e preferiva aspettare; non che le piacesse avere certi 'pregiudizi' nei confronti altrui... la donna s'immerse nei propri pensieri, finendosi con lo scontrarsi contro qualcosa o, meglio, qualcuno.
"Ah..- Scusa!"
Luka si voltò, interrogativo, per poi sorridere alla collega, dalle guance leggermente arrossate: ma che figura aveva fatto?
"Tranquilla..."
La rassicurò subito il canadese, agitando una mano come per dare poca importanza alla cosa, voltandosi nuovamente verso l'entrata del centro commerciale. Due enormi porte scorrevoli trasparenti si trovavano davanti agli investigatori, attraverso le quali Haneul incrociò subito lo sguardo di una donna dai lunghi capelli biondi, probabilmente tinti data l'evidente ricrescita castana al centro della sua testa. Aveva dei grandi occhi giallastri, in parte nascosti dietro un grosso paio di occhiali da sole che, scivolatele un po' sul naso, avevano mostrato le sue iridi. La coreana notò subito come, non appena i loro sguardi si erano incrociati, la donna sembrava essersi irridigita ed aveva iniziato a guardare con quella che ad Haneul pareva parecchia insistenza Nastas'ya. La giovane donna storse un po' il naso, ma non ci diede troppa importanza e seguì il gruppo -alla cui testa c'era naturalmente la russa- all'interno del centro... e non si stupì affatto quando la donna si diresse subito verso di loro.
"Emily Smith, piacere. Sono la donna che vi ha chiamati qui"

Ciau amici 💕💕💕💕
Sono tornata, la settimana scorsa sono hansukata perchè ero in ✨vacanza✨ ma questo non è l'importante pffff ewe
Sapete invece cos'è importante? e.e
Vi ho tagliato il capitolo in modo brutale perchè ho sonno e volevo avere la soddisfazione di pubblicare di mercoled- no ok jk jk, la cosa importante è che io e Crazy_Moon11 abbiamo creato un profilo insieme (Whanger69) dove (si spera) presto pubblicheremo una storia ad oc in collaborazione uwu~~
E boh
Viva lo spam 💕✨
Ora vi lascio bbys, ci vediamo sabato con Kuruma Academy~~~

×Flame×

[ᴛʜᴇ sʜᴏᴘ ᴏғ ᴡᴏɴᴅᴇʀs-sᴛᴏʀɪᴀ ᴀᴅ ᴏᴄ][ɪsᴄʀɪᴢɪᴏɴɪ ᴄʜɪᴜꜱᴇ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora