Cap. 11

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Quella mattina mi ero svegliato con due succhiotti viola sul collo e la convinzione che non avrei più bevuto in vita mia. Kirishima ridacchiò quando vide come ero ridotto e Todoroki mi fece mille domande, a cui però solo poche sapevo rispondere. "Mi spieghi chi ti ha ridotto il collo in quel modo?" Disse un po' sconvolto e un po' divertito
"Penso... Toga, quella bionda in paese..." risposi imbarazzato.
Kiri scoppiò in una risata sconcertante "ma non la odiavi scusa??" Disse ridendo
"Si... ma non ero del tutto cosciente..."
Todoroki invece sembrava preoccupato "in che senso pensi che sia stata lei? Non ne sei sicuro?"
"Todo ti ho già detto che ero ubriaco,
u b r i a c o!" Scandii infastidito "non sono sicuro al cento per cento che fosse lei... ma ragionevolmente." I due risero per qualche minuto buono. Poi, dopo qualche mia occhiata fulminante smisero di scompisciarsi, ma continuarono a ridacchiare ogni volta che si incontravano con lo sguardo.

Non vidi la preda per molti giorni a seguire, quando incontravo Toga arrossivo e cercavo di evitarla, troppo imbarazzato per cio che era avvenuto. Neanche Todo e Kiri uscirono con Bakugou per molto, sembrava quasi sparito. Era entrato a far parte delle nostre vite senza avviso è allo stesso modo se ne era andato.
Lo rividi per la prima volta una settimana dopo il party da Sero. Stavo passeggiando sulla riva, erano le ultime ore di luce e la sabbia umida era fredda al contatto coi piedi scalzi. La preda era bellissima. Sedeva disinvolta su un panchetto, davanti una tela e dei colori. Aveva lo sguardo concentrato ma i lineamenti rilassati,negli occhi si leggeva l'intento di carpire ogni dettaglio del panorama.
Normalmente lo avrei solo ammirato da lontano, ma vedendolo così calmo e distante sentii l'impulso di avvicinarmi a lui. Mi sedetti sulla sabbia accanto al panchetto. Bakugou stava dipingendo a tempere un tramonto caldo e ipnotizzante. Sentivo il cuore battermi nel torace, le dita nervose intrecciarsi tra loro e mi mordevo il labbro tanto da farmi male. Non so dove avessi trovato il coraggio di appropinquarmi, ma quel Bakugou così diverso mi attraeva. Probabilmente il ragazzo mi aveva notato, ma non lo diede a vedere, anzi continuò a dipingere con maggiore interesse, come a dimostrarmi la sua bravura.

Dopo minuti seduto sulla sabbia a ascoltare le pennellate sulla tela sentii che aveva poggiato il pennello sulla tavolozza. Non mi girai. Il cuore batteva in petto quasi volesse scappare. Percepii i suoi occhi posarsi su di me. "Disegni molto bene" dissi a disagio. Lo sentii ridacchiare compiaciuto. "Sì, effettivamente mi riesce bene." Rispose con poca umiltà. Passò ancora qualche minuto di silenzio, rotto solo dall'infrangersi delle onde sulla battigia. Quando ormai mi stavo abituando alla situazione bizzarra e mi stavo lasciando cullare dal rumore delle onde sentii qualcosa passarmi fra i capelli. Istantaneamente mi irrigidii. Sentii Bakugou sogghignare mentre accarezzava lentamente la mia testa, passando le dita fra le ciocche disordinate.
Poi, con una lentezza estenuante, si spostò dallo sgabello sulla sabbia, facendo scivolare la sua mano attorno alle mie spalle. Ero a disagio, ma non mi sarei mosso per nessun motivo. Attraverso la maglietta sentivo il tepore deL suo corpo, le nostre dita dei piedi si sfioravano e sentivo il suo respiro sul mio collo. "Sei... carino" sussurrò con voce grave e enigmatica, facendomi gelare il sangue nelle vene e contemporaneamente scaldandomi le guance. Poi con la punta delle dita sfiorò il mio collo, provocandomi un brivido per tutta la schiena.  "Chi ti ha ridotto così?" Disse guardando i succhiotti ormai quasi spariti. "Una ragazza..." balbettai impacciato "qualche giorno fa". Lo sentii ridere divertito. Si stava prendendo gioco di me? "Cosa fai domani pomeriggio?" Mi chiese guardandomi con occhi voraci. Sentii il cuore battere più velocemente. "Niente, credo."  Bakugou appoggiò una mano sulla mia guancia, indirizzando dolcemente il mio sguardo nei suoi occhi. "Passa da me, allora, in hotel. Voglio dipingerti." Non mi diede il tempo di rispondergli che si alzò in piedi, sfiorandomi una coscia nuda. Prese il suo cavalletto e i suoi colori e si infilò le scarpe "l'hotel è quello all'incrocio con la biblioteca, stanza 115. Ti aspetto alle 5 di pomeriggio. Non tardare." Raccolse il suo zaino e si incamminò, poi, dopo qualche passo, si fermò nuovamente "e quel succhiotto non te l'ha fatto una ragazza" disse ridacchiando e dandomi le spalle.

Angoletto dell'autrice
Ragaaaa spero vi piaccia e niente sono incazzatissima perché Wattpad funziona malissimo :(

La bugia dei papaveri •Bakudeku•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora