XIX

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Andrej Kirill Ivanov, Villa Ivanov, New York.

La guardai rivestirsi alla penombra della camera e mi portai le mani dietro la testa in una posizione assolutamente rilassata. Sorrisi, alla vista della sua silhouette nuda e benedissi la mia ragione per averle chiesto di rimanere al mio fianco.

Adoravo quella donna, ma ancor di più adoravo il come si stesse abituando a questa nostra nuova vita: finalmente il cibo stava facendo il suo effetto e, seppur con lentezza, anche lei si stava rilassando.

Le avevo raccontato del morto e del messaggio, ma le avevo gentilmente chiesto di riposarsi per una settimana e per fortuna mi aveva ascoltato: aveva dormito, si era rifocillata, aveva acquistato un po' di peso ed ora sembrava essere pronta per condurre la vita al mio fianco, al fianco del Consigliere della Drakta.

Non vi erano stati più omicidi e il fronte Chicago taceva, circostanza che non piaceva a me come non piaceva a Dimitri, ma non avevamo voglia di disturbare il pisolino dei nostri nemici. Minacciare di morte Lily Rose e poi svanire nel nulla, non era di certo la maniera con cui Vittorio Bruno era solito condurre i propri affari, ma avevo preferito tacere quel piccolo particolare a Lily, per evitare che si potesse preoccupare ulteriormente.

"Ho deciso che ti allenerò, Lilrose," le feci sapere quando si girò verso di me.

"Mi allenerai?"

Corrugò le sopracciglia chiare, ma non disprezzò il diminutivo che avevo scelto per lei.

"Oh, sì, considerata la tua storia, direi che necessiti di una buona dose di fondamenti di autodifesa." Mi sollevai dal letto incurante della mia nudità e mi cullai nello sguardo bramoso di Lily Rose. "Sei la ragazza del Consigliere della Drakta, dovrai pur essere in grado di difenderti."

Le baciai i capelli biondo ghiaccio e le cinsi la vita con un sorriso sardonico.

"Sono la tua ragazza."

Le scoccai un bacio sul collo e rabbrividì.

"Chiedo a qualcun'altra se vuoi."

"Mmmh no." Mi appoggiò le mani sul grosso tatuaggio del petto e Risi. "Ed io che pensavo non mi volessi far muovere da questa camera."

Si alzò in punta di piedi e mi scoccò un bacio casto, per poi dirigersi verso il bagno.

"Dove pensi di andare?"

Con un movimento fulmineo me la caricai in spalla e le diedi una serie di pacche sul di dietro, che avevo iniziato ad apprezzare particolarmente, soprattutto dopo la nuova dieta ricca di carboidrati e dolci.

"Andrej!"

La sua risata mi scaldò il cuore, ma non le permisi di liberarsi dal mio abbraccio.

La sua risata mi scaldò il cuore, ma non le permisi di liberarsi dal mio abbraccio

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Lily Rose Dee, Villa Ivanov, New York.

Solo molto tempo dopo, Andrej mi trascinò in palestra con indosso un paio di suoi pantaloncini, che mi andavano piuttosto larghi e lunghi, ed una sua maglietta a maniche corte.

Pazzia | THE NY RUSSIAN MAFIA #2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora