Mi sveglio di soprassalto,guardo la sveglia e la scritta "5.00" rossa lampeggia. Mi sono svegliata perchè qualcuno mi sta chiamando. Come Si Permettono? Domanda retorica,gli spacco la faccia. L'ultima volta che qualcuno mi ha chiamata presto,é scomparso dalla mia vita. É lunedì 3 Giugno,anche se é un giorno di scuola,nessuno é giustificato. Non si chiama alle cinque.
Ma rispondo,solo Dio sa come.
-Minchia. Chi sei?- dico tremendamente seccata e assonnata.
La voce di Mich inizia a parlare. Mich é un ragazzo de"La Banda Del Bar",amico certamente di Alessandro. É bello,molto più bello di Alessandro. Ha gli occhi di ghiaccio,ma estremamente calorosi. La pelle mulatta,non perché proviene da chissà quale regione,la madre cubana e il padre di Oslo. Non chiedete nulla.
I suoi capelli sono castani ramati,qualche capello biondo cenere. Ha i lineamenti duri e un corpo scolpito. L'ho visto nelle foto di Facebook al mare.
-Vai all'autostrada A16 ,fermati al paypass. E fai cinque suoni di clackson. Non chiedere,fai. Ti vogliamo bene- spiega lui. In queste settimane ho conosciuto tutti della banda,sono sei e con me sette: io,Alessandro,Mich,Sara,Vanessa,Marsh,Luk e non Luke con la "E",ma Luk.
Prima o poi li conoscerete tutti. Se ci arriveremo,noi della Banda.
Ma ricordo a Mich che non ho la macchina e arriva lui,chiude.
Dopo tre minuti viene Mich.
Non sa dove abito e lui abita a trenta chilometri di distanza. Ci sarebbero voluti minimo cinque minuti.
Oddio sta iniziando a farmi paura.
Apro la porta e gli sorrido. Non sapendo cosa devo fare mi sono vestita molto sportiva:Vans nere(di mio fratello) parigine nere in pizzo(per chi non sapesse cosa sono,sono delle calze fino al ginocchio trasparenti o in pizzo),dei shorts a vita alta e una maglia completamente nera con scritto in bianco"Fuck everywhere" infilata dentro gli shorts. Una bombetta in testa. Lui aveva degli skinny neri,vans bordó e maglia a bretelle bianca. I capelli scompigliati per il vento. Lascio un biglietto sul tavolo per dire che sono uscita e entro nella macchina. Noto,nei sedili posteriori,tante bottiglie di alcolici. Sono circa settanta. Cosa dobbiamo fare? Noto anche tre pacchi da 20 di sigarette Marlboro rosse. E..in sacchetti trasparenti delle poltiglie di stili verdi e marroni,come se fisse erba del prato. É marijuana. Mi sto preoccupando seriamente.
-Sh. É la Prova per te. Non berrai tutte quelle cose,non fumerai tutte quelle sigarette,o farti tutte quelle droghe.Tranquilla- mi ha rassicurato,proprio.
Io faccio un cenno con la testa.
Dopo mezz'ora di viaggio arriviamo. Vedo in lontananza altre due macchine e dei ragazzi,qualche ragazza che ridono e scherzano con delle bottiglie in mano.
Esco e Alessandro viene ad abbracciarmi.
-Bene,inizia a bere,bere bere e bere. E fatti due grammi. Fallo tesoro,ti aiuto io,é la prova. Ti faremo dire sciocchezze ti faremo fare cose stupide. É la Prova per essere dei nostri.
Così accetto.
Ma voglio tanto ritirare la mia risposta..
Non si torna indietro da una sbaglio fantastico. Non ora
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E speriamo sia solo una vita
RandomQuesta storia non ha un senso. Non che io cerchi di crearne uno ma vorrei tanto una mia storia con un filo logico. Giulia,17 anni,Roma. Alcool amici e vita. Lei vuole solo vivere anche se fa disatri. Ma lui,ma loro.