Cap 9- Elsa E ora?

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Stavamo facendo l'appello quando qualcuno bussò alla porta. Chi poteva essere a lezione ormai cominciata? Appena il professore diede il consenso di entrare, due figure entrarono dalla porta. Una figura femminile e una maschile. Non mi soffermai sulla prima ma su quella successiva. Era un ragazzo alto, magro, con l'aspetto molto serioso, ma notavo nei suoi occhi un lampo di dolore e sofferenza, insomma come nei miei, ne rimasi affascinata, volevo sapere chi fosse. I nostri sguardi si incrociarono per qualche istante ma poi presa dalla vergogna abbassai lo sguardo cercando di non far notare il rossore evidente sul mio volto. "Ehi ghiacciolino, che ti prende? "mi disse Ariana dandomi una leggera pacca sulla gamba. I posti era a banchi da due quindi non dovevo preoccuparmi su dove potevo sedermi con la mia amica.
"N-no niente Ari,va tutto bene" dissi schiarendomi la voce. Mi dispiace non dirle subito la verità ma non potevo far la figura della pazza che si innamora del nuovo arrivato. Sembra una cosa da romanzo.
"Benvenuti ragazzi" disse il professore incitando i nuovi allievi ad raggiungerlo vicino alla cattedra. Dopo qualche istante si avvicinarono con lentezza ma notai che la ragazza teneva stessa nelle mani un lembo della camicia di lui. Mi venne una leggera fitta al petto. Che cosa mi stava succedendo?
"Allora ragazzi vi presento Genna Hill e Drey Jack" disse il professore indicandoli. Drey..ho già sentito questo cognome. "Mi scusi ma lui é il figlio di Michael Drey e Silvia Drey?" Disse Luca dal fondo della classe. Grazie alla sua domanda ho riconosciuto quel cognome. "Si ragazzi lui è il figlio di Michael e Silvia." disse il professore aprendo il registro.
"Lei è la figlia di Giorgia Hill" disse il professore tenendo gli occhi sul registro. Non appena ebbe finito di pronunciare le parole ci fu un momento di silenzio.
Tutti adoravano quell'attrice Hill Giorgia. Donna con una dote per la recitazione di livelli eccellenti, era stata scoperta all'età di 6 anni e con ciò definita una bambina prodigio.
"Va bene ragazzi ora potete andare a sedervi, c'è un banco libero dopo le due ragazze li in fondo." Sentii il professore dire una posizione di un banco, ma speravo che non fosse proprio il mio. Alzai gli occhi e fu come un'ondata di acqua salata, fredda. Avevo incrociato lo sguardo con Genna e avrei vivamente voluto non farlo. Aveva uno sguardo omicida, freddo come una lama appena sfoderata. Si era fermata davanti al mio banco, cosa voleva?
"Piacere di conoscerti" dissi cercando di schivare il suo sguardo assolutamente poco piacevole.
"Tsk, il piacere è mio" disse lei qualche istante dopo di me , per poi sedersi al banco dietro ad Ari. Mi girai dalla parte opposta e lo vidi. Bello come il sole, come poteva essere vero. "Piacere " disse accennando un sorriso evidentemente un po' forzato. "É mio" dissi istintivamente. Non era nel mio comportamento rispondere così velocemente a una persona che non conoscevo. Lo stupore si notó negli occhi di Ariana. Non mi aveva mai visto osservare qualcuno con questa intensità.
Jack se sedette vicino a Genna nel banco dietro al mio. Sentivo il suo sguardo fisso sul mio collo.
Ero sporca? Avevo qualche cosa di strano? Non ne avevo completamente idea. Passarono le ore e ogni volta che volevo provare a parlare con lui delle ragazze gli civettavano intorno come delle oche vogliose. Ogni volta che lo guardavo avevo la sensazione di averlo già incontrato da qualche parte, ma non mi ricordo completamente dove.
Le prime tre ore della mattinata passarono in fretta e venne il momento della giornata che preferivo la ricreazione, appena suonata la campanella mi arrivò un messaggio da parte di David che mi invitata a prendere qualcosa giù al bar. Accettai volentieri , non succedeva nulla di male se uscivo con un amico. "Ari io vado giù al bar mi ha invitato un messaggio David " dissi prendendo qualche moneta dalla tasca dei pantaloni.
Ari mi guardò stupita e poi sorrise di vero cuore "Va bene tesoro stai attenta" appena varcai la porta che portava al corridoio mi ritrovai Davis appoggiato con la schiena al muro.
"Ma, sei già qui" dissi sorpresa. Come faceva a essere già qui? Non ci diedi peso e ci avviammo verso il bar. Stavo bene in sua compagnia e non mi dispiaceva passare del tempo con una persona nuova anche se ero di poche parole per via del mio carattere timido.
Eravamo in fila per prendere il caffè , appena serviti ci spostammo di lato per far passare le altre persone dopo di noi.
Abbassai lo sguardo per mescolare il caffè macchiato caldo quando una mano mi prese il mento e mi fece alzare la testa. Notai lo sguardo di Davis dolce e confortante ,insomma caldo. Il suo viso si stava avvicinando al mio. Ero paralizzata. Cosa potevo fare?

Un fiocco di neve bollente.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora