Il suono della campanella distrusse il loro momento di tregua della giornata.
Sbuffarono, consapevoli di dover passare la giornata tra prese in giro, risate irritanti e, se girava, anche le botte.
La mensa che ormai si era riempita di ragazzini stava tornando lentamente come mezz'ora prima. Vuota e tranquilla. Senza brusio, urli, lotte di cibo (la percentuale di ragazzi finita in presidenza per quel motivo era del 90%. Il 10% restante erano quelli assenti e quelli tranquilli e diligenti.)
Il primo ad andarsene fu Eddie. Brontolò qualcosa riguardo alla lezione di Inglese, per i pochi eletti con il superudito, contro la professoressa ultracentenaria, e se ne andò.
Stan notò il cambio drastico della frequenza delle battute di Boccaccia. Ne faceva molte meno, con meno spirito, mentre con Eddie era più che gioioso e sprizzava scherzi da tutti i pori.
Anche Bill l'aveva notato questo?<<Ebbene signori e signora, credo che i miei gloriosi momenti con voi per oggi, ahimè, siano costretti ad interrompersi. Vi aspetterò davanti ai maestosi cancelli allo scadere delle lezioni scolastiche. Au Revoir>>
Disse Richie con un pessimo accento francese. Fece sorridere tutti.
Poi anche lui si fece strada tra i tavoli e uscì.
Presto anche Ben e Bill furono costretti ad andare, dato che avevano storia alla stessa ora.
Stan sprofondò nell'imbarazzo più totale. Ora che Bill se ne era andato lui doveva rimanere solo con la ragazza, senza nessun aggancio o argomento interessante, e sarebbe crollato un silenzio più che imbarazzante. Forse era meglio così. Piuttosto che fare una figuraccia parlando a sproposito, era meglio che stesse zitto.<<Le voci che girano su di me sono tutte false. Ho dato solo un bacio a Bill Denbrough alla recita. Non ho fatto niente di più.>>
Disse Bev cogliendolo alla sprovvista. Non era preparato. Cosa doveva rispondere? Essere sincero o mentirle, dicendo di non averci mai creduto, per non farla stare male?
Non potè fare a meno che pensare a lei e Bill appiccicati l'uno all'altra. Quella era già una risposta di suo.
<<A dire il vero, ci ho creduto. Non è che mi importasse più di tanto. Insomma, perché dovrei credere a voci su una persona che nemmeno conosco e che non conosce me?>> Bev sorrise.
<<Però senza accorgermene ti vedevo proprio come le voci ti descrivevano. Forse perché di te sapevo solo quello.>>Cercò in ogni modo di evitare lo sguardo della ragazza, che sentiva puntanto su di lui. Sembrava potesse andare a fuoco.
<<Forse dopo aver parlato un po' con te mi sono fatto un'idea diversa. È facile giudicare una persona quando non la conosci.>> L'espressione di Beverly si inteneriva ad ogni parola.
<<Giudicare è facile sempre e comunque.>>Stan rimase in silenzio, d'accordo con lei.
Era una ragazza davvero molto bella, aveva modi di fare così dolci, gli sembrava gentile ed intelligente. Perché sparlarle dietro?<<Non capisco perché la gente senta il bisogno assoluto di buttare giù gli altri.>
<<Non hanno niente di meglio da fare.>> Sorrise Bev.
<<Che lezioni hai ora?>> Fu la prima volta che fece questa domanda a qualcuno. Non era abituato ad avere una persona con cui parlare alla fine del pranzo di che lezioni si sarebbero svolte. Nessuno con cui lamentarsi dei professori, dei compagni, dei compiti... Parlarne con Beverly, che era l'ultima persona a cui avrebbe pensato, gli faceva strano.<<Ho geografia. Tu?>>
<<Matematica.>>
<<Oh. Mi dispiace tanto. La professoressa è nevrotica e la materia incomprensibile.>> Rise. Contagiò anche Stan.<<La cosa positiva è che la classe di geografia e quella di matematica non sono distanti. Andiamo insieme?>>
Una ragazza chiedeva a lui di andare in classe insieme? Impossibile. Si diede un pizzicotto sul braccio per accertarsi di non stare sognando.
Mossa sbagliata, dato che il pizzicotto se lo era dato forte e si lasciò scappare un urletto di dolore. L'aveva spaventata.
'Ecco. Ora scappa. Ora mi riterrà strano.'
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See You Later-stenbrough
FanfictionCominciava a non poterne più. Non poteva montare in sella a quel suo catorcio e pedalare il più lontano possibile portandosi via quel viso stupendo, quella voce calma e angelica, quella paura terribile di innamorarsi, poteva sparire per sempre e bas...