Capitolo 1 Jack

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La chiave entrò nella serratura, ormai quel rumore era familiare. Quando la porta si aprì vidi entrare la guardia giurata che ormai mi conosceva come le sue tasche, mi fissò dritto negli occhi per circa 5 minuti prima di dire la frase che odiavo di più in tutta la mia vita.
"Prendi le tue cose che ti porto dalla tua nuova famiglia Jack".
Senza fiatare mi diressi verso la porta della mia cella fredda e grigia con un misero zaino nero in spalla, la felpa blu mi andava ormai stretta per tutti gli anni che l'ho indossata e il cappuccio mi copriva i capelli e una parte del viso,ma non ci voleva un genio a capire che non ero di buon umore quella mattina.
La guardia giurata mi portò nella saletta del carcere minorile di New York che ormai mi conoscevano fin troppo bene.
"Ecco signori Drey , Jack è arrivato " disse la guardia con un sorriso stampato sul viso talmente finto che anche un cieco lo avrebbe notato,in seguito aggiunse "Tenetelo d'occhio non vorrei che scappasse e combinasse dei guai" vece un riferimento a me ma io non lo calcolai di striscio e me ne stavo fermo immobile come una statua all'uscio della porta che conduceva alla saletta.
"Oh non si preoccupi lo terremo bene Jack" disse una donna esile difronte all'interlocutore precedente. La cosa che mi colpii è stata che sorrise, ma non quel sorriso felice come tutte le donne che avevo visto nel corso del tempo, era un sorriso triste o rassegnato. Mi colpii e rimasi fermo a osservarla. Non aveva un fisico da modella ma era una bella donna, capelli biondi, occhi color nocciola.
Affianco ad ella c'era una figura maschile l'età sulla trentina come la donna. Invece lui era alto e muscoloso ed era sorridente. Forse fin troppo.
Mi chiedevo perché avessero scelto proprio me.
"Forza Jack avvicinati che tra poco parti" mi disse la guardia muovendo il braccio facendo segno d'avvicinarmi.
Così feci senza mormorare parola.
"Piacere di conoscerti Jack" sorrise la donna vedendomi arrivare.
"Grazie" risposi freddo e secco. Non volevo espormi troppo. Non avevo paura ma ero prudente.
"Dai tesoro è ora" disse l'uomo appoggiando una mano sulla spalla della donna.
Dopo quella frase ci incamminammo verso l'uscita,non mi ricordo ormai quante volte ho varcato quella porta ..forse troppe volte.

Un fiocco di neve bollente.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora