Stan tornò a scuola di martedì.
In fondo, non tutto peggiorò, qualche cambiamento fu anche proficuo. La sua vita ne stava subendo una quantità esagerata negli ultimi tempi, portò il caos totale come facevano i terremoti o le trombe d'aria, o come un'onda violenta mentre il mare è calmo. Che i cambiamenti fossero piacevoli o negativi, il punto era che niente sarebbe tornato "calmo" come un tempo.
Compresi i viaggi in macchina da casa a scuola con sua madre.
Negli ultimi giorni era riuscito ad evitare di vedere i suoi genitori all'ospedale, fingendo di stare dormendo, consapevole tuttavia che la pacchia sarebbe durata ben poco.
Infatti si ritrovò impreparato nei sedili posteriori, e sua madre a quel punto nemmeno gli offrì di sedersi davanti accanto a lei con la sua tipica frase "non mi far fare l'autista".
Diventarono lo zero totale, e entrambi sapevano che era una pessima scelta, poiché a maggior ragione avevano i secondi contati. Stan non gliene faceva colpe e al contrario a lui andava più che bene perché non aveva né la voglia né il coraggio per rivolgere la parola. Quella questione andava lasciata sospesa fino a che tutta la famiglia Uris non avrebbe incassato completamente il colpo e l'avrebbe archiviato nell'infinita cartella delle notizie negative.
Calò un vortice di tensione che portava silenzio irrequieto a cena e che rendeva il cibo qualunque esso fosse insipido, costringendo la famiglia a consumare il più in fretta possibile per finalmente abbandonare la cucina e recarsi in salotto a guardare film e in camera ad ascoltare musica e sforzarsi di non piangere. La sua malattia aveva danneggiato la sua vita e stava danneggiando anche la sua famiglia. Colpa sua. Sua sua sua sua solo sua. E ogni volta che se lo ripeteva era un colpo al cuore.Smontò dalla macchina senza nemmeno salutare sua madre. Sapeva che a casa avrebbe dovuto farci i conti.
Seduti in fondo alla strada c'erano Richie, Eddie e Bill, che in attesa di entrare a scuola pianificavano il piano per incastrare il padre di Beverly. Più che altro, Rich ed Eddie bisticciavano e Bill se ne stava seduto in sella a Silver a gambe divaricate e l'espressione imbambolata di chi di prima mattina non aveva alcuna voglia di star a sentire litigi di una sottospecie di coppia sposata.
<<Hai perso e ti tocca. Mi spieghi perché ne stai facendo un dilemma?>>
<<Dignità!>> Ribattè Eddie, <<ma tu probabilmente non sai cosa sia.>>
<<Perché tu sì?>>
<<Allora vai e vestiti! Se poi quella parrucca è stata nel tuo armadio come minimo mi ritrovano in una bara. E dà fastidio perché pizzica.>>
<<E quale parrucca non pizzica?>>
<<Quella che hai sembra velenosa.>>
<<Tu sei velenoso!>>
Bill alzò gli occhì al cielo e appoggiò la testa di lato, scappando via dalla conversazione, per ritrovarsi davanti uno Stanley completamente incappucciato e coperto. Solo a vederlo sentiva il caldo. E con quello anche le farfalle nello stomaco, che cominciarono a svolazzare dipingendogli un vasto sorriso sulle labbra. Non aveva la più pallida idea del perché, gli tornò alla mente un vecchio pensiero ormai allontanatosi anche troppo e che fino a quel momento non era stato affatto rilevante. Quello che lo fece ridere dopo un commento di Stan.
Un po' come le ragazze.
Ragazze.
Si alzò tentando di non dar peso né alle voci nella sua testa né a quelle di Eddie e Rich e si diresse verso Stan che d'altra parte stava per collassare d'ansia. Che doveva fare? Corrergli incontro? Rimanere immobile? Camminare? Sorridere? Ma lo scattò di Bill bastò per mandarlo in tilt. Le sua braccia- profumava ancora di lavanda- si aggrovigliarono al suo collo e per qualche secondo fu sicuro di non aver più bisogno di cappotti e sciarpe. Ricambiò, per dire, la stretta impacciatamente, più leggero possibile perché non aveva idea di come si teneva stretto qualcuno diverso da sua mamma. Gli abbracci di Bill erano migliori di quelli di sua madre.
<<S-s-s-sono f-felice di v-vederti.>>
Se le guance di Stan avessero potuto diventare ancora più rosse, l'avrebbero fatto. Quando l'abbraccio si sciolse Stan fissò il ragazzo come uno scemo, soprattutto negli occhi ancora un po' addormentati e paffuti per il sonno.
Le ragazze.
<<Guarda, guarda chi c'è qua>> Disse Richie. <<Finita la vacanza?>>
In tutta risposta, Stan gli mostrò il dito medio, cosa che alimentò solo lo spirito energico e drammatico di Rich.
<<Ma scusa, tu che hai fatto agli occhiali?>> Domandò Stan indicandosi la tempia, dove stava la stanghetta degli occhiali riattaccata con lo scotch. C'era da dire che rispecchiava Rich. Eddie lo tirò a sé per il braccio, esaminò lo scotch attaccato alla bell'e meglio alla stanghetta già traballante dell'occhiale. Rich realizzò poco dopo di essere a pochi centimetri dalle sue labbra, e che l'aria calda sulla sua guancia era il respiro di Eddie. Deglutì.
<<Ho salvato un bambino in mezzo alla strada che stava per finire sotto ad una macchina, ma quando l'ho spinto e siamo caduti i miei occhiali non sono stati altrettanto fortunati.>>
Stanley alzò le sopracciglia, sbalordito dall'azione e ammettendo che non se lo aspettava. Si sentì stupido quando dalla risatina di Bill che li stava solo prendendo per i fondelli.
<<F-f-f-fino a d-d-dove ti ha s-s-seguito?>>
Lo sguardo rassegnato di Eddie incontrò quello di Richie per qualche attimo, mentre gli stava togliendo gli occhiali per darci una bella occhiata. <<Fino all'Aladdin. Mi sono nascosto nel retro del cinema e essendo troppo mongoloidi non mi hanno trovato.>>
Fissava solo il suo Eds mentre parlava, ipnotizzato dal modo in cui le sue dita rigiravano gli occhiali rotti da una parte all'altra.
Gli altri ci erano abituati, ma per Stan sentire Rich parlare nello stesso tono scocciato ed esaurito che usava anche lui quando doveva raccontare come stavano i suoi polmoni a sua madre. In cerca di aiuto rivolse lo sguardo a Bill che già aveva gli occhi puntati su di lui.
Le ragazze

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See You Later-stenbrough
FanficCominciava a non poterne più. Non poteva montare in sella a quel suo catorcio e pedalare il più lontano possibile portandosi via quel viso stupendo, quella voce calma e angelica, quella paura terribile di innamorarsi, poteva sparire per sempre e bas...