Settimo Capitolo

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Ma tu lo sai che a volte ti penso sempre?

E perdo di vista il mondo, ma non te

Lo aspettavi un amore inaspettato?

Andiamo a farci un giro in cielo in pedalò

Ma tu ci credi all'impossibile?

Perché con te io mi sa proprio lo farò

Che se ci credi una cosa poi si avvera

Prendi il mio cuore per esempio

Prima che tu arrivassi forse manco c'era

Adesso dà ripetizioni alla bufera

Gio Evan, A piedi il mondo


Clarke lo guardò allontanarsi e confondersi con il buio della notte, immobile e incredula. Lentamente si girò e salì le scale fino all'appartamento. Quando chiuse la porta vi si appoggiò con la schiena e rimase lì per qualche istante, con la mano sul cuore che sembrava voler uscire dal petto. 

"Clarke come è..." Raven, comparsa all'ingresso, si fermò vedendo l'amica così "Clarke! È successo qualcosa? Ti hanno fatto del male?", la bionda riuscì solamente a scuotere la testa e a balbettare poche parole "No, assolutamente, è stato così strano". Si spostarono in sala e si sedettero sul divano "Forza dimmi tutto!" la incoraggiò Raven con un sorriso, Clarke iniziò a raccontarle dell'accoglienza calorosa, di come si era sentita a casa e parte di quella famiglia, di come era stato commovente vedere gli sguardi tra Murphy ed Emori, anche se con una punta di invidia, di come ogni tanto si soffermasse a guardare Bellamy e si stupisse della luce che emanava e dell'amore che traspariva in ogni cosa. 

Andando avanti nel racconto, Clarke diventava sempre più entusiasta e salda, i suoi occhi si illuminavano e Raven la guardava felice, contenta che l'amica avesse trovato della serenità e la possibilità di avere degli amici così. Quando arrivò alla frecciatina di Murphy su Finn, Raven saltò su dal divano e disse, infervorandosi: "ma come si permette questo John Murphy? Chi si crede di essere? Quando lo vedrò gliene dirò quattro". Clarke rise alla reazione dell'amica e cercò di calmarla "Raven tranquilla, in verità è una bellissima persona, solo molto sarcastico. Andreste davvero d'accordo voi due, mi farebbe ridere assistere ai vostri battibecchi". La mora la guardò di traverso "lasciamo stare quest'idiota, vai avanti". Quando Clarke arrivò a raccontare di come Bellamy l'avesse consolata e compreso e rispettato il suo dolore, la sua voce si incrinò leggermente, sopraffatta da una dimostrazione di affetto così sincera. Raven la guardava davvero commossa, ringraziando mentalmente per l'incontro tra Bellamy e Clarke. "Beh sono proprio contenta che tu l'abbia conosciuto, spero davvero che tu riesca a condividere la storia di Finn con lui, ti farebbe bene. In ogni caso sembra proprio affascinante, quando lo porti a casa?" le chiese ammiccando. Clarke arrossì di colpo e la colpì con un cuscino "sì, lo è. Davvero affascinante".


Quella settimana non si erano mai visti veramente, Bellamy la guardava arrivare in bicicletta o seduta sui gradoni al parco mentre disegnava. Si era dovuto trattenere dall'avvicinarsi a lei perché voleva rispettare i suoi tempi ma dall'altra parte ne era totalmente attratto, voleva conoscerla e imparare a capirla. Quando disegnava era come se entrasse in un mondo tutto suo e con gli occhi grandi e attenti assorbiva ogni luce, ogni rumore, ogni movimento e li trasportava sul foglio, la maggior parte delle volte con tratti frenetici e veloci. La guardava quando, ferma alla porta della scuola, osservava con tenerezza i suoi studenti, salutandoli con sorrisi e qualche parola.

Life is about more than just surviving_The100_BellarkeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora