Lucky Strike

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Il locale era enorme. Aveva persino delle camere di lusso al piano di sopra, utilizzate solitamente per il sesso e in rarissime occasioni per la droga, dato che i clienti si sballavano già mentre erano in pista o da qualche altra parte. Tutto era concesso. Persino far entrare minorenni dai 16 anni in su. Sembra quasi incredibile, ma i gestori del locale erano alquanto potenti a Seul.

Nonostante fosse un edificio gigante, San si sentiva come in trappola. Come se improvvisamente soffrisse di claustrofobia e non era nemmeno certo della causa di questo suo comportamento. Aveva solo visto un maledetto ragazzino danzare. Non era mica la prima volta che ne vedeva uno.

Mise il bicchiere ormai vuoto sul bancone e sbuffò sonoramente, tanto che fece voltare uno dei suoi amici e qualche sconosciuto che lo guardò infastidito.

-Calmati, tesoro. Che hai, vuoi già andare via?- chiese Seonghwa, il più lucido del trio di mascalzoni. Il maggiore non amava particolarmente l'effetto che aveva l'alcol sul suo corpo, soprattutto in posti simili e con il suo ragazzo presente. Preferiva non esagerare. Al contrario di Hongjoong che approfittava del fatto che il più grande fosse sempre quasi del tutto sobrio, per potersi ubriacare come voleva. Infatti , succedeva spesso che si addormentasse in luoghi improbabili, dopo una bevuta, sotto le cure amorevoli del suo fidanzato.

-No. Non è questo. Ho solo voglia di bere. Tutto qua. E il mio bicchiere è vuoto.- rispose velocemente San , chinandosi sul bordo del bancone per attirare l'attenzione del barman. Non sapeva nemmeno che gli fosse preso, quindi tanto valeva far finta di nulla e divertirsi un po'. Non usciva in compagnia di qualcuno da giorni, se non settimane. Si era promesso di passare del tempo con gli amici e quello avrebbe fatto.

-Va bene, ma non darci troppo dentro, già devo badare a questi due scalmanati- disse Seonghwa, indicando un Hongjoong preso dai bottoni della sua camicia e un Mingi intento ad ordinare di nuovo.

-HYUNG, SAPPIAMO TUTTI CHE TI PIACE AVERE HONGJOONG IN QUELLE CONDIZIONI!- Urlò Mingi che finora era rimasto in silenzio per gustarsi il suo terzo cocktail. Mingi era uno di quelli che reggeva l'alcol vista la sua stazza. L'effetto collaterale era che diventava più euforico del solito.

-ZITTO MAIALE, ti sentono tutti!- rispose quasi a tono il maggiore. – E poi non è vero, pensa a bere.- Aggiunse liquidando l'argomento.

Nel frattempo era stato servito l'ordine di San, che ringraziò il barman e si sedette di nuovo al proprio posto, cercando di non ridere troppo per quel piccolo battibecco a cui stava dando vita il resto della sua comitiva. Fu proprio grazie a uno di questi battibecchi scherzosi che San riuscì a conoscere il trio. Era successo durante una cena di lavoro. A quei tempi San era l'ultimo arrivato in azienda e dato che era parecchio nervoso, subito dopo il primo piatto, uscì per fumare una sigaretta per distendere i nervi. In quel momento conobbe il maggiore e il più piccolo del gruppo. I due stavano passando per caso davanti al ristorante in cui stava cenando San, con il suo capo e i suoi colleghi. Ad un certo punto Mingi si mise ad urlare contro Seonghwa dicendo che non sarebbe mai stato in grado di prendere il numero del primo che gli capitava davanti, visto che era letteralmente whipped per un certo ragazzo. San aveva già acceso la sigaretta e stava ascoltando, senza volere, tutta la conversazione e ad un certo punto vide uno dei due ragazzi, ossia il maggiore, venire dritto dritto verso di lui. Aveva uno sguardo determinato a dir poco. Per non parlare della sua straordinaria bellezza. Peccato che questo fuoco che aveva in viso durò pochissimo perché Seonghwa si imbarazzò improvvisamente e non appena fu ad un passo dal corvino, scoppiò a ridere e si presentò, scusandosi per l'accaduto, seguito da Mingi che venne loro incontro. Da quel momento iniziarono ad incontrarsi spesso e San conobbe anche Hongjoong, che nel frattempo era diventato il fidanzato del maggiore.

Nonostante quell'episodio fosse accaduto tempo fa, quei tre non cambiavano mai. Sembrava qualcosa successa appena ieri. L'atmosfera che si era creata all'interno del club era quasi piacevole. Grazie al continuo scambio di battute e all'aiuto dell'alcol, San si era decisamente rilassato. Anche se doveva ammettere che per qualche strana ragione si sentiva ancora il corpo sotto l'effetto di piccole scariche di adrenalina. Come se dovesse fare qualcosa, ma non sapesse cosa. Non si era più voltato nella direzione del misterioso ragazzino, eppure percepiva ancora addosso l'effetto che gli avevano causato le sue movenze. Non voleva parlarne con i ragazzi. Era stupido creare scompiglio per una sciocchezza simile. Dopotutto non lo avrebbe più rincontrato. E poi a parte uno scambio di sguardi non c'era stato nient'altro. Era un bel ragazzo e il corvino non aveva rapporti da un certo lasso di tempo. Era comprensibile che gli avesse provocato certi pensieri, nonostante fosse minorenne. Doveva avere pazienza e soprattutto doveva cercare di scaricare quella sorta di energia che aveva.

San si voltò verso Mingi, cercando di richiamare la sua attenzione. Per fortuna non ci era voluto molto, solo qualche gesto della mano.

-Andiamo a ballare?- chiese il corvino al più alto. Quest'ultimo annuì più volte, mollando il bicchiere mezzo vuoto sul bancone per seguire San.

Succedeva spesso che ballassero insieme dato che erano gli unici single. A entrambi non dispiaceva avere le mani dell'altro addosso. Erano entrambi attraenti e soli, non avevano regole da seguire, se non quella di rispettare l'amicizia che c'era tra loro.

Approfittando dell'altezza di Mingi, i due riuscirono ad intrufolarsi in mezzo alla massa di gente presente. Non ci volle molto prima che si lasciassero andare completamente al ritmo. Era una vecchia hit che aveva accompagnato loro per tutta la scorsa estate, si chiamava "The Look" dei Roxette.

I loro piedi si muovevano in sincronia, mentre le braccia ondeggiavano sulle loro teste. Si ritrovarono quasi a ridere, come se fossero felici senza motivo. Sguardo fiero e alto come se dovessero sbattere al mondo il loro nuovo stato d'animo. Si guadagnarono anche qualche occhiatina da parte di qualche coppia che ballava come loro. San ricambiò il loro sguardo con fare quasi innocente, ma era palese che si fosse accorto della loro insistenza. Nel controllare che nessun'altro li stesse fissando, il corvino si accorse che chi li stava tutt'ora osservando era proprio il ragazzo con il choker che aveva visto all'inizio della serata. Anche lui stava ancora danzando in mezzo alla pista e anche con un partner, almeno a quanto sembrava visto che questo dava al corvino le spalle. Nonostante non fosse solo, il ragazzino continuava a fissare San con insistenza. Se prima, però, il ventottenne aveva cercato di scansare i suoi occhi, stavolta ricambiò l'intensità dello sguardo dell'altro come a dirgli dacci un taglio". Il ragazzo non reagì come San aveva immaginato. Anzi, si permise di fargli l'occhiolino con quella sua espressione sfacciata. A quanto pare voleva la guerra e lui gliel'avrebbe data.

Si voltò verso Mingi che aveva ormai l'effetto dell'alcol nelle vene, aveva continuato a ballare intorno al suo amico senza farsi troppe domande.

-Mingi, facciamo il nostro solito giochetto. Sai quale. - disse il più basso.

Mingi ammiccò nella sua direzione e lo prese per i fianchi, facendolo avvicinare a sé. Nel mentre San aveva circondato il collo del più alto con l'aiuto delle braccia. I loro corpi cominciarono a cercarsi, a perdersi e a cercarsi di nuovo, come se si desiderassero per davvero, quando invece era tutto un gioco. Le mani del ragazzo più alto scorrevano sui fianchi del corvino, tenendoli stretti come farebbe qualsiasi fidanzato. Sebbene si stesse divertendo con Mingi, il ventottenne osservò con la coda dell'occhio il misterioso ragazzino. Lo stava guardando ancora, proprio come voleva San. Questa volta però non indossava un'espressione compiaciuta, bensì una alquanto infastidita. Era quasi soddisfacente vederlo in quel modo, addirittura eccitante. Provò un certo godimento nel vedere l'effetto che poteva fare sul minorenne. Sapere che lo stava ammaliando, che poteva attrarlo come voleva, fece quasi scattare qualcosa nel ventottenne, il quale percepiva l'adrenalina pompare nelle sue vene. Seguì l'impulso e appoggiò una mano sulla nuca del più alto, avvicinando maggiormente a sé la sua figura. Strusciò le loro intimità a ritmo di musica. C'era una sorta di elettricità intorno a loro, come se non esistesse nessun'altro, a parte loro due. Continuarono a ballare in quel modo, finchè il dj non cambiò traccia. San e Mingi decisero di tornare verso il bancone, dove li aspettavano Hongjoong e Seonghwa, pronti per un altro giro. Prima di voltarsi completamente, San mandò un bacio al ragazzino. Non gli importava di apparire infantile. Per una volta si stava lasciando alle spalle il controllo.

Il corvino, però , ormai di spalle, non si accorse che il ragazzo dai capelli lunghi aveva iniziato a seguirlo in mezzo alla folla.

Rose, scent, kissDove le storie prendono vita. Scoprilo ora