↻Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 2

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Luka sistemò le proprie valigie accanto al grosso armadio posto alla destra della porta della sua camera, ossia la numero centoventisette. Si stese per un pò sul morbido letto, osservando il soffitto e l'elaborato lampadario che pendeva esattamente su di lui. Era dorato e pieno di fronzoli luccicanti, simile a centinaia di altri lampadari all'interno del grandissimo hotel Rosewoods. Tutto aveva un aspetto tremendamente costoso...ed al canadese pareva quasi assurdo il fatto di non aver dovuto sborsare nemmeno un centesimo. Aveva, incredibilmente, offerto tutto l'Hunt Corporation, accettando dei 'piccoli' contributi da parte delle altre quattro agenzie, ma nulla di più. Si voltò verso l'orologio da muro, il cui ticchettio scandiva i secondi all'interno della stanza.
'Mancano venti minuti...dovrei muovermi...'
Pensò, alzandosi. Involontariamente, si specchiò nel grosso specchio posto difronte al letto, su un grosso comò. Il castano posò per pochi secondi lo sguardo sul proprio riflesso, per poi distoglierlo subito, sistemandosi inutilmente la maglietta. Prese le chiavi della stanza e, dopo essersi chiuso la porta dietro, si diresse verso l'ascensore, posto esattamente al centro del largo pianerottolo e circondato dalle diverse porte delle camere assegnate agli investigatori, che avevano a propria disposizione un'intera sezione del sesto piano. Chiamato l'ascensore, l'ometto aspettò pochi secondi e subito le porte davanti a lui si aprirono, rivelando un largo ascensore provvisto di un grandissimo specchio e diversi faretti, che lo illuminavano a giorno. Ancora una volta colpito da tanto lusso, sebbene avesse già visto quell'ascensore, si guardò attorno e, quando fece per premere il bottone che l'avrebbe portato al piano terra, una voce femminile lo chiamò.
"Scusi! Potrebbe darmi un passaggio?"
Una cameriera bassina, dai lunghi capelli castani e gli occhi dorati si avvicinò allegramente all'investigatore, che annuì.
"Certo...a che piano va?"
Fece Luka, studiando la minuta donna.
"Terzo piano!" Esclamò la castana, piazzandosi vicino all'uomo, osservandolo mentre premeva il pulsante che l'avrebbe portata alla sua destinazione "Lei è uno degli investigatori stranieri, non è vero?"
Luka si voltò verso la donna, inclinando la testa, piuttosto confuso.
"I-"
"Siete tutti molto particolari....sarà un piacere avervi qui al Rosewoods"
Sorrise la cameriera, il cui cartellino riportava il nome di 'Hannah', prima di muoversi verso le porte dell'ascensore, che si aprirono pochi secondi dopo. Luka l'osservò allontanarsi, un pó confuso, per poi scuotere la testa e schiacciare il pulsante più in basso, che portava una grande lettera 'G'.
Uscito dall'ascensore, il canadese si diresse verso il lussuoso ingresso dell'hotel, dove trovò Oz conversare con un altro uomo che gli pareva di aver visto. Aveva i capelli rossi, tinti con qualche ciocca verdina, e piuttosto sompigliati.
"..insomma, penso sia piuttosto improbabile....."
Mok, non appena vide Luka, si voltò verso di lui, ed Oz fece lo stesso, salutando il collega con un ampio gesto del braccio.
"Heeeey! Luka!!"
Esclamò, mentre il maggiore gli si avvicinò camminando a passo rapido.
"Oz, abbassa la voce-"
Fece il castano, mentre Mok si grattò la nuca, sbadigliando. Di rimando, anche Oz sbadigliò mentre Luka si limitò ad osservare i due, per poi spostare il suo sguardo sulle grosse porte trasparenti, dalle quali uscì una cameriera identica a quella che aveva incontrato poco prima in ascensore. Teneva una mano sul petto ed i lunghi capelli raccolti in una coda di cavallo. Luka, convinto di essersi impressionato, non disse nulla, dirigendosi invece verso l'uscita.
"Aspetta, vengo anche io!" Esclamò Oz, seguendo l'amico "Mok, tu non vieni?"
Fece poi, voltandosi verso il coreano, che sbadigliò nuovamente.
"Nah...prima vado a prendermi un caffè..."
Borbottò, con le mani in tasca, il maggiore. Oz si strinse nelle spalle.
"D'accordo. Ciaoo!"
Salutò con un sorrisone la sua nuova conoscenza, per poi trascinare Luka fuori dall'edificio.
'...tipo bizzarro..'
Pensò Mok, osservando il biondo allontanarsi insieme al povero collega.

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"Un'altra scomparsa? Ne sei sicuro?"
La ragazza si sistemò una ciocca di capelli color grano dietro l'orecchio, avvicinandosi all'amico, che annuì con decisione.
"Sicurissimo. Ho sentito il signor Oscar parlarne con il detective Jackson, sembra che sia legato al caso dello Shop of Wonders"
Spiegò il biondo, gesticolando. La collega annuì lentamente, portandosi una mano al mento.
"Capisco....non si parla d'altro, ultimamente..."
"È vero, qualsiasi cosa riguardi quel negozietto fa scalpore..."
Dei passi, che si rivelarono appartenere a Tucker Hunt in persona, attirarono l'attenzione delle due matricole.
"Agente Howard, agente Carter.."
I due ricambiarono il saluto dell'uomo. Portava i capelli biondi pettinati all'indietro e parevano arrivargli alla nuca. Era abbastanza alto, secondo Nicholas doveva arrivare almeno al metro e ottanta, ma sul suo volto c'era perennemente un pacato sorriso che non ispirava altro se non gentilezza....ma non bisogna mai farsi ingannare dall'apparenza, e le matricole lo sapevano benissimo: non bisognava scherzare con Tucker Hunt, per nessun motivo al mondo.
I due fecero qualche passo indietro, notando di essersi piazzati esattamente davanti le porte della Sala Riunioni, che pareva essere la destinazione del direttore. Infatti, l'uomo entrò subito all'interno della stanza, salutando con un cenno le due matricole. Dopo poco, anche i due segretari dell'uomo fecero il loro ingresso nella sala, e Tiffany suggerì di allontanarsi.
"Daai, che c'è di male a rimanere qui? Potremmo scoprire qualcosa sulla faccenda degli investigatori..."
Il biondo fece per avvicinarsi alle porte della stanza.
"....che ci fate qui?"
Arrivata ovviamente in anticipo, Ariane guardò confusa le due matricole.
"Ahem, nulla. Ce ne stavamo giusto..andando"

[ᴛʜᴇ sʜᴏᴘ ᴏғ ᴡᴏɴᴅᴇʀs-sᴛᴏʀɪᴀ ᴀᴅ ᴏᴄ][ɪsᴄʀɪᴢɪᴏɴɪ ᴄʜɪᴜꜱᴇ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora