Sesto Capitolo

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It was in the darkest of my days

When you took my sorrow and you took my pain

And buried them away, you buried them away

Hiding my heart, Adele



"Clarke ma è una cosa stupenda!" le disse Raven abbracciandola. Era appena tornata a casa, era ingegnere meccanico e aveva trovato lavoro da qualche mese in un'azienda che progettava intelligenze artificiali; dato che era una delle ultime arrivate i suoi orari erano massacranti ma oggi, eccezionalmente, era riuscita a tornare per le sette, giusto in tempo di sentire Clarke raccontarle della giornata.

Le due ragazze non avevano una vita sociale molto attiva, erano spesso a casa e si facevano compagnia tra di loro e con altri amici storici. Condividevano una ferita che le aveva portate a chiudersi molto tra di loro e a cercare sostegno una nell'altra e, a parte alcuni sul lavoro, avevano poche occasioni di conoscere persone nuove.

"Non lo so, Rav. Temo che non sia molto professionale. Sai cenare a casa di un'alunna..." "Ma no, tranquilla, magari non ci sarà nemmeno Charlotte" "Forse hai ragione, ha detto che doveva vedere Octavia ma non so chi sia, magari è la fidanzata di Bellamy" "Clarke, ti conosco troppo bene. Dimmi cosa ti turba veramente". La bionda alzò lo sguardo dal tagliere su cui stava preparando delle verdure per la cena di Raven, pensava che sarebbe tornata tardi e voleva lasciarle qualcosa di pronto. Incrociò gli occhi dell'amica per i quali lei era un libro aperto, appoggiò il coltello, aprì la bocca un paio di volte prima di riuscire a dire qualcosa: "mi ha chiesto di Pike", mentre diceva queste poche parole, controllava la reazione dell'amica che, a sentire quel nome, si appoggiò al piano di lavoro incurvando le spalle. "Come lo conosce? Cosa ti ha chiesto?" "È un avvocato dei diritti per i minori e si sta occupando della causa contro di lui; questa mattina ha ricevuto la chiamata di un collega e l'ho sentito che diceva quel nome, lui mi ha visto sbiancare e mi ha chiesto perché lo conoscessi" "Cosa gli hai detto?" "Niente, non sono riuscita a sostenere il suo sguardo e sono scappata" sospirò tremante "Raven, è troppo difficile. Io speravo di avercela fatta ma non riesco ancora a stare davanti a questo dolore immenso" Raven non esitò e la strinse a sé forte "Penso che sarà un dolore che ci porteremo per tutta la vita, una cicatrice incancellabile. Bisogna solamente trovare qualcuno con cui condividere questo dolore e che ci aiuti a guardarlo come parte integrante di noi e non come un ostacolo che impedisce di crescere. Magari parlarne con questo Bellamy potrebbe rivelarsi utile soprattutto se riguarda anche altre persone e non solo noi, se davvero stanno facendo un processo per condannare Pike tu potresti essere fondamentale. Tu eri lì con Finn!". Le parole dell'amica la scossero nel profondo: "hai ragione, magari questa sera troverò il coraggio di parlarne". Finirono di chiacchierare e preparare la cena poi, quando venne il momento, Clarke uscì per prendere la bici e andare a casa Blake.

Suonò il campanello, "vado io" urlò Bellamy, dovrebbe essere Clarke. "Ciao Cla..." si fermò quando si rese conto che le persone davanti a lui non erano Clarke "Murphy, Emori, cosa fate qui?" "Sorpreso eh? Aspettavi qualcun altro?" "Ci ha invitati Octavia" intervenne dolcemente Emori "ha detto che preparava la sua specialità" Bellamy annuì facendoli entrare "ecco perché è chiusa in cucina da ore e non mi lascia entrare. Le ho detto che avremmo avuto un altro ospite ma non mi ha parlato di voi. Sono contento che ci siate così potrete conoscerla" Si interruppe vedendo una chioma bionda comparire davanti alla porta. 

La ragazza si era fermata, esitante; non conosceva quelle due persone e già si sentiva fuori luogo. "Clarke, eccoti. Benarrivata!" esclamò Bellamy aprendosi in un grande sorriso; Clarke arrossì leggermente davanti a quella manifestazione di gioia e il rossore aumentò quando, del tutto inaspettatamente, si ritrovò tra le braccia del ragazzo che l'aveva stretta a sé sussurrandole, mi spiace che ci siano anche loro, ma vedrai che andrà bene come se avesse compreso il suo turbamento. Clarke si riscosse e Bellamy, con la mano che indugiava sulla schiena di lei, la spinse dolcemente in avanti per presentarla agli amici "Murphy, Emori lei è Clarke Griffin. L'insegnate di arte di Charlotte" Murphy, che l'aveva riconosciuta subito, non esitò a presentarsi "è un onore conoscerti, Bellamy mi ha parlato molto di te" disse guardando compiaciuto l'imbarazzo di Clarke "Venite dentro, non state sulla porta" li incitò Bellamy, "O, sono arrivati gli ospiti sei pronta?" poi aggiunse per Clarke "Octavia sta preparando del riso venere con gamberetti, mozzarella fusa e pomodorini freschi. È uno dei suoi piatti preferiti e lo fa in occasioni speciali. Vieni, te la faccio conoscere". 

Life is about more than just surviving_The100_BellarkeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora