Mancano cinque minuti alle 19 quando finalmente il campanello suona. E' arrivato.
-<< EROS VAI AD APRIRE, ARRIVO TRA UN ATTIMO>>
Grido a mio fratello mentre finisco di prepararmi. Mi guardo allo specchio. La gonna di jeans aderisce perfettamente al mio corpo, il top bianco mi fascia il busto e le maniche a sbuffo danno quel tocco romantico in più. Mi sistemo meglio il trucco e infine mi infilo gli anfibi ai piedi. Mi guardo per l'ultima volta allo specchio. E' perfetto. Sono pronta. Prendo la giacca di jeans e la borsa dall'armadio e scendo di sotto. Alexander mi sta aspettando alla fine delle scale. E' bellissimo come sempre. La camicia bianca gli sta benissimo e i suoi muscoli sono perfettamente fasciati dal lino, i jeans a sigaretta sembrano creati apposta per le sue gambe. E' semplicemente perfetto.
-<<Sei bellissima!>>
Arrossisco. Non sono abituata ai complimenti.
-<<Ti ringrazio, stai benissimo anche tu>>
Mi sorride e mi porge il braccio, io lo afferro e ci incamminiamo verso la porta.
-<< Brown, riportala sana e salva a casa altrimenti ti faccio volare i denti, intesi?>>
Quanto può essere rude Eros. Alzo gli occhi al cielo.
-<< Tranquillo Moore, è in buone mani>>
Ridacchia e mi fa l'occhiolino. Di nuovo le mie guance si tingono di rosso. Quando usciamo in strada resto scioccata. Davanti mi ritrovo una bellissima decapottabile rossa.
-<< Questa è la tua macchina?>>
-<<E' la macchina di mio fratello in realtà, me l'ha prestata per fare bella figura>>
Ridacchia e si tocca la nuca imbarazzato. Che dolce. Mi apre la portiera, che gentiluomo e mi accomodo sul sedile del passeggero. Fa il giro dell'auto e dopo pochi secondi è già accanto a me sul sedile del guidatore.
-<< Dove la porto signorina?>>
-<< Decida lei signor Brown>>
E' bello ridere e scherzare con una persona come Alexander, è cosi solare. Mette in moto la macchina e partiamo. Il tragitto verso la nostra destinazione non è mai silenzioso, parliamo della scuola, della squadra di calcio, dei suoi pessimi voti in fisica e dei miei ottimi voti in letteratura. Un discorso tira l'altro e non ci sono mai momenti di imbarazzo. Ferma la macchina e riconosco il posto in cui siamo. Il parco della città.
-<< So che può sembrarti strano ma ho organizzato un picnic per noi, pensavo fosse romantico>>
Mi piace sempre di più. Un sorriso nasce sul mio viso. Ha organizzato un picnic per me, molto originale.
-<< Io amo i picnic>>
Sorride anche lui e vedo spuntare di nuovo una fossetta sul suo viso. Mi porge di nuovo il braccio e ci incamminiamo dentro il parco. Dopo una decina di minuti troviamo un posto perfetto, sistemiamo la tovaglia e tiriamo il cibo fuori dal cestino.
-<< Ma quante cose hai preparato?>>
Resto stupita davanti a tutto quel cibo. Neanche nonna Rose cucina cosi tanto.
-<< Mia madre ha preferito esagerare. Io che esco con una ragazza è un evento più unico che raro>>
Ridacchia di nuovo imbarazzato. Quindi non è neanche un donnaiolo, questo ragazzo non può essere cosi perfetto. Gli sorrido.
-<< Non ho visto i tuoi genitori in casa quando sono venuto a prenderti, c'era solo Eros>>
-<< Oh si, papà è sempre fuori per lavoro e mia nonna è andata a casa delle sue amiche per un thè>>
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E tu ci credi negli dei?
RomanceTutti conoscono il mito di Apollo e Dafne, lui perdutamente innamorato della ninfa mentre lei, colpita dalla freccia di piombo di Eros, è in costante fuga dal dio del sole, finché il suo corpo non si trasforma in un albero d'alloro. Io sono Dafne Mo...