Le scarpe macchiate di Beverly lasciavano impronte nel fango man mano che lei correva per arrivare in fondo alla Main.
Ad ogni passo schizzava l'acqua dalle pozzanghere, alcune gocce le rimanevano sulle gambe.
A casa avrebbe avuto le gambe completamente bagnate e l'acqua nelle scarpe. Ormai vedeva il suo palazzo spiccare da dietro l'angolo, quella costruzione tutta grigia e arrugginita, con una scalinata che arrivava fino all'ultimo piano dove abitava lei. Era solita sedersi sulla ringhiera antica e pericolante, di notte fonda, ad ascoltare il canto ripetitivo dei grilli, sotto il cielo stellato. Soprattutto d'estate, dove il cielo non era nuvolo e si vedevano bene tutti quei puntini luminosi che la incantavano. Arrivava a fine giornata solo per quel momento, prima di conoscere i suoi principi azzurri.
I rumori dei suoi passi si fecero più secchi appena arrivò sotto alla scalinata, al riparo dalla tempesta.
Salì gli scalini tre alla volta, con una mano coperta dalla manica della felpa per non farla scivolare lungo la ringhiera.Pensava si stesse calmando, invece si stava facendo ancora più minacciosa, chissà come se la stavano passando gli altri. Bill sicuramente aveva avuto meno difficoltà di tutti, con quella sua maledetta bici che superava la velocità della luce, ma Eddie e Richie e Ben non avevano Silver e abitavano molto più lontani.
Forse Bill aveva portato Eddie, e Ben si era occupato di Richie.
Arrivò al pianerottolo davanti al balcone, trasandato come la catapecchia che era casa sua, e ripose la felpa sotto un mucchio di stracci profumati. Non potendo portarsela dentro casa (aveva delle storie anche per le felpe, SOPRATTUTTO per le felpe, quel mostro), doveva lasciarla sempre fuori nascosta. Quando andava per riprenderla, la mattina seguente, quella faceva odore di umido per la notte passata seppellita sotto alla cesta di vestiti bagnati.
Allora aveva realizzato che era meglio metterla a contatto con indumenti profumati, e non con roba gocciolante appena tirata fuori dalla lavatrice.
Asciugò le suole delle scarpe strisciandole contro il tappetino di casa, che recitava "Benvenuti!" con una faccina sorridente, ma completamente sfigurata dalla forza con cui il padre sbatteva gli scarponi da lavoro quando rincasava, e dai continui lavaggi perché quando tornava a casa alle due del mattino dal pub poco lontano da loro, era ubriaco fradicio e rimetteva tutto l'alcool lì sopra.
A Bev faceva paura quanto tenerezza.
Si rese conto, mentre fissava quella faccina che gemeva e diventava più triste ogni volta che ci passava sopra il piede, che non riusciva ad arrendersi con suo padre.
Lo faceva tutti i giorni, con gli schiaffi e i pugni, ma a livello della relazione padre e figlia, sperava tutti i giorni che la portasse al lavoro con lui all'Open Day, e le mostrasse quello che faceva lui da adulto tutti i giorni. Che le facesse capire cos'era quell'odore di sporco misto a profumo e alcool e segatura che sentiva quando lo rivedeva dopo una giornata di lavoro. Oppure sperava che la portasse fuori a cena, una sera, e la facesse ridere prendendo in giro i movimenti rigidi e monotoni del cameriere in smoking quando portava le ordinazioni. Ma più di tutto, sperava che la accompagnasse a comprare un vestito elegante, corto, scollato, le comprasse dei trucchi nonostante non se ne intendesse, le dicesse "come ti sta bene quel vestito!" quando lei usciva dal bagno, e le desse uno strappo dal suo fidanzato, Ben Hanscom, la sera prima del ballo scolastico, e le dicesse: "Cresci ogni giorno che passa, sono fiero di te, Beverly" e la guardasse uscire dalla macchina, commosso, scoppiando a piangere di felicità quando lei baciava Ben. Fare quelle cose da padre, no?Avrebbe continuato a farlo, benché fosse cosciente che nessuno di questi sogni si sarebbe mai avverato.
Era proprio la speranza che la determinava, che la costringeva a mentire su tutte quelle ammaccature, e che fermava Bill Denbrough e Ben Hanscom dal chiamare la polizia.

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See You Later-stenbrough
FanfictionCominciava a non poterne più. Non poteva montare in sella a quel suo catorcio e pedalare il più lontano possibile portandosi via quel viso stupendo, quella voce calma e angelica, quella paura terribile di innamorarsi, poteva sparire per sempre e bas...