Capitolo sette - dentro un camper giri di valzer
L'indomani mi sveglio da sola nel letto, con un biglietto sopra.
"me ne sono andato appena ti sei addormentata, ti stavo parlando e si deve che ti annoiavi molto xoxo a domani!". Can mi aveva scritto questo post-it e mi vergogno tantissimo.
Come posso addormentarmi mentre qualcuno mi parla?
Per il resto la serata è andata bene, un just eat salva sempre in queste situazioni. Sembra una persona gentile.
Dopo il mio solito caffè, esco dall'hotel e mi informo su una possibile auto a noleggio. Non potrò sempre andare con autisti o mezzi pubblici.
L'auto non mi costa molto quindi striscio il mio bancomat e parto con la mia nuova amica verso il set, pronta per una nuova giornata.
Arrivata a lavoro, parcheggio e mi trovo Demet davanti che mi saluta con un caloroso buongiorno. Ricambio e con la mia valigetta ventiquattro ore mi dirigo verso il mio camper. Stavo controllando i miei social, rispondevo ai messaggi di familiari e amici quando entra Can nel mio posto sicuro.
<<buongiorno>> mi dice
<<scusami per ieri sera>> rispondo
<<figurati, mi sono comunque divertito>>
<<mi fa piacere>>
<<ma quindi per quanto resti? Il tuo professore mi ha detto che mi dovrò occupare di te per un po'..>>
<<non ho bisogno di essere badata, solo che qualcuno mi faccia da tutor per il tirocinio>> rispondo seccata. Come se fossi una bambina che è andata per la prima volta all'asilo, questo comportamento non mi piace.
<<dicevo giusto per dire>> puntualizza
<<al lavoro!>> urla il regista e Can si dirige verso la nuova costruzione del set.
Stavolta è una piscina con degli sdrai attorno, Demet si avvina a me per seguire la scena mentre Ozge mi sorride come per salutarmi.
Le riprese sono durate per tutta la mattina, io e Demet abbiamo portato dei caffè per tutti. Continueremo a lavorare fino a tarda serata quindi approfitto per chiamare Matteo.
<<come stai?>> chiedo
<<bene bene, senti Sara non posso parlare ora. Sono molto occupato, ci sentiamo stasera>>
Lo saluto e chiudo la chiamata. Sono un poi delusa perché qui ancora non ho amici e mi sento abbastanza fuori luogo.
Durante la pausa pranzo mi siedo su una panchina con il tavolo e Ozge si unisce a me. Sembra molto simpatica, peccato che non parla italiano e quindi a volte risulta difficile avere un discorso articolato.
Ci raggiunge anche Can che si appoggia con il braccio sulla mia spalla. Lo sposto e sorrido.
<<hai bisogno di un passaggio dopo?>> mi chiede il bell'uomo
<<no grazie, ho noleggiato un'auto per questi sei mesi>> rispondo
<<sei mesi ??>> >>e non mancherai alla tua famiglia?>>
<<penso di si, però qui per ora mi trovo bene>>
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Piedi per terra e testa nel cielo / CAN YAMAN
RomanceCOMPLETATA Sara è una studentessa universitaria che si trova ad Istambul per un periodo di studi all'estero; Can è un attore famoso nonché "capo" del suo tirocinio. Egli inizierà a mettere in dubbio i sentimenti e emozioni della giovane laureanda...