Il passato di Himiko

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Un pochetto di spoiler c'è.
Di Himiko sappiamo che è una sorella maggiore, ma non di chi. Io ed AnnyWolf99 abbiamo inventato Hideki e Kyoko per lei. Anny mi ha anche aiutato più avanti con le risposte di Katsuki, che è un ragazzo tanto complicato.


"Prenditi quattro minuti e racconta al tuo partner la storia della tua vita il più possibile in dettaglio."

"Che?!" esclama Katsuki, parecchio contrariato. Fufu, è divertente quando salta innervosito!

"Suvvia Tsuki, ci devono essere episodi importanti" gli dico. Sono davvero curiosa! Cosa deciderà di raccontarmi?

"Comincia tu."

"Ehm, va bene" rispondo, un po' spiazzata. Questa è una domanda più impegnativa delle altre: devo scegliere gli episodi più importanti della mia vita per far capire a Katsuki chi sono. Impiego qualche secondo per riordinare le idee. Mi spiace solo che non credo avrà molto da apprezzare. Forse è un bene che racconto per prima, così mi godrò meglio la sua storia dopo.

"Sono nata il sette agosto di diciassette anni fa. A quattro anni ho scoperto il mio quirk... Avevo trovato un uccellino sanguinante in giardino, lo trovavo bellissimo, allora l'ho mostrato a mamma e papà e poi l'ho morso... A quell'età non lo sapevo che sarebbe morto, mi era solo venuto normale farlo... ma i miei si arrabbiarono molto e fu la prima volta che mi chiamarono anormale e svitata. Mi portarono da un dottore e scoprimmo tutti e tre di trasformazione, solo che secondo loro dovevo nascondere il mio quirk, magari dire proprio che non ce l'avevo."

Assaporare il sangue dell'uccellino era stata una gioia, me lo ricordo benissimo anche se ero piccola. Avevo preso fra le mie manine quel batuffolo di piume e i miei all'inizio non avevano detto nulla. La sostanza rossa che imbrattava l'uccellino mi affascinava più dell'uccellino stesso. Questo loro lo capirono poco dopo, quando, tutta emozionata, provai per la prima volta il gusto del sangue di un altro essere vivente. Mi piacque molto! A loro però non piacque per niente ciò che videro e passai in lacrime il resto del giorno.

Anche nei giorni seguenti fui triste e arrabbiata: tutti i bambini attendono con trepidazione il giorno in cui il quirk si manifesterà, ed io dovevo fare finta di non averlo! Era terribilmente ingiusto! Mica l'avevo scelto io, trasformazione! In un certo senso era a causa loro che ce l'avevo, giusto? Per una qualche combinazione del loro DNA. Ovviamente questo lo pensai anni dopo, durante una lezione di scienze. Ancora oggi il pensiero mi rattrista, perché ero solo una bambina che ancora non sapeva nulla o comunque pochissimo del mondo che la circonda, eppure mamma e papà mi trattarono come... beh, una criminale.

"Non mi ricordo prima, ma sicuramente da allora iniziarono a non volermi più bene. Mi riprendevano ogni volta che facevo qualcosa di non normale. Nascondere il quirk non era sufficiente: dovevo trovare disgustoso il sangue, non eccitarmi durante i film horror, rispettare sempre le regole, andare bene a scuola e un sacco di altre cose. La scuola mi è sempre piaciuta, avevo un sacco di amici!"

Oh sì! A me la scuola piaceva parecchio! A casa non potevo fare altro che studiare, praticamente, o aiutare nelle faccende di casa, quindi è normale che poi avessi voti alti. Ma la cosa più bella era essere benvoluta da un sacco di persone! Fino a un certo punto, dato che conoscevano soltanto una parte di me. In più di un'occasione, alle amiche con cui entravo più in confidenza, avevo provato a parlare del mio quirk... loro rispondevano 'che schifo, sangue! Ora capisco perché non lo usi mai!', o cose del genere. Ciò mi demoralizzava... e non avevo altra scelta che annuire e tornare a sfoggiare il mio sorriso da va tutto bene e sono la ragazza più serena e normale del mondo.

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