VII

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Lily Rose Deep, casa in affitto Leighton Street, Terra di Nessuno, Distretto di Chicago.

Dal buio in cui ero immersa si palesarono due mani pallide, due mani che riuscii a ricondurre ad un unico uomo: Mr. Ivanov. Era strano pensare come la mente, in determinate situazioni di necessità, risultasse essere così attiva e bramosa di dettagli, che a volte potevano sembrare inutili all'inizio, ma essenziali al termine per riconoscere una determinata persona. Io quelle due mani le conoscevo bene, le avevo osservate quando si erano toccate i capelli castano dorati, quando si erano appoggiate alle guance sbarbate, quando mi avevano toccato il volto e le labbra; eppure, in quel momento erano sui miei fianchi, pretenziose di condurmi dal possessore ed io ero lì, in balia di quella presa e per niente restia ad allontanarmicisi. Le avvertii scivolarmi come seta sull'addome nudo, intorno ai miei fianchi e ...

Mi svegliai tutta sudata e scattai seduta.

"Che diavolo?" Mi portai una mano alla fronte. "Santo cielo."

Scalciai le coperte e andai a chiudere la finestra del mio appartamento in affitto, che sbatacchiava contro la parete a causa del vento. Il sudore mi aveva appiccicato il pigiama al corpo come una seconda pelle e mi dava i brividi. Atterrita dal sogno e propensa la mattina seguente a consegnare le mie dimissioni per il caso Ivanov e scappare quanto più possibile lontano dall'Ohio, mi fiondai in bagno, ma a metà del corridoio udii del rumore provenire dalla cucina. Mi arrestai allerta e aguzzai le orecchie.

"C'è nessuno?" Domandai con il cuore in gola: come se qualche ladro o assassino potesse seriamente rispondermi. "C'è-

Un altro rumore destabilizzò i miei già deboli nervi e adocchiato il vaso di fiori sul tavolo del soggiorno, lo presi in mano, camminando in punta di piedi verso la fonte. Non feci in tempo ad accorgermi dell'intruso, che due mani mi spinsero contro la parete della cucina e mi incastrarono, facendo rovinare il vaso per terra, che si infranse in mille piccoli pezzi.

"Mi dispiace, dottoressa." La voce mi solleticò il padiglione e potei ricondurre quel timbro a Mike, ma che diavolo ci faceva Mike nel mio appartamento? Cercai di girarmi, ma la sua presa aumentò e la mia guancia graffiò la parete. "Mi dispiace davvero, ma sono ordini che provengono dall'alto."

Lo strattonai per liberarmi da quella presa ferrea e comprendere che diamine stesse blaterando il caro ragazzo con cui ero uscita qualche ora prima, ma era evidente che la mia sfortuna si fosse rimessa in moto dopo anni di quiescenza.

"Dall'alto?" Borbottai, non riuscendo a concentrare la mia mente su nient'altro, se non quelle parole che non avevano per me nessun senso logico. "Mike, che diav-

"Oh, sì. Da brava, siediti buona qui e aspetta."

Mi fece accomodare sulla sediolina di legno della cucina, mi legò le mani dietro lo schienale e andò ad aprire la porta del mio appartamento. Due uomini alti e minacciosi, agghindati con cappotti neri e cappelli ancor più scuri, varcarono la soglia con calma studiata, quasi si trattasse della loro abitazione.

"Lily Rose Deep, è lei?"

Uno dei due si tolse il cappello e mi permise di osservalo direttamente: aveva dei riccioli marroni scuri, che gli circondavano il capo a mo' di aureola, due occhi profondi come la notte e dei vestiti fin troppo raffinati. Deglutii con la gola secca ed una piccola bottarella sul braccio da parte di Mike mi indusse a incrociare il suo sguardo iniettato di sangue.

"Rispondi."

La mia rabbia contro di lui non si era assopita, ma dovevo focalizzare l'attenzione sul compito più importante: non morire, perché avevo il chiaro presentimento non si trattasse di un incontro di piacere.

Pazzia | THE NY RUSSIAN MAFIA #2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora