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Il processo di cura può richiedere tanto o poco, fare qualcosa per agevolarla può essere utile, sperando non vada invece a intaccare la libertà con l'oppressione della mia presenza. Eccola, un'altra delle mie pippe mentali: non è che poi pensi a me e non dovresti e la colpa è mia perché mi sforzo di farti stare meglio quando non vuoi pensarmi o vedermi? Dura da dire, ma penso obiettivamente che non ne sentirai il bisogno di me oggi, ma nemmeno della mia totale assenza. Ricordo ieri notte, ricordo tutto, ricordo che starò bene e anche tu starai meglio. Si rimedia e si va avanti, con l'onestà e la sincerità dei sentimenti.
Il mio difetto è quello di farmi troppi pensieri, paturnie, seghe mentali, a fare male al mio cervello e rovinarmi la giornata. Non ti smentirò, ma ti proverò che non tutte le mie seghe mentali sono negative.

Penso che sarebbe bello andare insieme al mare, ma penso anche a quanto ti piacerebbe portarmi in montagna e vedere la tua serenità mentre mi porti a camminare in posti che tu adori, la leggerezza pura di due diciottenni alla scoperta di esperienze che per me saranno totalmente nuove. E chissà se quest'anno ne avremo l'opportunità o non vorrai, andrà tutto bene comunque.

Penso che mi piacerebbe che mi insegnassi a fare qualcosa in cui sei bravo, facessi passi avanti graduali sotto la tua tutela. E poi che ti innervosisca perché a volte non capisco un cazzo, e ti lanciassi a farmi il solletico per farmi stare muta.

Penso se vorrai ancora baciarmi dopo questo, se la mia presenza non ti farà più angosciare. Vorrei vivere con te altri 10000 giorni come ferragosto, a nuotare ignorando il resto.

Penso che presto torneremo come prima e ti porterò da qualche parte, a ridere insieme, a vivere insieme.

Penso che entrambi ci facciamo troppi problemi sui motivi dei gesti: lo faccio per te, per me, per mia zia? Ha davvero importanza pensarci o meglio concentrarsi sul gesto
e a cosa esso fa provare? Forse non dovevo farlo, ma se l'ho voluto fare il motivo risiede in ciò che provo io.

Penso che magari tu penserai che sarebbe stato meglio non l'avessi fatto, mi dispiace, ho ancora tanto da imparare, come tutti. Penso che ho voluto fare quello che mi piacerebbe ricevere, voglio prendermi cura di te nonostante tutto.

Penso che dovremmo dedicarci all'educazione sentimentale di entrambi. Non più del passato, ma del presente. Stenderci a pancia in su su un prato, il suono del vento che smuove le foglie, gli insetti che ronzano. Io a esordire di punto in bianco: "sono felice, sto bene perché..." oppure "sto male perché.." il passato è importante per risolvere, ma il presente ci permette di spianare il terreno per andare avanti.

Penso che il tempo ce lo stiamo prendendo entrambi, e scrivere per me è terapeutico. Penso che magari ti farà schifo tutto questo, ma devo dare voce a ciò che penso.

Penso che ti aspetterò e farò di tutto per far sì che sia un ritorno più dolce.

Penso che, come hai detto tu, le cose passano. Si aggiusta tutto.

Penso che sono qui per restare.

Penso tanto, forse troppo, dovrai avere pazienza con me e la mia testa intricata.

Penso che Bruce sia un bel nome ma potremmo trovare di meglio: e se poi il cane sarà femmina?

Penso che ti amo.

"A te che sei andato via così, come un palloncino che sfugge dalle mani di un bambino. Ti auguro ogni cosa bella" -paolo raeli

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