La nuova arrivata - Maze runner

Capitolo 12

Eccomi qui, dentro questa gabbia infernale.
Sono sola e stanca, non so da quanto è che sto correndo, so solo che vorrei fermarmi e riprendermi, ma non posso.
Si che puoi.
No, ricorda che stiamo facendo tutto questo non per noi stesse, ma per tutti coloro che stanno qui dentro da anni, per coloro che non si ricordano della propria famiglia, di tutti i momenti felici prima di tutto ciò.
All'improvviso sento un rumore strano.
Cosa è stato?
Ma che ne so io, io e te siamo la stessa cosa.
Giusto, purtroppo...
Ma guarda te questa.
Vabè, non ci do troppo peso, magari è solo il vento.
Quindi riprendo a correre, ora più forte di prima, perché non so quello che è stato quel rumore ma so che ho una paura che mi si porta via.
Ma sono voci queste ?
Si, penso proprio di si.
Secondo te sono...
... i velocisti.
Oh caspio.
Ora come faccio ?
Vai dalla parte opposta.
Dovresti vedere che il corridoio è troppo lungo mi vedrebbero e chissà in quale casino finirei.
No, fuggire non è la risposta, mi devo nascondere.
Girando velocemente la testa di qua e di la noto un piccolo spazio sotto le mura coperto da rampicanti.
"Dai Minho, vai più piano"
"Non abbiamo tempo da perdere" sento dire da lontano.
Così senza pensarci due volte mi butto sotto il muro e cerco di coprirmi il meglio possibile con le rampicanti.
"Dai ragazzi manca poco, poi ci fermiamo e ci riposiamo un po'"
Ecco ora posso vedere i loro piedi.
Ma queste sono le scarpe di Minho... speriamo non mi scoprano.
Ma poco dopo se ne vanno.
Dopo circa cinque minuti sento le loro voci lontane, così mi decido a uscire.
Fortunatamente non c'è nessuno.
Riprendo a correre, e dopo una ventina di minuti arrivo davanti a un grande muro con inciso un 5.
Forse indica la sezione 5.
Da quanto mi ricordo i velocisti mi hanno detto che questo posto è diviso in sezioni.
Si, deve essere per forza la sezione 5.
Dopo essermi addentrata per bene nella sezione deciso di fermarmi a magiare, penso di meritarmelo.
Meritarcelo.
Ma se per tutto il tempo non hai fatto che lamentarti.
Non è assolutamente vero.
Che bugiarda.
Addento la mela che mi sono portata e cerco di rilassarmi il più possibile, ma in un posto così tetro non è a fatto semplice.
*tac tac tac*
Cos'è questo rumore metallico ?
Non te lo vorrei dire ma...
Ma... ?
Penso sia un dolente.
Mi faccio coraggio e mi affaccio dal muro dove sono appoggiata.
Non credo ai miei occhi, anzi ci credo, ma non vorrei.
Come se non fosse abbastanza il dolente si accorge della mia presenza e inizia a corrermi incontro.
Con uno scatto fulmineo balzo in piedi e afferro lo zaino e inizio a correre, di nuovo, vorrei aggiungere.
Ma questa volta corro più veloce, ci tengo alla mia pelle.
Svolto a destra, a sinistra e poi di nuovo destra e così via, ma il dolente non ne vuole proprio sapere di lasciarmi stare.
È la mia fine, me lo sento.
Mi sta per prendere quando salto giù da una rupe aggrappandomi alle piante cresciute sopra al muro opposto.
Apparte un dolore allucinante alle mani sono viva quindi penso abbia funzionato.
Ma questa vana speranza dura poco, poiché, non so come il dolente è di nuovo dietro di me.
Così mi volto verso di lui e inizio ad arretrare sperando, anzi pregando, che non mi uccida.
Ma non mi accorgo del dirupo dietro me.
Così dalla paura o forse per colpa dell'ansia, scivolo e precipito giù.
Non so se mi meritavo tutto questo, visto che la mia memoria momentaneamente non funziona, ma nel profondo del cuore so che sono stata una brava persona.
Purtroppo non sempre il mondo è giusto.
Non sento dolore, l'unico malessere che ho è il rimpianto di non aver detto a Newt di essere cotta di lui.
Chiudo gli occhi con l'immagine di Newt fissa nella mente e mi abbandono al destino.
Non so se mi risveglierò mai.