Parte #11

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Sadies gli fece indossare le uniformi e dei cappotti ,poi li accompagnò all'esterno. Camminarono per circa 5 minuti e li portò davanti ad una sorta di bosco, dove altri soldati li stavano aspettando.
"Vuole che ci impicchiamo, Sadies? Era ora che me lo chiedesse. " disse Jean provocando l'istruttore. "Nonostante sia tentato, non è il momento per le tue sciocchezze, Kirschtein. Quello che vedete davanti a voi è un nuovo campo di addestramento per l'uccisione dei giganti. È simile a quello che avete intravisto al vecchio campo, solo ,più moderno."

"Il ""vecchio"" campo?" Chiese Eren spuntando da dietro le spalle dell'altissimo Berthold. Sadies abbozzò un sorriso. "Il tempo non sembra migliorare, perciò ho ritenuto opportuno che rimaniate qui ancora qualche giorno. Ma non illudetevi, domani mattina all'alba avrete già ripreso l'allenamento abitudinario."

Qualcuno rimase sconvolto, qualcuno esultò e poi altri come Berthold e Annie non mossero un muscolo. "Ora che lo sapete, raggiungete gli altri cadetti, vi daranno dell'equipaggiamento nuovo, adatto al clima." Anche da lontano riuscivano a scorgere lame, abbigliamenti e armi depositate all'interno di casse a lato dei cadetti. I ragazzi si avvicinarono ma una voce li richiamò. "Non ho ancora finito. Kirschtein, ho bisogno di scambiare due parole con te."

Jean fece retro Front, che diavolo voleva Sadies da lui? Lasciò i compagni per raggiungere l'istruttore. Si allontanarono un po' senza scambiarsi una parola e poi Jean disse, abbassando il capo: "se è per la battuta di prima, mi dispiace, cercavo solo di alleggerire la tensione e-"
"Non è di questo che volevo parlarti-" disse interrompendo il biondo che lo riinterruppe. "È per me e Marc- volevo dire, Bodt? La nostra ""relazione"" è un problema? Perché per i nostri compagni non lo è ,anzi-"
"Kirschtein Fammi parlare!" Disse bloccandolo con una mano. Sadies che mi appoggia una mano sulla spalla? E poi cos'altro? Carne a cena?!
"C'è una cosa che devi sapere. Non è una notizia nuova, anzi, risale a 2 giorni fa, ma ho ritenuto sbagliato comunicartela prima della tua partenza dal campo base..." Sadies sembrava molto serio e compassionevole ,anche troppo, da mettere a disagio Jean. Per fortuna, quella conversazione stranamente intima venne interrotta: "JEAN, CHE TAGLIA DI SCARPE PORTI??!!" Gli urlò Reiner mentre scavava dentro uno scatolone. "40!!!" Gli urlò a sua volta Jean. Si girò per prestare nuovamente attenzione su Sadies, annuendo come per incoraggiarlo a continuare. "Voglio solo che tu rimanga calmo, magari ora non è il momento giusto, ma non c'è mai un momento giusto per queste cose-"
"41 VA BENE LO STESSO?!?" Strillò Reiner sventolando degli stivali neri.
"TI HO DETTO 40!!"
"È UN SI O UN NO?!"
... Jean sospirò. "SI!!"
Ritornò a Sadies che accennando ad un sorriso gli disse. "Lascia stare Jean, va con gli altri. Ne parleremo successivamente quando avrai un momento." Jean... mi ha davvero chiamato Jean!!?!!!
"Allora a più tardi. " disse il ragazzo ancora sconvolto.

"Che cosa voleva?" Disse marco allungandogli una sacca di vestiti e degli stivali. "Non lho capito bene nemmeno io. So solo che mi ha chiamato ""Jean"" e ora ho i brividi!" Disse rendendo increduli tutti i compagni.

Il pomeriggio lo passarono all'interno della "casa" visto che faceva incredibilmente freddo. Quando fece mezzanotte, come da progamma, tutti gli amici si trovarono nel salone, pronti per sgattaiolare via. Jean indossava un giubbetto di pelle nera e dei ridicoli occhiali da sole scuri, Marco invece indossava un maglione di lana rosso con sopra una giacca grigia. Quando furono tutti, scassinarono la porta d'ingresso e corsero via ridacchiando e zittendosi a vicenda. Ci vollero una decina di minuti per intravedere il fumo dei comignoli del paese. Tutti si misero a correre tra le strade, rincorrendosi, ridendo e urlando. Rimasero in giro per un po' e poi si rifugiarono all'interno di una taverna ancora aperta. Anche se Jean e Marco, erano più indietro rispetto al gruppo, visto che più volte si erano nascosti nei vicoli poco illuminati per darsi qualche bacio poco casto e amoreggiare un po'. Bevettero un po' fino a quando anche quel bar chiuse e dovettero andarsene. Reiner e Jean erano completamente sbronzi. Cantavano e si urlavano contro mentre Berthold portava il primo sulle spalle mentre Sasha e Conny sostenevano il secondo. "Potete anche lasciarmi. Riesco a camminare!" Disse Jean cercando di scansarli con la mano. I due lo lasciarono e trenta secondi dopo era accasciato a terra vomitando tutto l'alcool. Marco ridacchiva mentre lo aiutava a tirarsi su. "Dov'è finito il ragazzo che ""reggeva benissimo l'alcool"?"
"Credo se ne sia andato dopo il 6 bicchiere... o il 7..." rispose il biondo tornando da Conny e Sasha. Marco raccolse gli occhiali da sole caduti poco prima e avvicinandosi al fidanzato glieli rimise. "Tienili, sembrerai più sobrio." Disse il moro.
"Non credo funzionerà " rise.
Marco gli si avvicinò.
"Vuoi davvero baciarmi? So di vomito..." disse quando la faccia di marco iniziò ad essere più vicina. Ma Marco si alzò leggermente sulle punte e gli baciò la testa. "No, non darti troppe arie."
Tornarono barcollando verso il campo con alcune soste per lasciare a Reiner e a Jean il tempo di vomitare. Poi dovettero pure cercare di far salire 2 rampe di scale a 2 ubriachi senza fare rumore, fallendo miseramente quando Reiner si appoggiò ad un vaso facendolo cadere dalle scale. Nonostante ciò, non si fecero scoprire e ognuno tornò felice nella propria stanza. Jean entrò e si appoggiò al muro per non cadere. Marco gli si avvicinò e gli diede una mano a spogliarsi e a mettersi il pigiama. Lo accompagnò a letto e lo fece stendere. "Grazie... Marco... " sorrise al ragazzo che intanto si stava cambiando. Si stese accanto a Jean e gli diede un altro bacio sulla fronte. Lui gli si avvicinò e lo baciò sulle labbra. "So ancora di vomito?"
"No, non sai più di vomito." Disse ribaciandolo. "Bene, perché ho una voglia pazzesca di baciarti " gli bisbigliò il biondo. Lo attirò a se e prese a baciarlo con passione, tanto da far gemere Marco. "Marco ti va di..." disse jean malizioso toccando il sedere del ragazzo facendolo sussultare. "Mi andrebbe, ma tu sei ubriaco."
"E arrapato!" Disse scherzoso.
"Lo so. Ma è meglio che tu dorma ora. Domani mattina dobbiamo allenarci e non ho voglia di inventarmi ancora una scusa da dire agli altri per spiegare perché faccio fatica a camminare. "
Jean rise di gusto. "è stato esilarante!!! ""Sono """"caduto"""" dalle scale"" ...patetico!" Disse Jean usando un'infinità di virgolette. "Farò finta che stai già dormendo, idiota!" Disse Marco girandosi dall'altra parte. La loro conversazione si fermò li, ma Jean lo prese per i fianchi e lo strinse a se, abbracciandolo. Anche da ubriaco, riusciva ad essere buono.

Spazio autrice:
Cari Amigos. Ho una brutta notizia. Preparatevi. Nel prossimo capitolo succederà qualcosa di brutto. Già... essere smielati è bello, ma non ha quel brivido di voracità e agitazione che da la tristezza o la rabbia... non odiatemi...
See you next level!!!

COMPLEMENTARI | Jeanxmarco ff.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora