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Dottoressa Lily Rose Deep, specialista in Neuropsichiatria, Rosemary Mental Asylum, Terra di Nessuno, Chicago.

Camminai lungo i corridoi del Rosemary Asylum con spensieratezze, nonostante i pazienti del luogo; era tutta la mia carriera che agognavo un posto all'interno di quel manicomio, per portare a termine la mia ricerca ed adesso che ero lì, non dovevo far altro, se non aprirmi l'opportunità di accalappiare qualche criminale da strapazzo con un profilo simile a quello che mi serviva.

Aprii la porta dello studio in cui venivano condotte le riunioni e fui sorpresa quando costatai di essere l'ultima; purtroppo, il paziente di cui mi ero occupata fino a qualche minuto prima, aveva avuto un ennesimo crollo e non avevo potuto terminare la seduta in anticipo.

"Scusatemi per il ritardo," dissi, sistemandomi il nastro nero che mi teneva legati i capelli biondi e corti. "Spero di non aver perso troppo."

"Non si preoccupi, dottoressa Deep, si sieda pure." Elliot Lemaze, psichiatra di fama mondiale e direttore del Rosemary, mi indicò con un sorriso l'unica sedia libera: quella vicino a Lucy. Mi accomodai senza fare nessun commento, ma sembrava che la dottoressa con gli occhiali non sopportasse la mia presenza. "Ora che ci siamo tutti, possiamo dividerci i nostri nuovi pazienti. Come sapete, non tutti si trovano nella sezione sotterranea in cui ospitiamo i criminali altamente compromessi, ma oggi è arrivato un ospite speciale." Tutti noi ci allungammo verso Elliot, che sembrò gongolare di quell'attenzione. "Andrej Kirill Ivanov."

Deglutii. Avevo sentito moltissime storie su Mr. Ivanov e lui sì, che sarebbe stato il soggetto perfetto per la mia ricerca. Mi leccai le labbra, pregustandomi la futura battaglia contro gli altri dottori per poter accaparrarci il soggetto, ma Elliot mi sorprese.

"Dottoressa Deep, Mr. Ivanov ha chiesto espressamente di lei."

Corrugai la fronte e spalancai la bocca.

"Di me?" Mi indicai.

"Sì." Annuì. "L'ha vista passare quando l'abbiamo scortato all'interno, probabilmente i sedativi ormai avevano terminato il proprio effetto, l'ha notata e l'ha voluta."

Deglutii, perché sembrava quasi una sentenza di morte, ma mi ritrovai ad annuire con vigore.

Lui.

Il caso della mia vita.

Il profilo per la ricerca.

"Certamente."

Ma Elliot mi bloccò sollevando una mano.

"Prima di rispondere, desidererei che lo osservasse per un po'. Non è la prima volta che Andrej viene rinchiuso al Rosemary e per molto tempo abbiamo avuto dei dubbi sulla sua sanità mentale: a più di uno psichiatra sembrava essere perfettamente in grado di ragionare, ma ciò che successe due anni fa, ci ha convinti definitivamente."

Cercai di captare più informazioni possibili, ma lo sguardo lugubre del direttore mi fece desistere dal domandare di più.

"Posso avere la cartella del paziente?" Mi sistemai il nastro nero per spezzare la tensione. "Giusto per controllare."

"Certamente."

Me la passò e continuò a parlare per una decina di minuti, ma ad un certo punto del discorso, Lucy lo interruppe in maniera sgarbata.

"Perché lei?" Chiese con astio. "Cos'ha lei che noi tutti non abbiamo?" Cercai di non sentirmi offesa da quella insinuazione. "Va per caso a letto con qualcuno? Perché, di solito, i soggetti di quella risma non vengono consegnati ai novellini, ma a chi ha già una certa esperienza sul campo."

Pazzia | THE NY RUSSIAN MAFIA #2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora