Parte 15#

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Jean seduto a letto ,stava studiando un libro che gli aveva dato Sadies per non perdere tempo mentre si riprendeva. Bussarono alla porta e Jean disse di entrare. La porta si aprì ed entrarono Marco, Christa e Sasha. Christa non aveva più visto Jean da quella volta al campo e vederlo in quello stato le fece uno strano effetto, erano passati alcuni giorni e Jean si riprendeva piano. Aveva ancora le occhiaie, il volto pallido e i capelli non curati iniziavano ad essere più lunghi del solito. "Buon giorno ,bell'addormentato. " disse Sasha posando un  vassoio di cibo. "Buongiorno? Ma se sono sveglio dalle 9?!"
Dietro Christa entrò anche un uomo, era il medico del campo. "Hai fatto colazione,Kirschtein?" Disse l'uomo poggiando una valigetta.  "Più o meno..."  Marco guardò il vassoio della colazione, appoggiato alla scrivania, intatto e pieno. "Più o meno?" Gli chiese Il moro indicandolo con la testa. Jean sbuffò. "Se mangio Vomito"
"Se mangi, Jean, smetterai di sentirti sempre stanco, ti rimetterai prima e riprenderai peso. E poi se dovessi vomitare faresti meno fatica che vomitare il nulla. "Disse l'uomo mentre tirava fuori delle boccette dalla borsa. Christa si fece avanti. "Jean, ti...ti ho portato il pranzo." Disse la ragazza allungandogli il vassoio. "Grazie Christa." Disse il ragazzo prendendolo. Fissò con noia il cibo e poi marco si sedette accanto a lui. "Mangia almeno un po' di pane." Jean ne mangiò un po' a fatica e poi l'uomo gli diede due bicchierini. "Bevi questi ,Jean. Bodt... verso le due chiamami, devo fare a Jean un iniezione."
"Se vuole posso fargliela io." Rispose Marco alzandosi. "Sei capace?" Chiese l'uomo mostrandogli la siringa. Marco annuì. "Bene allora vi lascio tutto il necessario. Se ci sono delle novità, sapete dove sono. "
Poi uscì chiudendo la porta. Jean prese un bicchierino e lo fissò con disgusto.
"Non dovresti lamentarti. Non puoi capire quanto siano noiose le lezioni teoriche di Sadies senza di te. Almeno prima sembrava quasi come la scuola. Ora invece dobbiamo stare tutti attenti. " si lamentò sasha rubando la Mela a Jean. Marco la guardò sprezzante e lei fece spallucce. "Non credere che per me sia meglio, non faccio altro che leggere e prendere medicine. " disse il biondo prendendo un elastico e facendosi una sorta di chignon.  "E poi non chiedo di meglio di essere servito e riverito da due splendide donne" disse romanzando la finale. "Se fossi attratto dalle donne." Lo corresse Christa ridacchiando. "Se fossi attratto dalle donne" ribadì Jean. "Solo perché sono fidanzato con un uomo non significa che non riconosca una bella donna quando la vedo... e poi preferisco lasciarle a te... o sbaglio?" Disse lui con aria provocante a Christa. Lei arrossì sorpresa, come se non si aspettasse una dichiarazione simile. "C-Cosa vorresti dire?!" Disse lei con il viso rosso. "Ho notato, come guardi Ymir. Ma sta tranquilla ,il tuo""segreto"" è al sicuro con me-" jean le fece l'occhiolino poco prima che Marco lo zittisse con il pane. Sasha sorrideva. "Bene, io e Christa torniamo a fare pranzo. Tu vieni con noi, Marco?" Disse la ragazza con i capelli rossicci. "Farò compagnia a sua maestà qui. Ci vediamo dopo" le due annuirono e uscirono. Appena chiusa la porta qualcosa attaccò Marco. Lui quasi si spaventò e si trovò Jean addosso. Lo aveva steso sul letto e gli si era seduto con le gambe in vita. "Jean!? Cosa stai facendo?!"
"E secondo te?!" Disse ridacchiando mentre gli si strusciava addosso.
"I-Il medico...ha detto...niente attività....fisiche." borbottò Marco mentre Jean gli baciava il collo e gli toccava il sedere.
"Non ha mai detto di no ad un po' di innocente sesso." Gli leccò le labbra e continuò a bisbigliargli la parola finale nelle orecchie. "Si invece!"

"Devi evitare qualunque attività fisica. E fra un paio di settimane potrai tornare ad allenarti."
Marco annuì e guardò Jean che stava probabilemnte per fare una domanda stupida. "Se mi stai per chiedere se tra le attività fisiche rientrano anche le attività sessuali, la risposta è sì. Per almeno una settimana, fallo sapere alla tua ragazza. " disse il medico cercando di capire l'espressione di Jean. Rimase sorpreso quando nella stanza ci fu un'imbarazzo generale. "Cosa c'è.? Non hai la ragazza?" Chiese il medico per alleggerire la tensione. "Più o meno " l'uomo sorrise e uscì dalla stanza in compagnia di Ymir e Reiner. I due erano stati mandati da Sadies per riferirgli i risultati medici, ma non avevano mai parlato tra di loro. "Dite pure a Sadies che non ci metterà troppo tempo a riprendersi." I due annuirono e poco prima che il medico entrasse nel suo ufficio, Reiner disse:"sa... il motivo per cui Jean Kirschtein è rimasto stupito dalla sua domanda, era perché lui non ha una ragazza." Il dottore stava per dire qualcosa, probabilemnte una lamentela sui giovani ,ma poi Ymir concluse la frase di Reiner. "Lui ha un ragazzO" disse lei divertita. L'uomo rimase stupito. "Oh, capisco..." disse lui. Aprì la porta ed entrò, ma all'ultimo chiese:" Il fidanzato.... è il ragazzo con le lentiggini?"
"Si, Marco Bodt."

Marco rotolò ritrovandosi sopra Jean, ridevano come due ubriachi mentre si ricordavano quella figuraccia. "Cosa dovevo dire? ""In realtà ho un ragazzo, è lui, quello con il viso innocente, gli occhioni da cucciolo e che scopa da paura""." Disse Jean fingendo di parlare con il dottore. "Non essere volgare, non è nemmeno vero, l'ultima volta sono venuto dopo 5 minuti." Disse Marco in imbarazzo. "Era la tua prima volta, Amore. Anche se... ho fatto sveltine più lunghe." Disse provocandolo. Marco non rispose, sembrava positivamente sorpreso. "Perché quella faccia? Per averti chiamato "Amore" o per le sveltine?"
Marco gli prese il volto tra le mani e scosse leggermente la testa. "Umh..." sospirò lui "ti amo da impazzire" disse baciandolo e facendolo stendere sul letto. Si sedette sopra il suo bacino e mentre lo baciava faceva strusciare leggermente le estremità in una lenta tortura. "Mmh" gemette Jean quando il moro spinse una mano contro la sua erezione. "Il dottore ha detto che non devi sforzarti o muoverti troppo." Jean cercò di sorridere mentre il suo respiro era affannato. "Non mi importa niente del dottore... Voglio farti mio" disse iniziando a baciargli il collo e aprirgli la camicia. Voleva assaporare ogni centimetro del suo corpo. Partendo dalla bocca e il mento gli lasciò una scia di baci, gli leccò e succhiò il collo, lasciandogli alcuni segni rossi mentre lo mordeva. Marco inspirava a fatica. Jean invertì le posizioni e si mise sopra di lui. Gli tolse i pantaloni ammirando i suoi boxer con aria avida. Jean si sfilò la maglia facendosi aiutare da Marco e poi anche i pantaloni. Si abbassò e prese a leccargli la vita, impennando ogni tanto un po' più in basso. E proprio quando iniziò a stilare i boxer a Marco, il moro lo spinse al suo posto e gli bloccò le braccia facendole congiungere sopra la testa. "Che fai ora? Tiri fuori i connotati?" Gli chiese Jean cercando di raggiungerlo, ma Marco gli bloccò il corpo con una mano e gli si avvicinò lentamente. "Adesso, ti farò urlare" disse lui baciandolo e mordendogli le labbra. Gli lasciò le mani giusto il tempo per abbassargli le mutande ed iniziò a stuzzicare la pelle intorno al suo sesso. Jean sentì una scarica di adrenalina attraversergli il corpo e fece un gemito strozzato mentre stringeva i denti. Il moro prese il biondo in bocca lasciandolo senza fiato. Muoveva la lingua con molta abilità nonostante fosse la prima volta che lo faceva. Si muoveva lentamente torturando il suo ragazzo. Poi iniziò ad essere più rapido e Jean inarcò la schiena cercando, malamente, di trattenere i gemiti. "Merda....Merda, merda, merda!!!" Disse Jean coprendosi il volto. Marco prese a toccarlo con le mani per potergli parlare:"cosa c'è?" Chiese leccandosi le labbra. "Marco, c-così....mi fai venire." Marco capì che Jean era molto più vicino all'orgasmo di quanto si aspettasse.
Vederlo così, vulnerabile, docile, lo faceva sentire strano, quasi potente."Ho avuto sveltine più lunghe. Cit." Disse per prenderlo in giro. Jean si liberò dalla sua presa e si tirò su per baciarlo. "Smettila di parlare e scopami" disse deglutendo. Marco smise di muovere la mano e si sfilò le mutande. Avvicinò la sua mano alla faccia di Jean e gli fece leccare il dito. Poi lo portò alla fessura del biondo, inserendolo e facendolo gemere tanto forte che sembrava urlasse. Ne aggiunse un altro e li mosse dentro di lui. Poi Marco entrò e Jean urlò nuovamente. "AAa. Marco mi fa male. Vai più piano... è passato un po' dall'ultima volta." Marco annuì e rallentò le spinte. Adesso anche lui ansimava. Era una sensazione molto diversa da quella dell'ultima volta. E lo faceva impazzire. I loro volti erano concentrati e energici. Jean si aggrappò alla schiena di marco, lasciandogli anche righe rosse sulla pelle. Oramai non erano più gemiti periodici, Jean non taceva un istante, tanto che Marco prese a baciarlo per tenergli la bocca impegnata, ma di certo se nel corridoio fosse calato il silenzio qualcuno li avrebbe sentiti. "Marc-o.... Sto per  venire!" Disse Jean staccando leggermente il moro dalla sua bocca. "A-anche io..." desse mentre il suo corpo andava a fuoco.
"Marco, v-vieni dentro di me..." gli disse Jean sforzandosi di completare una frase visto che era al limite. Marco rimase quasi shoccato da quelle parole e si irrigidì. Jean lo tirò a se, sbloccandolo. Poco dopo, il biondo venì, urlando il nome di Marco. Aveva il fiatone e il cuore gli batteva a mille. Marco non impiegò molto di più, anche lui stava cercando di trattenersi. Jean lo notò e gli accarezzò la guancia. Gli diede un bacio profondo mentre era aggrappato alla sua schiena. E così anche lui venì. Rotolò di lato, gli cedevano le braccia. Rimase per circa un minuto in silenzio per riprendere fiato.  "

COMPLEMENTARI | Jeanxmarco ff.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora