Parte 3#

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Nessuno dei due riuscì a togliersi quel momento dalla testa. Perché nessuno dei due voleva dire la verità, cioè che a entrambi era piaciuto "toccarsi". Non in maniera esplicita. Ma era stato dolce. I due tornarono in tempo per l'addestramento. Si allenavano normalmente. I loro compagni invece li fissavano di nascosto cercando di capire cosa nascondevano, o cosa avessero fatto fino a quel momento. Ma il combattimento non lascia il tempo alle emozioni.  Così pensarono che avrebbero rimandato il 3 grado per la sera, infatti era venerdì, e ogni venerdì sera si sedevano nella mensa vuota a chiacchierare e scherzare. Eppure mentre combattevano nel corpo a corpo ,Marco inciampò cadendo, Jean rise e il moro si vendicò trascinandolo con sé. Si trovarono ancora vicini. Marco però non rimase fermo. Gli fece il solletico, solo per valutare la sua reazione, che fu esilarante. Jean spalancò gli occhi e rotolò via più velocemente che poteva. Ma marco non aveva intenzione di smettere. Così jean scoppiò nella più profonda risata che Marco aveva mai sentito. Lo implorava di smettere mentre scalciava da tutte le parti. Fece ridere tutti i compagni intorno a loro fino a quando una voce riportò all'ordine.

"KIRSCHTEIN!! SEMPRE TU!!! Gli uomini hanno passato secoli a perfezionare la tortura e nel tuo caso, cosa basta? UN PO' DI SOLLETICO!?!? RIDICOLO!!" Il generale Sadies  fece ridere Jean ancora di più tanto che quando Marco smise di solleticarlo impiegò un minuto intero a riprendersi.

I due amici si guardarono e scoppiarono nuovamente a ridere dandosi pacche sulle spalle.

Finito l'allenamento fù ora del pranzo. Jean entrò nella mensa e cercò dove sedersi. Tutti i tavoli erano pieni. Apparte quello di Eren e tutti gli altri che qualche ora prima gli avevano fatto un interrogatorio, ma per fortuna, a quel tavolo c'era marco, che appena vide Jean sventolò la mano per attirare la sua attenzione.

Perciò si sedette con loro. "E quindi gli ho dovuto spiegare tutto il procedimento da capo" raccontava Reiner in un discorso di cui Jean non conosceva l'inizio.
"È colpa dell'insegnante se l'alunno non capisce" lo sgridò Berthold. "A meno che lo studente sia un pippa come te Bert." Disse Reiner spingendo leggermente l'amico.

"Di cosa state parlando?" Chiese Jean guardando interrogativo i compagni.
"Reiner sta spiegando a Berthold la sua tattica di rimorchio. Ma è davvero confusa e stupida" rispose mikasa poco interessata. "Ti ricordi la ragazza rossa con cui facevamo colazione oggi io e lui?" Disse marco.
Jean annuì. "Beh ,Berthold ci vuole provare" Jean diede la sua approvazione...  "È risaputo che Berthold ha un debole per le rosse, come l'altezza per Eren" disse Jean facendo ridere tutti tranne Eren. "Già Jean, tutti hanno un debole per qualcosa o qualcuno...giusto?"
Jean tornò sulla difensiva. "Vosa vorresti dire Jeager?" Chiese serio il biondo.
"Niente, era...solo per dire. Tutti hanno un debole per qualcosa. Tu per esempio..."
"Tappati quella bocca!" Lo intimò Jean.
"E perché dovrei?"
"PERCHÉ ALTRIMETI TE LA TAPPO IO!"
Entrambi si alzarono in piedi. Pronti per picchiarsi ancora.
"JEAN!" Urlò Marco accanto a lui.
"BASTA" Disse sempre lui.
Ma stavolta Jean stava scoppiando.
"Sapete cosa, FANCULO JEAGER, FANCULO VOI TUTTI!" Disse uscendo di corsa senza nemmeno prender il giubbetto.

"Ma dove diavolo va?!" Chiese Mikasa sorpresa che non si siano presi a botte per l'ennesima volta. "Non ne ho idea, ma sta nevicando e l'idiota non ha nemmeno preso il giubbetto." Disse Marco alzandosi e portando con sé la divisa di Jean. Uscì e vide Jean camminare a passo rapido verso il bosco dove erano stati la mattina stessa per provare di nascosto il movimento tridimensionale. Marco non voleva urlare fino a quando non fosse sicuro di essere abbastanza lontano dal campo.
"Marco...SMETTILA DI SEGUIRMI!!"
"NO JEAN, TU SMETTILA DI FARE LA PRIMA DONNA! VIENI QUI"
Era la prima volta che Jean sentiva Marco arrabbiato o alzare la voce.

Si fermò ma non si girò a guardarlo. "MI HAI STANCATO LO SAI? TI SCALDI SEMPRE MA NON HAI MAI  PAURA DI DIFENDERTI. QUESTO L'HO SEMPRE AMMIRATO IN TE. MA ADESSO STAI ESAGERANDO, NON SO PERCHÉ DIAVOLO TU CE L'ABBIA COSÌ TANTO CON EREN, NON SO COSA TI ABBIA DETTO DI COSÌ ORRENDO STAMATTINA MA DEVI SMETTERLA. LA TUA DETERMINAZIONE, LA TUA STRATEGIA E LA TUA ASTUZIA DOVRESTI CONSERVARLE TUTTE PER IL COMBATTIMENTO COSÌ CHE LA PROSSIMA VOLTA NON TI ARRENDERAI QUANDO UN IDIOTA QUALUNQUE SPAVENTATO DAL MONDO COME ME TI FARÀ IL SOLLETICO!"

Aveva detto così tante cose vere e giuste in poco tempo che aveva confuso Jean ancora di più.  "TU NON MI CONOSCI MARCO. NON SAI NULLA DI ME!"

"AH DAVVERO?!  Ti credi così speciale da non sapere cosa ti passi per la testa?! " Jean gli andò in contro ma Marco lo prese per la maglia e lo sbatté contro un albero con cattiveria. Lo fissò con sfida.
"Mi ricordi un'adolescente isterico e infantile che fa lo spaccone, ma in realtà sei solo uno stupido" gli disse Jean.
Marco lo fissò. "Lo pensi davvero?" Chiese deluso. Ma jean deglutì e abbassando la testa. Negò. Cosa mi sta succedendo? Perché mi sto arrendendo??

"Tu Jean kirschtein sei la persona più Sfacciata, arrogante,  egomaniaca ,egocentrica, eccentrica, fastidiosa e determinata che io conosca."

Disse un istante prima di tirare Jean a se e di baciarlo. Nessuno dei due si sentì sorpreso. Si avvicinarono ancora di più in un bacio energico e continuo in cui i due non si staccavano mai e poi mai dall'altro.

Si fissarono per un istante e poi risero. Era successo. Si erano baciati. Ma a loro non bastava. Si rifiondarono sulle labbra dell'altro assaporando ogni centimetro. Marco aveva messo le mani sulle guance rosse di Jean, un po' per l'emozione e poi per il freddo. Anche se in quella situazione le loro bocche e i loro cuori andavano a fuoco. Era un esplosione di tutto il sentimento che cercavano di reprimere e negare da quando si conoscevano. Si sarebbero potuti baciare all'infinito. Sotto la lieve pioggia di neve e il frusciare delle foglie al vento ma una voce li interruppe. "Ragazzi"
Entrambi si girarono e videro Mikasa sorridente che li fissava con le braccia incrociate.
"Mi dispiace rovinare questo momento abbiamo bisogno di voi. Eren si vorrebbe scusare."

Entrambi erano arrostiti. "Tranquilli, se volete che questo piccolo dettaglio rimanga per me lo farò, avete la mia parola."

"Solo per ora Mikasa." Chiese timido Jean.

"Solo per dire, ma stamattina non ti aveva creduto nessuno Jean. È piuttosto ovvio" ridacchiò mikasa.

Marco chiese interrogativo spiegazioni a Jean che ridacchiò con lei.

"Beh diciamo che stamattina mentre tu eri con Berthold io ero seduto a tavola e all'improvviso mi trovai completamente circondato da i nostri amici..." raccontò mente si incamminarono verso l'interno. Mano per la mano.

Spazio autrice:
Spero che il loro primo bacio non sia stato troppo presto. Ditemi pure cosa ne pensate e al prossimo capitolo.

COMPLEMENTARI | Jeanxmarco ff.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora