La pugnalata

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La mia villain preferita fa l'eroina.


Appena Tsuki smette di fissarmi per dedicarsi al rapitore seriale, io mi do da fare per liberarmi. Se riesco a strisciare magari posso disfarmi almeno della sedia, per poi avanzare fino al tavolo e raggiungere il coltello poggiato sopra. Purtroppo, questi stupidissimi tacchi rendono l'impresa impossibile! Continuano a scivolare sul bordo della sedia e non mi permettono l'appoggio necessario per la spinta liberatrice.

Impegnata con i tentativi di fuga, presto poca attenzione ai due maschietti, tuttavia noto lo spegnersi improvviso delle ingiurie rivolte da Tsuki al maniaco. Mi volto verso di loro e accolgo con sgomento la vista di Tsuki che crolla in ginocchio dopo una semplice spinta del pervertito. Come diamine ha fatto a sconfiggerlo in una manciata di secondi?! Raddoppio i miei sforzi per liberarmi, invano.

"Forse la serata non è ancora rovinata. Temo che prima di proseguire però tu dovrai fare qualcosa per me, Himiko cara. Lo farai un favore al tuo Hajime, vero?"

Il maniaco pervertito si è rivelato più pericoloso del previsto e mandarlo al diavolo non è più un'opzione, per quanto desideri farlo. Di norma adoro stuzzicare la gente, ma o si tratta di amici, quindi li conosco abbastanza da sapere fin quanto osare, o mi trovo io, letteralmente, col coltello dalla parte del manico, e dunque posso permettermi di comportarmi come mi pare.

"Cosa vuoi che faccia?"

Il rapitore dice che ha capito chi sono; non ci era arrivato prima perché il mio nome e la mia immagine non sono di dominio pubblico, in quanto sono una minorenne, però lui ha sentito parlare del quirk trasformazione, e mi ha collegata alla League of Villains! Sostiene che per uscire da questo pasticcio deve semplicemente liberarsi di un testimone maleducato...
Hajime mi tocca un braccio, attivando il proprio quirk per impedirmi di aggredirlo, mentre taglia con un coltello da cucina prima la corda e poi il nastro adesivo.

"C- che quirk hai?" balbetto, shockata dal non riuscire a muovere un muscolo. Avverto una sgradevolissima presenza estranea nella testa che intima al mio corpo di restare immobile.

"Oh, quando tocco qualcuno posso influenzare la sua mente. Ciò mi consente di obbligare le persone a fare ciò che voglio, anche se un ordine alla volta; posso anche imprigionare qualcuno in un sogno o in un incubo. Fantastico, vero? Ovviamente più la suggestione va contro la natura di una persona, più mi devo sforzare. E c'è un limite di tempo. Ho impiegato quasi tutte le mie energie per essere sicuro che il guastafeste se ne stesse buono, ma me ne restano abbastanza per ordinarti di ammazzarlo."

Mi imprime questo comando stringendomi affettuosamente il mento. Aggiunge che non può fermarsi a osservare la scena: è consapevole che una volta terminato l'incarico lo attaccherei, pertanto è costretto a ritirarsi al quarto piano per preparare una contromisura.

Appena se ne va, divento come un'ospite del mio stesso corpo, un burattino con fili invisibili che si alza, afferra il coltello lasciatomi dal maniaco pervertito e si dirige verso il ragazzo inginocchiato. Naturalmente mi oppongo con tutta la mia volontà durante il breve tragitto. È vero, uccidere non va contro la mia natura, ma essere obbligata a farlo sì. Io amo la libertà forse ancora più del sangue! Nessuno mi dice chi uccidere, quando e come farlo. Decido tutto io e lo faccio per puro piacere. O almeno, lo facevo prima di promettere a Tsuki di non uccidere più... Non faccio da sicaria per Tomura, figuriamoci se lo faccio per uno schifoso maniaco pervertito!

Grugnendo per lo sforzo, riesco a impormi sul braccio sinistro. Solo su quello, però... e già mi sto inginocchiando per pugnalare Katsuki dritto al cuore. Non voglio! Amo Tsuki! Più di Ochaco e Stain e Deku e chiunque altro! Non lo ucciderei per nulla al mondo!

Nella stanza risuona un urlo di dolore. Il mio. A corto di tempo com'ero, ho agito di riflesso e mi sono pugnalata la mano sinistra, frapposta fra la lama e il petto del mio Tsuki. Urlo nuovamente nel ritrarre il coltello dalla mano. La stringo a me cullandola e mormorando parole dolci di incoraggiamento. Il maniaco me la pagherà cara!! La mia povera mano... e se ammazzavo Tsuki?!

Lecco il sangue dal palmo ferito e faccio lo stesso con il dorso della mano. Va un pochino meglio. Torno a cullare la mano, tentando di contenere le fitte di dolore che risalgono lungo il braccio e mi martellano la testa. Chiudo gli occhi per rilassarmi il più possibile, facendo nel mentre respiri profondi e regolari. Una flebile protesta spezza la mia concentrazione e mi ricorda a cosa, o meglio su chi, ho poggiato la fronte imperlata di sudore.

In tutto ciò Tsuki non si è mosso né ha reagito in alcun modo. Gli agito la mano sana davanti agli occhi, che sono aperti, lo scuoto anche per una spalla, ma non cambia nulla. Il maniaco l'ha intrappolato in quello che, a giudicare dall'espressione e da qualche parola che Tsuki bisbiglia, è un incubo. I suoi occhi spenti mi deconcentrano, sono inquietanti per come sembrano fissarmi senza vedermi realmente, quindi glieli chiudo calando dolcemente la mano sulle sue palpebre. Meglio! È un bell'addormentato!

Però, la fiaba può essermi d'aiuto. Lì serviva un bacio per spezzare l'incantesimo, quindi forse... arrossisco e ridacchio eccitata. Provare non costa nulla, anzi! Se non funziona, posso sempre pugnalarlo ad un braccio. Tsuki ne sarà molto meno felice, ma non mi sembra di avere altra scelta.

Mi metto in una posizione più eretta, sempre restando in ginocchio, poggio la mano destra dietro il collo di Tsuki e lo bacio ad occhi chiusi, mordicchiandogli delicatamente le labbra a tratti. Lo assaggio! Ed è davvero buono lui... dopo non saprei dire quanto, mi ritraggo e sono lieta di constatare che il mio piccolo esperimento ha avuto successo!

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